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2 Luglio 2024
12:42

Asteroide dedicato ad Annalisa: come funziona l’iter ufficiale di assegnazione dei nomi

Il processo per assegnare i nomi agli asteroidi passa attraverso l'Unione Astronomica Internazionale, l'unica autorità al mondo per i nomi dei corpi celesti. I nomi devono seguire regole precise e non si possono comprare.

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Asteroide dedicato ad Annalisa: come funziona l’iter ufficiale di assegnazione dei nomi
nomi asteroidi

L'Unione Astronomica Internazionale ha intitolato l'asteroide (20014) Annalisa alla cantante italiana Annalisa, che è laureata in Fisica: il corpo celeste era noto in precedenza come 1991 RM29, ha un diametro di circa 4 km e si trova nella fascia degli asteroidi tra Marte e Giove. L'iniziativa è di Antonino Brosio, divulgatore scientifico e astronomo amatoriale, che ha inoltrato la proposta all’UAI. Non è stata quindi la NASA ad assegnare il nome all'asteroide, come riportato da molte testate, ma l'UAI, che è l'unica autorità al mondo in grado di assegnare ufficialmente i nomi ai corpi celesti.

Attenzione: Questo significa che chiunque vi proponga di dare un nome a una stella o a un asteroide in cambio di soldi vi sta semplicemente fregando: nessuno a parte l'UAI può sancire il nome dei corpi celesti, e non lo fa certo a pagamento.

Vediamo come funziona l'iter di assegnazione dei nomi nel caso degli asteroidi. Il processo è lungo e può durare anche decenni, ma comincia sempre dalla scoperta del corpo celeste. Dobbiamo avere un oggetto visibile nel Sistema Solare per almeno due notti di osservazione che non sia presente in nessun database: insomma, un oggetto nuovo. A questo punto il Minor Planet Center dell'Unione Astronomica Internazionale assegna all'oggetto una sigla provvisoria che indica sostanzialmente quando è stato scoperto: avremo quindi prima l'anno e poi delle lettere che stabiliscono il periodo dell'anno. Prendiamo per esempio 1991 RM29, ora intitolato ad Annalisa. 1991 è l'anno della scoperta. La prima lettera indica la metà del mese della scoperta secondo la seguente tabella del Minor Planet Center:

Immagine
Il significato della prima lettera nel nome provvisorio di un asteroide. Fonte: UAI

Quindi, 1991 RM29 è stato scoperto tra l'1 e il 15 settembre (la data precisa è il 13 settembre 1991). La seconda lettera e le cifre finali indicano l'ordine di questo asteroide rispetto agli altri scoperti nello stesso periodo. La regola è piuttosto macchinosa: i primi 25 vanno dalla A alla Z (esclusa la I), poi avremo da A1 a Z1 (da 26 a 50), da A2 a Z2 (da 51 a 75) e così via. Nel caso di 1991 RM29, la dicitura “M29” indica che è il 712° asteroide scoperto in quel periodo (25 · 28 + 12, perché M è la lettera numero 12 esclusa la I). È un modo molto macchinoso perché deriva da una tradizione nata in un'epoca in cui le scoperte di nuovi asteroidi erano molto meno frequenti rispetto a oggi.

Questo è un nome provvisorio, dicevamo. Nel momento in cui viene osservato abbastanza a lungo da permetterci di conoscere con precisione la sua orbita e dunque di prevederne la posizione in un futuro anche lontano, allora all'asteroide viene assegnato un numero seriale univoco e permanente. Nel caso di 1991 RM29, il suo numero seriale è 20014 (per intenderci, a oggi sono nominati circa 60.000 asteroidi).

Ok, siamo quasi arrivati al nome attuale. Ma come si fa ad aggiungere il nome di qualcuno? Quando l'asteroide riceve il suo numero seriale permanente, l'Unione Astronomica Internazionale dà la possibilità al suo scopritore o la sua scopritrice (può essere anche la persona che con osservazioni successive ha permesso di identificare con precisione l'orbita del corpo celeste) di suggerire un possibile nome entro 10 anni dall'assegnazione del numero. Per essere accettato dall'apposito Working Group dell'Unione Astronomica Internazionale, il nome deve soddisfare alcune regole, riportate nel sito del Minor Planet Center, tra cui:

  • deve avere massimo 16 caratteri;
  • preferibilmente deve essere costituito da un'unica parola;
  • dev'essere composto di caratteri latini (sono ammesse traslitterazioni);
  • dev'essere pronunciabile (in una qualche lingua);
  • non deve essere offensivo;
  • non deve essere il nome di un personaggio del mondo politico o militare che non sia morto da almeno 100 anni;
  • non deve essere il nome di un brand o avere fini commerciali;
  • preferibilmente non dev'essere il nome di un animale domestico.

Esistono anche regole ulteriori per specifiche categorie di asteroidi: quelli che si avvicinano all'orbita di Nettuno, per esempio, devono avere nomi legati alla mitologia del mare. Se il Working Group considera la proposta accettabile, quel nome diventa il nome ufficiale dell'asteroide nel momento in cui viene pubblicato nei bollettini che l'Unione Astronomica Internazionale rilascia regolarmente (nel caso di 20014 Annalisa, il 20 maggio 2024). Il comitato non accetta più di due proposte ogni due mesi per ogni scopritore o scopritrice. I nomi assegnati sono tipicamente degli scopritori, dei loro partner, di figure mitologiche (per certi tipi di asteroidi) oppure di figure prominenti del mondo astronomico: alcuni esempi italiani sono Margherita Hack, a cui è stato intitolato l'asteroide 8558 Hack, o Samantha Cristoforetti, a cui è intitolato l'asteroide 15006 Samcristoforetti (notate che il nome “Samantha” è stato accorciato per non superare il limite di 16 caratteri!). Università, associazioni e privati cittadini possono proporre nomi non per forza appartenenti al mondo astronomico per i tantissimi asteroidi che non ce l'hanno: è il caso recente di Annalisa, che oltre al suo successo nel mondo della musica ha una laurea in Fisica conseguita all'Università di Torino.

Ribadiamo, come già detto all'inizio, che non è possibile comprare il nome di un asteroide o una stella. State alla larga dai siti che offrono questo presunto servizio: gli “attestati” che rilasciano non hanno alcun valore ufficiale e i nomi che vendono non finiscono in nessun database di alcun ente ufficiale.

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Filippo Bonaventura
Content editor coordinator
Ho una laurea in Astrofisica e un Master in Comunicazione della Scienza alla SISSA di Trieste. La prima mi è servita per imparare come funziona ciò che ci circonda, la seconda per saperlo raccontare. Che poi sono due cose delle tre che amo di più al mondo. Del resto, a cosa serve sapere qualcosa se non la condividi con qualcuno? La divulgazione per me è questo: guidare nel viaggio della curiosità e del mistero. Ah, la terza cosa è il pianoforte e la musica in ogni sua forma.
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