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12 Aprile 2024
17:30

I ghiacciai in Africa esistono, ma stanno scomparendo rapidamente per il cambiamento climatico

Sulle vette più alte dell'Africa orientale esistono tre ghiacciai, che però potrebbero scomparire entro la metà del secolo. Un nuovo studio mostra la velocità con cui si stanno ritirando a causa del cambiamento climatico.

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I ghiacciai in Africa esistono, ma stanno scomparendo rapidamente per il cambiamento climatico
ghiacciai africa

Per quanto possa sembrare insolito, anche il continente africano ha i suoi ghiacciai: sono solo tre e si trovano nell’Africa orientale sul Kilimangiaro, sul Monte Kenya e sulla catena del Rwenzori, le cui vette superano i 5000 m e dove le temperature sono sufficientemente rigide. Questi ghiacciai, però, proprio come nel resto del mondo si stanno riducendo molto velocemente: addirittura potrebbero scomparire entro la metà del secolo. Un recente studio di un team di ricercatori tedeschi, austriaci e neozelandesi, grazie alle immagini satellitari, ne ha rilevato l’attuale estensione, evidenziando così la velocità con cui questi ghiacciai si sono ritirati negli ultimi anni. Il loro ritiro, in particolare, è dovuto alla diminuzione delle precipitazioni, legata al cambiamento climatico.

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Credit: IOPscience

Quali sono i ghiacciai africani e quanto sono estesi

I ghiacciai africani sono collocati nell’Africa orientale, nella zona tropicale, in prossimità dell’equatore. Si trovano sulle cime più alte del continente: sul Kilimanjaro, vulcano della Tanzania alto 5.895 m, sul Monte Kenya, situato nella nazione omonima e alto 5.199 m, e sulla catena del Rwenzori, tra Uganda e Repubblica Democratica del Congo, alto 5.109 m.

Questi ghiacciai, da quando sono stati mappati per la prima volta alla fine dell’Ottocento, hanno perso oltre il 90% della loro superficie, mentre a partire dagli anni 2000 la loro estensione si è più che dimezzata.

Il nuovo studio ha fornito dati precisi sull’attuale estensione dei ghiacciai, che da alcuni anni non erano più stati aggiornati. Per farlo, ha utilizzato immagini satellitari ad alta risoluzione relative agli anni 2021/2022. Ne è risultato che il ritiro dei ghiacciai africani perdura in modo costante nel tempo. In particolare, il ghiacciaio del Kilimangiaro si estende solo più 0,98 km2, quello del Monte Kenya 0,07 km2, e quello della catena del Rwenzori 0,38 km2.

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L’estensione del Kilimanjaro tra il 1912 e il 2021. Credit: IOPscience

Perché i ghiacciai africani stanno scomparendo

Il ritiro dei ghiacciai africani è legato sì al cambiamento climatico, ma già da tempo è stato evidenziato come non sia una conseguenza diretta dell’aumento delle temperature, ma il risultato di una diminuzione nelle precipitazioni.

In Africa orientale le piogge si concentrano tra ottobre e dicembre e tra marzo e maggio, mentre sono scarse durante il resto dell’anno. Ad alta quota le precipitazioni delle stagioni delle piogge cadono sotto forma di neve, che nel tempo si trasforma in ghiaccio (l’80% delle precipitazioni annuali sulla vetta del Kilimangiaro si verifica durante le stagioni delle piogge). Tuttavia, a partire dalla fine dell’Ottocento, i periodi piovosi hanno cominciato a diminuire e, di conseguenza, i ghiacciai hanno iniziato a ridursi. Non sono stati solo i giorni di pioggia a diminuire, ma anche quelli caratterizzati da copertura nuvolosa.

I ghiacciai, quindi, sono più esposti alla radiazione solare, che anche in presenza di temperature sotto lo zero può trasformare il ghiaccio direttamente in vapore acqueo. I versanti esposti a sud sono quelli che subiscono maggiormente il fenomeno, mentre quelli occidentali spesso sono “protetti” da nubi. Inoltre, i ghiacciai del Monte Kenya e della catena del Rwenzori si trovano ad altitudini più basse rispetto a quelle del Kilimangiaro. Quindi al di sopra del ghiacciaio la temperatura è più spesso prossima a 0 °C a mezzogiorno, quando le radiazioni solari sono più concentrate: ciò favorisce la fusione.

In conclusione, i ghiacciai africani mostrano chiaramente la rapidità con cui progredisce il cambiamento climatico.

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Credit: IOPscience
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