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21 Ottobre 2021
7:00

COP26: cos’è e perché è importante la Conferenza sul Cambiamento Climatico

A distanza di un anno dalla data prefissata per il 2020 e a seguito degli eventi di Milano delle scorse settimane, a breve si terrà a Glasgow la COP26, il 26° vertice annuale sui cambiamenti climatici, in cui i leader internazionali si incontreranno per raggiungere un accordo su come affrontare la questione. L'urgenza climatica è massima e, per questo motivo, la conferenza è uno degli eventi più importanti di questo 2021.

A cura di Redazione
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COP26: cos’è e perché è importante la Conferenza sul Cambiamento Climatico

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Tutti ormai avrete sentito parlare almeno una volta di cambiamenti climatici e della loro importanza a livello globale. Per trovare soluzioni concrete al problema, a quasi un anno di distanza dalla data inizialmente prefissata, si terrà la COP26, così chiamata perché è la ventiseiesima Conferenza delle Parti sui Cambiamenti Climatici. Da circa trent'anni l'ONU riunisce quasi tutti i Paesi del Mondo per i vertici globali sul clima, detti COP – acronimo di Conference of Parts – con lo scopo di definire soluzioni concrete per un'azione comune nella lotta contro il cambiamento climatico. 

La COP26 si sarebbe dovuta svolgere nel corso del 2020 ma, alla luce di quanto avvenuto durante la pandemia globale da coronavirus, Regno Unito e Italia (i due Paesi partner ospitanti) hanno deciso di rimandare la negoziazione all'autunno 2021, garantendo così più tempo alle singole parti per la preparazione all'evento, che ormai è imminente.

Dove e quando si terrà la COP26

La XXVI Conferenza delle Parti 2021 del United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCCC) avrà luogo in Regno Unito, a Glasgow, presso lo Scottish Event Campus (SEC) tra il 31 ottobre e il 12 novembre 2021 e ospiterà più di 190 leader mondiali e decine di migliaia di negoziatori, imprese, rappresentanti dei governi e cittadini.

Perché la XXVI Conference of Parts è così importante?

Facciamo un passo indietro: parliamo brevemente della COP21. Forse la ricordiamo per gli Accordi di Parigi del 2015, con cui venne accettato da tutti i Paesi membri di collaborare per contenere l'aumento della temperatura globale ben al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali, proseguendo poi con gli sforzi per limitarla a 1,5°C. In questa occasione vennero inoltre stipulati i cosiddetti "piani generali nazionali per l'azione" (abbreviati con NDC), cioè gli sforzi che ciascun Paese si impegna ad attuare per ridurre le emissioni nazionali. Ogni Paese quindi delinea e comunica le proprie azioni per il medio e il lungo periodo che dovranno essere rispettate.

La 25a e ultima UN Climate Change Conference, tenutasi a Madrid nel dicembre 2019, si è conclusa con un nulla di fatto: le negoziazioni non portarono ad alcun accordo, posticipando l'azione e le contrattazioni alla COP di Glasgow. La necessità di agire è urgente, ecco perché questa Conferenza è di carattere vitale: sembra essere l'ultima opportunità reale per poter affrontare l'emergenza climatica globale, che ha carattere straordinario.
In merito all'emergenza climatica il sesto e ultimo report sul clima dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), chiarisce ulteriormente l'importanza di un'azione globale comune per combattere questo processo ormai irreversibile.

Gli obiettivi della COP26

La COP26 verterà principalmente su quattro aspetti: riduzione delle emissioni, protezione delle comunità e degli habitat naturali, finanziamenti  per il clima e il rafforzamento della collaborazione internazionale.
Per quanto riguarda le emissioni, l'obiettivo è quello di azzerarle al netto entro il 2050, restando entro gli 1,5 °C di aumento della temperatura rispetto ai livelli preindustriali. Ai singoli Paesi viene chiesto di presentare le proprie strategie di lungo termine per ridurre le emissioni già entro il 2030. Come? Accelerando l'eliminazione graduale dei combustibili fossili, accelerando la transizione verso veicoli elettrici, riducendo la deforestazione e incentivando le fonti energetiche rinnovabili.
È anche necessario tenere presente che le variazioni climatiche andranno negli anni a impattare soprattutto sui Paesi più fragili e, per questo motivo, è necessario proteggere e ripristinare gli ecosistemi, permettendo di evitare la perdita di beni di sussistenza (acqua, alimentari quali riso e mais, medicinali, ecc.) e vite umane.

Per fare tutto questo saranno necessari importanti finanziamenti – stimati attorno ai 100 miliardi di dollari ogni anno (UN Climate Change Conference – UK 2021) – e collaborazioni internazionali.  Sarà finalizzato anche il Paris Rulebook, ovvero l'insieme delle regole dettagliate che rendono operativo l'Accordo di Parigi del 2015.

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