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Come funziona la sigaretta elettronica: quanto fa male e la differenza con quella tradizionale

La sigaretta elettronica, conosciuta anche svapo, è un dispositivo che nebulizza un liquido formato da glicole propilenico, glicerolo, aromi e nicotina. La differenza principale con la sigaretta elettronica è la mancanza di combustione. Vediamo perché non può essere considerata innocua.

29 Febbraio 2024
18:30
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Come funziona la sigaretta elettronica: quanto fa male e la differenza con quella tradizionale
sigaretta elettronica come funziona fa male

La sigaretta elettronica, chiamata anche svapo o e-cig, a differenza di quello che si pensa è decisamente meno dannosa della sigaretta tradizionale. Questo perché non avviene la combustione e quindi non si sviluppano le tipiche sostanze cancerogene del fumo. Questo non significa però che siano innocue: nell'aerosol che si inala potrebbero esserci tracce di metalli (come il nichel e il rame) o sostanze organiche particolarmente tossiche come acetaldeide e/o formaldeide. Facciamo quindi un po’ di chiarezza sulla sigaretta elettronica, parlando della composizione chimica dei liquidi e degli effetti sulla salute umana.

Cosa contiene il liquido della sigaretta elettronica

Il liquido delle sigarette elettroniche è formato principalmente da una miscela di glicole propilenico e glicerolo (chiamata anche glicerina o glicerina vegetale VG). A volte c’è anche una piccola percentuale di acqua, ma nella maggior parte dei casi l'acqua non è presente. Il glicole propilenico e il glicerolo sono delle sostanze organiche che hanno una struttura molecolare molto simile e sono relativamente poco tossiche. Infatti trovano tantissime applicazioni, per esempio come additivi alimentari, nelle macchine del fumo per i concerti e in tantissimi cosmetici.

Poi chiaramente è possibile aggiungere la nicotina e gli aromi. La nicotina è la sostanza che crea dipendenza e che ha effetti sul nostro cervello e sulla salute. All’interno è possibile trovare due forme di nicotina, sempre con una concentrazione massima di 20 milligrammi per millilitro di liquido (20 mg/ml): nicotina pura oppure nicotina sottoforma di sali come per esempio nicotina benzoato, nicotina tartrato o nicotina lattato.

Gli aromi invece vengono aggiunti per dare sapore al liquido e arrivano anche loro da delle sostanze organiche disciolte nel liquido: giusto per citare qualche esempio si aggiunge il mentolo per dare il sapore di menta, per il sapore di pesca il 2-isopropil N,2,3-trimetilbutirrammide, oppure per il sapore di limone si aggiunge il limonene. Ci sono migliaia e migliaia di sostanze organiche che possono conferire sapore ai liquidi e la loro combinazione può creare gusti nuovi e particolari.

liquido sigarette elettroniche
Il liquido delle sigarette elettroniche è formato principalmente da glicole propilenico e da glicerolo, con aggiunta di aromi e nicotina.

Come funziona la sigaretta elettronica

Partiamo col dire che la sigaretta di solito viene chiamata anche svapo e da qui il verbo "svapare". Effettivamente inalare l'aerosol prodotto dallo svapo è diverso dal fumare le sigarette normali. Infatti nella sigaretta elettronica non avviene la combustione, quindi non c’è una fiamma che brucia del materiale organico e di conseguenza non si producono tutte le sostanze tossiche del fumo.

Nello svapo funziona tramite una resistenza: quest'ultima si riscalda, il liquido all'interno viene nebulizzato e inalato grazie all'aspirazione dell'aria. Spesso si dice che la sigaretta "vaporizza" il liquido. In realtà non è del tutto corretto dire vaporizzato perché quello che viene prodotto non è vapore, ma aerosol: piccolissime goccioline allo stato liquido disperse in aria. Se guardassimo al microscopio, vedremmo delle goccioline dalle dimensioni tra i 100 e 600 nanometri, quindi circa 1000 volte più piccole dello spessore di un capello.

resistenza sigaretta elettronica
La resistenza spesso è formata da nichelcromo, una lega formata appunto da nichel e cromo

Inoltre, la resistenza che scalda il liquido e che fa ottenere l’aerosol viene spesso chiamato “atomizzatore”. Dal punto di vista tecnico l’atomizzazione è un processo che trasforma un materiale in singoli atomi. Questo però non accade con lo svapo, ma abbiamo detto che si formano goccioline di liquido, non singoli atomi. “Atomizzatore” viene usato come sinonimo di “nebulizzatore” o “aerosolizzatore”, ma questi ultimi sarebbero i termini più corretti dal punto di vista scientifico.

