

Chi diventerà il nuovo presidente degli Stati Uniti d'America? L'ex presidente repubblicano Donald Trump o la vice-presidente dell'amministrazione Biden, la democratica Kamala Harris? Quel che è certo è che le elezioni, datate martedì 5 novembre 2024, sono in realtà già in corso per quanto riguarda il voto per corrispondenza e i sondaggi nazionali al momento danno Harris in vantaggio di media di 5 punti percentuali. Non sarebbe però un vantaggio sufficiente per la candidata democratica per stare tranquilla, sia per il margine di errore degli stessi sondaggi, sia per il funzionamento delle elezioni USA sia per la capacità di Trump, dimostrata nelle elezioni passate, di recuperare terreno negli ultimi giorni prima del voto. Per capire la situazione e comprendere quanto conti davvero il presidente degli Stati Uniti, il meccanismo elettorale statunitense e le possibili differenze in politica estera tra Trump e Harris, abbiamo intervistato Federico Petroni, analista della Rivista di geopolitica Limes, coordinatore didattico della Scuola di Limes e autore della rubrica Fiamme Americane.
Nel corso dell'intervista, che potete visionare in versione integrale nel video qui sopra, vengono trattate varie questioni tra cui l'esito ancora molto incerto del voto, la possibilità concreta che possano verificarsi degli scontri e scoppiare delle violenze nel caso i risultati non siano chiari, il limitato potere del presidente degli USA in materia di allocazione delle risorse economiche e di decisioni decisive in politica estera. Si affronta poi più nel dettaglio la diversa postura che Trump e Harris potrebbero avere rispetto alla guerra russo-ucraina, al conflitto in Medio Oriente, alle tensioni con la Cina, senza dimenticare il rapporto con gli alleati (in particolare NATO, Unione Europea e Italia).
Il video si chiude con una domanda di fantapolitica: gli Stati Uniti, come accaduto nell'Antica Roma, potrebbero passare dall'attuale ordinamento repubblicano a uno formalmente imperiale?