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GEOPOLITIX
episodio 38
1 Febbraio 2024
18:32

Come si fugge dalla Corea del Nord? L’intervista esclusiva a un uomo che ci è riuscito

Timothy Cho è un attivista per i diritti umani nordcoreano che è riuscito a scappare dalla Corea del Nord. Come ha fatto? E come si vive sotto la dittatura di Kim Jong-un? Ce lo ha raccontato in un'intervista esclusiva.

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Come si fugge dalla Corea del Nord? L’intervista esclusiva a un uomo che ci è riuscito
Intervista a Timothy Cho
Attivista nordcoreano per i diritti umani
fuggito dalla corea del nord intervista esclusiva
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Se nasci in Corea del Nord, non puoi andartene dal Paese no viaggiare all'estero. La Corea del Nord, infatti, è probabilmente il Paese più isolato al mondo, governato attraverso la dittatura totalitaria di Kim Jong-un e, prima di lui, di suo padre e di suo nonno. Per capire cosa significa davvero vivere in Corea del Nord, quali sono le sue regole e come è possibile riuscire a scappare dal Paese, abbiamo intervistato una delle poche migliaia di persone che, nel corso dei decenni, sono riuscite a fuggire dalla Corea del Nord. Si tratta di Timothy Cho, attivista nordcoreano per i diritti umani di 35 anni, scappato per due volte dalla Corea del Nord e ora residente nel Regno Unito. Di seguito trovate la trascrizione tradotta di un estratto dell'intervista, che potete vedere integralmente nel video qui sopra.

Alessandro: «Timothy, com'è possibile che le persone non possano andarsene dalla Corea del Nord?».

Timothy: «Le persone non hanno il passaporto; non sanno cosa sia un passaporto. E gli spostamenti tra paesi, città e province in Corea del Nord non sono consentiti senza un permesso e dei documenti viaggio rilasciati dalle autorità. Partire o scappare in un altro Paese, in sé e per sé, è un atto di terrorismo. Questo è il motivo per cui la Convenzione di Ginevra dell’ONU ha riconosciuto ai nordcoreani il diritto d’asilo come rifugiati politici, religiosi ed economici. La Cina ovviamente non segue queste regole: arresta i fuggitivi e li manda di nuovo in Corea del Nord.

In questa prospettiva i nordcoreani sanno che oltrepassare il confine significa rischiare la vita. Molti fuggitivi vengono arrestati e messi in prigione o nei gulag o giustiziati. Inoltre le famiglie di chi scappa vengono etichettate come "traditrici" per le successive tre generazioni e vengono discriminate dalla società.

Il sistema è quello di una società-prigione: non puoi esprimerti e non puoi scegliere liberamente quello che vuoi indossare, il tuo taglio di capelli, il tipo di scarpe, i vestiti».

Alessandro: «Quanto sanno i nordcoreani del mondo esterno, degli altri Paesi?».

Timothy: «Le informazioni provenienti dall'estero sono completamente bloccate. Solo pochi oggetti di contrabbando riescono a entrare in Corea del Nord: questa è la ragione per cui alcune associazioni per i diritti umani contrabbandano dall’esterno delle chiavette USB che contengono notizie, film, fotografie e libri. Le autorità, però, sanno chi controllare, chi dev’essere osservato. Il sistema in sé è pensato per auto-controllarsi: chi sta dietro di me mi guarda, lo stesso chi mi sta accanto, io guardo quello davanti.

Spesso le persone mi chiedono: “perché la Corea del Nord non è stata mai in grado di ribellarsi contro questo regime autoritario?”. Il fatto è che in un Paese come la Corea del Nord l’informazione è completamente bloccata: niente telefoni, niente internet, niente Facebook».

Alessandro: «Timothy, come viene vista la famiglia Kim e come viene considerato Kim Jong-un nel Paese?».

Timothy: «Quando Kim Il-sung [il nonno di Kim Jong-un] è morto, ho pianto. Sono andato a scuola e tutti sembravano in lutto e tristi. Ricordo ancora l’atmosfera: il Paese era in lacrime ed era la stagione delle piogge e pioveva e al telegiornale hanno detto: "anche il cielo è molto triste perché il nostro dio è morto". E pensavo davvero fosse il nostro dio. E ho chiesto a mio padre: "cosa faremo adesso? È morto. Il nostro dio è morto. Moriremo anche noi?". E mio padre disse: "no, vivrà nei nostri cuori per sempre. È il nostro leader eterno". E mi ha anche detto che avremmo seguito il secondo Kim. Adesso governa il terzo Kim.

La dinastia Kim ha creato una storia mitica su se stessa. A scuola la maggior parte del tempo era dedicata a memorizzare la biografia della famiglia Kim. Inoltre, alle elementari, alle superiori, all’università, nelle fabbriche, dappertutto, dentro le stanze ci sono le immagini dei tre leader sulle pareti. E in giro ci sono circa 50.000 monumenti della famiglia Kim e ti devi inchinare davanti alle statue».

Attenzione: il resto dell'intervista e la storia della fuga di Timothy sono nel video che trovate in alto.

Classe ‘88, sono laureato in Scienze Geografiche e prima di Geopop ho lavorato per lo sviluppo di progetti socio-ambientali, scritto un romanzo di viaggio, insegnato Geografia, Storia e Lettere alle superiori e fatto divulgazione su YouTube e RaiGulp. Viaggiare e raccontare il mondo è la mia passione: geopolitica, luoghi, usi e costumi, storie… Da bambino adoravo Piero Angela e Indiana Jones.
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