Comunque, la temperatura che raggiunge la resistenza dipende dalla quantità di liquido. Se il serbatoio è secco potenzialmente si possono raggiungere temperature superiori ai 700°C, se invece è presente il liquido, la temperatura può rimanere sotto i 200°C. Tutto dipende dai valori di resistenza e dal tempo di utilizzo (banalmente se facciamo un tiro lungo, la temperatura sarà più alta). Più è alto il valore della resistenza e più probabilità c’è che il liquido si degradi formando delle sostanze potenzialmente nocive.

Fa più male la sigaretta elettronica o quella normale?

Il fatto che non ci sia la combustione come per le sigarette tradizionali rende lo svapo meno pericoloso e con meno rischi per la salute, proprio perché non si producono le sostanze tossiche classiche del fumo. Di conseguenza svapare invece di fumare fa evitare di inalare catrame e tutte le sostanze cancerogene delle sigarette tradizionali, ma questo non significa che le sigarette elettroniche siano innocue al 100%.

Andando ad analizzare bene le goccioline dell’aerosol è stata dimostrata per esempio la presenza di nichel e cromo. Questo perché la resistenza è spesso formata da nichelcromo, cioè una lega formata proprio da nichel e cromo. Ora, la domanda da porsi è: "Quanto nichel e quanto cromo ci sono nelle goccioline? Quanto ne stiamo effettivamente inalando?" La risposta è dipende: dipende da quanto svapiamo, dalla temperatura raggiunta dalla resistenza, dal materiale della resistenza. Ci sono tante variabili e quindi per poter avere dei dati certi sui possibili danni causati da questi metalli, serve tempo e servono studi grandi e approfonditi.

fumo

Oltre ai metalli, si potrebbero sviluppare altre sostanze potenzialmente pericolose: il glicole e il glicerolo ad alte temperature possono degradarsi e formare per esempio formaldeide e acetaldeide, due sostanze cancerogene. Però anche qui dipende sempre dalla temperatura raggiunta: se il serbatoio è quasi secco, le temperature possono essere più elevate e quindi sviluppare più metalli e più sostanze cancerogene.

Per quanto riguarda gli aromi, la questione è ancora più complessa perché ci sono tantissime molecole responsabile dei sapori e come dice l’Airc “dovrebbero essere esaminati uno a uno in maniera approfondita per determinare la potenziale tossicità nel polmone o altrove”.

Ecco quindi come capite non è semplice determinare a priori i possibili effetti a lungo termine. Però sono già stati dimostrati effetti a breve termine: irritazione delle vie aeree, eccessiva secrezione di muco, tosse, difficoltà respiratorie, dolore al petto, nausea, vomito o diarrea, stanchezza, febbre o perdita di peso. Per non parlare di tutti gli effetti collaterali della nicotina, che ricordiamo, oltre a causare una forte dipendenza, può favorire l'ipertensione, il diabete e nei giovani può interferire con lo sviluppo neurologico, quindi con lo sviluppo del cervello.

In conclusione possiamo dire che lo svapo non è innocuo e gli studi futuri ci daranno più informazioni sugli effetti collaterali, ma sono decisamente meno dannose delle sigarette tradizionali.

Sono un appassionato del mondo microscopico, a partire dalle molecole fino agli artropodi. La laurea magistrale in chimica mi ha permesso di avere gli strumenti necessari per comprendere il funzionamento del mondo, ma soprattutto ha saziato la mia fame di risposte. Curioso, creativo e con idee folli: date una videocamera, un drone o una chitarra al DeNa e lo renderete felice.
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