I cetacei (mammiferi acquatici placentati che comprendono balene, delfini, orche, focene, narvali e beluga) rappresentano un vasto raggruppamento di mammiferi marini, il cui studio approfondito ha permesso negli ultimi 40 anni di comprendere di più sulle modalità di comunicazione intraspecifica, sui modi e sulle strategie di azione e relazione tra gli individui. Alcuni cetacei hanno la capacità di emettere onde sonore, grazie alle quali possono comunicare anche in modo piuttosto complesso con un'ampia gamma di suoni alcuni dei quali simili a “canti”, come nel caso di alcune balene. A ogni modo, le comunicazioni tra cetacei sono soprattutto di tipo tattile e acustico. Non possono usare tutti i sensi per comunicare per via dei limiti imposti dall'ambiente acquatico: l'acqua, per esempio, non è un mezzo efficace per la diffusione degli odori. Allo stesso modo, anche l’utilizzo della vista è ostacolato dal movimento e dalla torbidità dell’acqua, dalle fioriture di plancton e dalla mancanza di luce.
Comunicazione acustica
Questo tipo di comunicazione può essere ulteriormente suddivisa in vocale e non vocale. Per quanto riguarda la comunicazione acustica di tipo vocale, tra i Misticeti è possibile assistere a canti a bassa frequenza, brevi colpi ripetuti e fischi. A proposito dei canti, gli studi scientifici hanno chiarito che quelli prodotti dai maschi delle megattere, Megaptera novaeangliae, sono vere e proprie “canzoni”, lunghe fino a 30 minuti e nelle quali è possibile riconoscere la ripetizione di elementi in frasi e frasi in tematiche. Attraverso queste canzoni, tipiche della stagione riproduttiva, gli animali comunicano informazioni riguardo il proprio stato (riproduttivo e geografico) alle femmine e agli altri maschi. Gli Odontoceti, invece, producono suoni più ad alta frequenza, come una sorta di fischi a banda stretta e suoni pulsati a banda larga. Alcuni di questi suoni, descritti in letteratura come abbai, ronzii, strilli, hanno tutti una funzione sociale. A eccezione del capodoglio, gli Odontoceti hanno due sistemi di labbra foniche, che danno loro la possibilità di emettere due suoni diversi contemporaneamente.
La comunicazione acustica di tipo non verbale, invece, prende in considerazione tutta la gamma di rumori prodotti dalle pinne che colpiscono l’acqua, dal digrignamento dei denti, dall’emissione di bolle d’aria oppure dai salti in superficie. Si tratta di comportamenti che, sebbene ancora non del tutto compresi dalla nostra specie, è molto probabile che abbiano all’origine una causalità comunicativa.
Comunicazione tattile tra i cetacei: il caso delle balene
Quella tattile è una tipologia di comunicazione studiata soprattutto in condizioni di cattività, dove azioni tra cui lo sfregamento della gengiva, delle pinne o della pinna dorsale vengono utilizzate come efficaci rinforzi nell’addestramento. Spesso è possibile prenderne nota anche in mare aperto. Non è raro vedere filmati o fotografie che ritraggono esemplari di balene grigie, Eschrichtius robustus, avvicinarsi e sfregare il corpo sotto le imbarcazioni o, addirittura, tollerare le carezze da parte dei turisti (sebbene questo sia un comportamento da non imitare). In natura, la stenella maculata atlantica, Stenella frontalis, e le specie del genere Tursiops sp., nuotano spesso a stretto contatto tra loro, formando branchi talvolta molto numerosi. Tra le balene, infine, è molto comune assistere allo stretto contatto tra madri e cuccioli.