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13 Febbraio 2024
9:30

Carnevale, quando e perché si celebra e qual è il significato della festa in maschera

Il Carnevale è popolare in tutti i Paesi cristiani e dà luogo a grandi festeggiamenti. Sebbene abbia origini nelle religioni precristiane, la celebrazione è collegata al calendario liturgico del cristianesimo. Scopriamo le origini e il significato della festa in maschera celebrata in tutto il mondo, da Rio de Janeiro a Venezia.

A cura di Erminio Fonzo
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Carnevale, quando e perché si celebra e qual è il significato della festa in maschera
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Carnevale è il periodo che precede la Quaresima e ha il suo culmine nel giorno del Martedì grasso. Nei Paesi di tradizione cristiana si festeggia tra febbraio e marzo. Si tratta di una cosiddetta "festa mobile", perché varia in funzione della Pasqua: tecnicamente comincia 70 giorni prima della Pasqua; quest'anno i festeggiamenti sono cominciati il 28 gennaio e terminano il 13 febbraio (Martedì grasso), mentre dal 14 febbraio (Mercoledì delle ceneri) comincia ufficialmente la Quaresima.

Carnevale è la festa degli eccessi e della sregolatezza: un periodo nel quale “ci lascia andare”, ci si maschera e si festeggia. In molte località si allestiscono anche carri allegorici, che talvolta servono a esprimere la satira politico-sociale. Il Carnevale precede la Quaresima, che inizia il mercoledì delle ceneri, giorno successivo al martedì grasso, e rappresenta non solo il ritorno all’ordine, ma anche un periodo di astinenza.

La celebrazione ha origini nelle feste pagane in cui si rovesciava simbolicamente l’ordine sociale. Le tradizioni pagane sono restate in vita dopo l’avvento del cristianesimo e gradualmente sono state accettate dalla Chiesa. Molte usanze carnevalesche hanno origine nell’Italia medievale e rinascimentale, dalla quale si sono diffuse in Europa e nel mondo, ma con il passare del tempo si sono affermate tradizioni specifiche in numerosissime località di tutto il pianeta.

Come si calcolano le date in cui cade il Carnevale

Carnevale non dura solo un giorno, ma la durata del “tempo di Carnevale” cambia a seconda dei Paesi e dei luoghi. Una tradizione vuole che inizi settanta giorni prima della Pasqua e duri 23 giorni, l’ultimo dei quali è il martedì grasso, il giorno che rappresenta il culmine e la fine delle celebrazioni (talvolta chiamato, impropriamente, giorno di Carnevale). Esistono, però, tradizioni diverse e oggi il tempo di Carnevale è determinato anche da ragioni di carattere commerciale. Quel che è certo è che il momento centrale dei festeggiamenti è la settimana grassa, che va dal giovedì al martedì grasso. L’aggettivo “grasso” deriva dal fatto che in passato, nel corso della settimana si consumavano tutti i cibi prelibati presenti in casa, essendo vietato mangiarli durante la Quaresima.

La data del periodo di Carnevale è legata a quella della Pasqua e, quindi, è mobile. Il martedì grasso cade infatti 47 giorni prima di Pasqua e, di conseguenza, tra il 3 febbraio e il 9 marzo (la Pasqua si celebra tra il 22 marzo e il 25 aprile).

Le origini del Carnevale: da festa pagana a celebrazione cristiana

Il Carnevale, come pressoché tutte le feste cristiane, ha origini in celebrazioni della religione pagana. Greci e romani celebravano feste religiose, come le Dionisiache nell’antica Atene e i Saturnali a Roma, nelle quali si rovesciava l’ordine sociale: gli appartenenti ai ceti più umili e persino gli schiavi potevano prendere in giro i cittadini ricchi, fingendo di prenderne il posto.

I Saturnalia in un dipinto di Antoine Callet
I Saturnali in un dipinto di Antoine Callet.

Tali festeggiamenti, secondo un’interpretazione consolidata, rappresentavano la conclusione di un anno (o di un ciclo) e precedevano l’inizio del nuovo ciclo, nel quale l’ordine era ripristinato. In alcune casi era diffusa anche l’usanza di mascherarsi, che aveva lo scopo di mostrarsi diversi da quello che si era realmente: per esempio, il povero poteva apparire ricco e viceversa.

La Chiesa e il Carnevale

Dopo l’avvento del Cristianesimo, la Chiesa vietò le celebrazioni pagane, che continuarono a esistere come tradizioni popolari. Le autorità ecclesiastiche non riuscirono a impedire le celebrazioni e gradualmente le accettarono e le “inserirono” nel calendario liturgico, collegando il Carnevale alla data della Pasqua.

Nel basso Medioevo il Carnevale guadagnò maggiore popolarità, soprattutto in Italia. In varie località si affermarono alcune usanze, come le maschere e i carri, che si sono in seguito diffuse in Europa e nel resto del mondo.

Quando è diventato popolare il Carnevale: il Rinascimento

Durante il Rinascimento, la ricorrenza del Carnevale divenne più popolare. In alcune città, come nella Firenze dei Medici, le corti reali organizzavano sfarzosi festeggiamenti con carri allegorici. Nel ‘600, inoltre, si affermarono le maschere della Commedia dell’arte, un tipo di teatro basato sulla presenza di personaggi fissi, molti dei quali divennero popolari come costumi di carnevale: Arlecchino , Pulcinella, Balanzone e molti altri.

Arlecchino (1671)
Arlecchino.

Inoltre, grazie alla colonizzazione europea degli altri continenti, il Carnevale si diffuse in molte aree del pianeta, dando origine a innumerevoli usanze e tradizioni.

Come si festeggia il Carnevale oggi

Oggi il Carnevale è prevalentemente una festa laica e commerciale, diffusa in tutto il mondo cristiano e in alcuni territori che sono stati colonizzati dagli europei. Non è celebrato (almeno, non su larga scala) nei Paesi arabo-musulmani, in Cina, in India (con l’eccezione dello Stato del Goa) e in altri territori non cristiani. In molti Paesi, però, esistono celebrazioni dello stesso tipo in altri periodi dell’anno.

Carro allegorico al Carnevale di Massafra (Taranto)
Carro allegorico al Carnevale di Massafra (Taranto)

Nei Paesi cristiani il Carnevale ha dato vita a festeggiamenti molto popolari. In Italia, tra i “carnevali” più noti figurano quelli di Venezia, di Viareggio e di Ivrea, ma anche nel resto del mondo la ricorrenza dà origine a eventi di grande portata. Il più famoso è il carnevale di Rio de Janeiro, in Brasile, che ogni anno coinvolge circa due milioni di persone.

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