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15 Agosto 2024
11:30

Come sono nate le ferie estive e il fenomeno del turismo di massa?

Le ferie estive hanno democratizzato il turismo, un tempo riservato alle élite. Oggi comportano però sfide nuove, come ad esempio la pressione ambientale e il conseguente rischio di degrado dei territori e le pressioni psicosociali sulle persone attraverso i social network.

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Come sono nate le ferie estive e il fenomeno del turismo di massa?
nascita turismo di massa

Le ferie estive sono uno dei momenti più attesi dell'anno, segnando il periodo di pausa dal lavoro e dalla routine quotidiana per rilassarsi e dedicarsi ad attività di turismo e villeggiatura. Ma com'è nato il turismo di massa? Se in un primo momento questa attività era riservata solo a soggetti dell'aristocrazia o dell'alta borghesia, con l'invenzione delle ferie, ossia del diritto al riposo per i lavoratori, il fenomeno ha iniziato a riguardare tutta la popolazione, diffondendosi in Italia soprattutto a partire dal secondo dopoguerra.

La nascita delle ferie e del turismo

Il termine "turismo" è nato tra il XVII e il XVIII secolo e deriva dal francese. Era legato inizialmente al grand tour, un viaggio di lunga durata svolto da giovani aristocratici europei per scopi educativi e culturali. A quel tempo, il turismo era praticato da una ristretta élite ed era considerato parte integrante del loro stile di vita, in quanto richiedeva risorse finanziarie e tempo libero.

Con l'avvento della società industriale, si è cominciato a distinguere tra tempo di lavoro e tempo libero. L'introduzione delle ferie pagate rappresenta una delle conquiste fondamentali dei movimenti operai del XX secolo. In molte nazioni europee, come la Francia, le ferie pagate furono istituite negli anni '30. Questi cambiamenti permisero alle classi lavoratrici di avere modo di riposarsi e svagarsi, contribuendo alla democratizzazione del tempo libero. Prima di allora, il viaggio era una prerogativa delle classi agiate: l’unico tempo di non lavoro era quello “sacro” (matrimonio, feste religiose ecc); per cui viaggiare e oziare costituivano una possibilità delle sole classi aristocratiche.

In Italia prima del 1925 non esisteva alcuna legge che garantisse il diritto alle ferie per i lavoratori. Nel 1925 venne stabilito però che tutti i lavoratori avrebbero avuto diritto a due settimane di ferie all'anno. Successivamente il numero di giorni di ferie è aumentato.

nascita del turismo

Con la fine della Seconda Guerra Mondiale e l’aumento della mobilità delle persone (treni, aerei, navi, automobili private) si assistette ad un forte sviluppo del turismo in tutto il mondo. Secondo i dati dell'UNWTO, Organizzazione Mondiale del Turismo, tra 1950-1975 l’Europa divenne la prima destinazione per arrivi (passando da 16,8 mln a 151,5 mln).

Negli anni '80, nacque poi la vacanza organizzata: non diminuì la durata complessiva della vacanza (20-30 giorni annuali circa) ma cominciò a essere ripartita nel corso dell’anno.

È tuttavia negli anni ’90 che il turismo diventa un bene irrinunciabile e si afferma ufficialmente come fenomeno di massa a livello globale: si viaggia così per diverse motivazioni (arte, divertimento, villeggiatura, sport e così via).

Come è cambiato il turismo nel tempo: alcuni fattori

L’approccio al viaggio e al turismo è molto cambiato nel corso dei vari periodi storici. Ecco due esempi concreti che hanno inciso sul suo sviluppo:

  • Cultura medica: fu molto importante per dar vita al turismo moderno (‘800-‘900). Soprattutto un tempo (ma non solo) i medici consigliavano infatti precisi soggiorni turistici per guarire specifiche patologie e questo determinò gli afflussi turistici in località di mare o termali. La moda del bathing come attività salutare ebbe origine in Inghilterra, con località come Brighton che divennero popolari tra le élite. Successivamente, le spiagge francesi come Nizza e Cannes divennero famose destinazioni per l'aristocrazia europea.
  • Rapporto con l’abbronzatura: fino alla fine dell'Età moderna e anche oltre, l’abbronzatura era considerata qualcosa da evitare. nell'alta società (la pelle chiarissima, infatti, era considerata un segno elitario, mentre l’abbronzatura segnalava chi lavorava all’aria aperta); in seguito, invece, l’abbronzatura divenne alla moda, tipica di chi si poteva permettere e godere il tempo libero al mare. Le spiagge (soprattutto nel mar Mediterraneo) iniziarono così ad essere frequentate nei mesi estivi.
  • L'avvento di internet: negli ultimi decenni, il turismo non è più in mano ai tour operator (molto popolari negli anni '80 e '90) ma è auto-organizzato, grazie all'uso di Internet e al fenomeno degli affitti brevi.
ferie estive

Alcuni risvolti negativi del turismo di massa

Attualmente il turismo di massa porta con sé una serie di aspetti negativi. Elenchiamone alcuni dei principali:

  • Rapporto con i locali: i turisti spesso cercano esperienze autentiche che, paradossalmente, possono trasformare le culture locali in "merce" per il consumo turistico. Questo processo, noto come commodification, può alterare profondamente le culture e le economie locali. Un esempio estremo è quello delle donne Padaung, nel Sud-est asiatico.
  • Sfruttamento delle risorse: il turismo di massa ha impatti significativi sulle economie locali, spesso generando entrate importanti. Tuttavia, può anche causare sovraffollamento, degrado ambientale, sfruttamento del territorio e delle sue risorse (ambientali, sociali ed economiche).
  • Pressioni sociali e sfoggio del successo: le trasformazioni sociali ed economiche degli ultimi anni hanno ripercussioni anche sulle vacanze, che ora non sono più intese come un risarcimento dalle fatiche lavorative, ma come un'opportunità per valorizzare l’apparenza e il corpo. Diversamente che in passato, le ferie hanno una funzione “produttiva”: sono un momento chiave per mostrare il proprio status sociale, produrre modelli di bellezza del corpo e successo. Questo processo si intreccia con una crescente ansia di prestazione e paura dell'anonimato.
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