La stagione delle aurore boreali è cominciata circa un mese fa e ha già cominciato a dare spettacolo. Tipicamente le aurore sono visibili ad alte latitudini, come in Canada o in Siberia, ma nella notte tra il 18 e il 19 settembre il fenomeno atmosferico luminoso è stato avvistato negli Stati Uniti. I meteorologi del National Weather Service a Glasgow, in Montana, hanno osservato una splendida aurora boreale sopra il cielo dei loro uffici (è quella che vedete nell'immagine di copertina). Altri avvistamenti sono avvenuti nello stato di New York, in Missouri e nel Midwest, così come anche nel Regno Unito. Scopriamo a cosa è dovuta questa attività elevata e se può causare pericoli per noi.
Cos’è un’aurora boreale e come si origina
Il Sole emette costantemente un flusso di particelle cariche: il vento solare, composto principalmente da protoni ed elettroni, con quantità più piccole di nuclei atomici come quello di elio. Queste particelle viaggiano nello spazio e, quando raggiungono le vicinanze del nostro pianeta, vengono deviate dal campo magnetico terrestre vicino al Polo Nord e al Polo Sud, dove le linee del campo magnetico convergono.
Qui il magnetismo terrestre offre una protezione minore, pertanto le particelle del vento solare incanalate verso le alte latitudini possono penetrare lo “scudo” della magnetosfera andando così a interagire con gli atomi di ossigeno e azoto presenti nella nostra atmosfera a una quota superiore ai 100 km. Le particelle forniscono parte della loro energia agli atomi di ossigeno e azoto, che la riemettono poi sotto forma di luce. Ecco che nasce lo spettacolo dell’aurora boreale (se ci troviamo nell’emisfero nord) o australe (nell’emisfero sud).
Cosa ha provocato l’aurora visibile nello stato di New York e in altri stati USA
Poiché il motore delle aurore è la produzione di vento solare, la loro intensità dipende da quanto il Sole è attivo. Attualmente la nostra stella si trova in una fase di avvicinamento al picco della sua attività magnetica, che segue un ciclo di circa 11 anni.
In questo caso, tutto ha avuto origine con una espulsione di massa coronale avvenuta il 16 settembre. Come suggerisce il nome, un’espulsione di massa coronale (o CME, da Coronal Mass Ejection) avviene quando il Sole emette con una certa violenza quantità relativamente grandi di materiale che fuoriescono dalla sua corona, ovvero lo strato più esterno della sua atmosfera. È un fenomeno comune, che avviene quotidianamente, anche più volte al giorno, nelle fasi più attive del ciclo solare.
Già il 17 settembre lo Space Weather Prediction Center della NOAA aveva lanciato un avviso per una tempesta solare di intensità moderata prevista per il giorno 19, in seguito alla CME del giorno precedente. Quando si parla “tempesta solare”, o “tempesta geomagnetica”, si intende una perturbazione più o meno significativa della magnetosfera terrestre dovuta per esempio a un vento solare particolarmente intenso o a un’espulsione di massa coronale.
La tempesta è poi arrivata ed è stata più intensa del previsto, essendo stata categorizzata non come moderata ma come forte. Ecco che cosa ha provocato l’aurora vista nei giorni scorsi anche a latitudini così meridionali. Tenete conto che il Montana copre latitudini confrontabili con quelle del nord Italia, mentre il Missouri si trova addirittura alle latitudini del sud Italia. Stiamo parlando quindi di luoghi i cui abitanti non sono certo abituati allo spettacolo delle aurore boreali.
Le tempeste solari sono pericolose?
Questa tempesta geomagnetica non ha causato nessun tipo di danni. Molte tempeste solari avvengono senza nemmeno che ce ne accorgiamo, quindi il pubblico generico in questi casi non ha nulla di cui preoccuparsi. In alcuni casi possono esserci effetti su alcuni tipi di infrastrutture, come interruzioni della rete elettrica o disturbi alle telecomunicazioni, oppure sulle orbite di alcuni satelliti, ma tipicamente sono conseguenze di carattere temporaneo.
Tempeste solari più intense possono però provocare effetti ben più drammatici: il Sole può essere molto pericoloso. Se oggi si abbattesse sulla Terra la tempesta geomagnetica più violenta mai registrata (il cosiddetto Evento di Carrington, avvenuto nel settembre del 1859), causerebbe danni globali: perderemmo metà dei satelliti in orbita attorno alla Terra (con conseguenze sulla rete internet, le comunicazioni, i sistemi GPS) e molte reti elettriche cesserebbero di funzionare.
Ecco perché è così importante comprendere al meglio la meteorologia solare. A questo scopo stanno lavorando molti telescopi solari a terra e due grandi missioni spaziali, Parker Solar Probe della NASA e Solar Orbiter dell’Agenzia Spaziale Europea.