Si chiamano PC Copilot Plus e sono la nuova generazione di computer portatili basati su Windows 11, il cui tratto distintivo è la presenza di un assistente virtuale integrato nel sistema operativo e basato sull'intelligenza artificiale generativa gestita da una NPU (Neural Processing Unit) in grado di compiere più di 40 trilioni di operazioni al secondo (TOPS). In questo caso c'è lo zampino di ChatGPT, ma in una veste differente: Microsoft ha infatti portato nel proprio sistema operativo il cuore della creatura di OpenAI, integrandone gli algoritmi in una serie di funzioni e programmi di uso comune attraverso il chatbot Copilot. Si tratta in sostanza dell'equivalente di Apple Intelligence – l'intelligenza artificiale di Apple – per il mondo Windows.
Le possibilità sono molteplici, ma non è tutto oro ciò che luccica. Tante modalità di utilizzo sono infatti ancora acerbe, soprattutto se utilizzate in italiano. Senza dimenticare il tema legato alla compatibilità dei software e all'impossibilità di utilizzare l'intelligenza artificiale su buona parte dei computer attualmente nelle nostre mani, anche se molto potenti.
Quando un computer può definirsi «Copilot Plus PC»: le caratteristiche
I PC Copilot Plus sono facilmente identificabili. Hanno infatti un apposito bollino sulla scocca e nella scheda tecnica, oltre a un pulsante dedicato a Copilot nella tastiera. Affinché un computer possa fregiarsi di questa sorta di riconoscimento, deve rispettare determinati requisiti tecnici:
- almeno 16 GB di RAM di nuova generazione (LPDDR5 o DDR5);
- almeno 256 GB di memoria interna di tipo SSD (uno standard ormai diventato comune su qualsiasi computer);
- un processore compatibile o un sistema su un chip (SoC, System-on-a-chip). Inizialmente gli unici due compatibili erano lo Snapdragon X Plus e lo Snapdragon X Elite prodotti dalla statunitense Qualcomm. Nel corso delle ultime settimane però si sono aggiunte anche soluzioni realizzate da aziende come Intel e AMD;
- una NPU (Neural Processing Unit) in grado di eseguire più di 40.000 miliardi di operazioni al secondo (TOPS, teraflops). Si tratta di un chip informatico specializzato per processi ad alto utilizzo di AI come traduzioni in tempo reale e generazione di immagini. Il vero e proprio cervello dei Copilot Plus PC, insomma.
Copilot Plus PC e processori ARM
Approfondiamo la questione del processore. Molti dei Copilot Plus PC hanno processori o SoC con architettura ARM, che fino a qualche anno fa trovavamo solo a bordo di smartphone e tablet e che è stata introdotta nel mercato dei personal computer da Apple nel 2021 con i suoi chip della serie M.
Rispetto alla tradizionale architettura x86, che aveva dominato il mercato per decenni sia in ambito Windows sia sui computer Apple, i processori ARM hanno dimostrato di saper raggiungere una potenza complessiva paragonabile a quella degli x86 a fronte però di un dispendio energetico decisamente più basso (del resto, le batterie degli smartphone e dei tablet sono sempre state più piccole di quelle dei computer).
È bene comunque sottolineare che i PC Copilot Plus, per essere definiti tali, non debbano necessariamente essere basati sui processori con architettura ARM. Non a caso, nel corso dell'IFA 2024 di Berlino (una delle più importanti fiere di elettronica a livello globale), sono stati presentati alcuni modelli basati su chip x86 di Intel e AMD.
Che cosa si può fare con i PC Copilot Plus
Trattandosi di notebook Windows a tutti gli effetti, i PC Copilot Plus consentono tutte le operazioni a cui i computer portatili ci hanno abituati nel corso degli anni. Nulla di diverso dunque per quanto riguarda la navigazione web, le sessioni di scrittura, la fruizione dei contenuti multimediali, l'utilizzo di applicativi didattici e professionali. Nel caso il processore fosse basato su architettura ARM, potrebbe esserci qualche limitazione nel funzionamento di alcuni software per via della compatibilità o meno del software con l'architettura ARM (in caso di incompatibilità i Copilot Plus PC usano un emulatore chiamato PRISM). È solo questione di tempo però: Microsoft sta lavorando con gli sviluppatori per risolvere anche questi aspetti.
Il vero game changer è però Copilot. Poter utilizzare un chatbot basato sull'intelligenza artificiale generativa direttamente all'interno del sistema operativo offre infatti una nuova modalità di interazione con il computer. Qualsiasi ricerca, per esempio, può passare attraverso il chatbot, senza la necessità di aprire il browser e interrogare Google. Questo è solo un esempio basilare, perché in realtà l'integrazione messa a punto da Microsoft è decisamente più profonda.
Con la funzione Sottotitoli, per esempio, è possibile tradurre in tempo reale qualsiasi audio venga fuori dagli altoparlanti del computer. Compare a schermo un pop-up con la traduzione, il che torna incredibilmente utile nei contesti più disparati: immaginate di dover fare una videocall di lavoro con una persona in inglese e non essere molto bravi con le lingue straniere: potreste comodamente comprendere ciò che il vostro interlocutore vi sta dicendo con una comoda scritta che compare a schermo (e senza che l'altra persona lo sappia).
Un altro esempio: Paint, il celebre applicativo per la grafica, può grazie a Copilot generare immagini di alta qualità a partire da un semplice schizzo. C'è inoltre la possibilità di chiedere a Copilot di creare una tabella Excel con il bilancio familiare, di rispondere a una specifica e-mail, di riassumere ciò che c'è scritto in un determinato documento Word. Il principio è esattamente quello di un «copilota», così come suggerisce il nome dell'assistente targato Microsoft.
Non è tutto oro ciò che luccica però, almeno allo stato attuale. Tante funzioni basate sull'intelligenza artificiale infatti non funzionano come dovrebbero o magari non sono disponibili in italiano. La sensazione è che i PC Copilot Plus siano per ora un po' acerbi, con gli algoritmi AI che probabilmente necessitavano di altro tempo per poter essere affinati. Come spesso accade però, sarà l'utilizzo quotidiano di milioni di utenti ad allenare l'intelligenza artificiale attraverso il più classico meccanismo di machine learning.
Il problema dell'intelligenza artificiale in Europa
Chiudiamo con una questione tutt'altro che secondaria. L'Unione Europea è l'unica istituzione al mondo ad aver approvato una legge che regolamenta l'intelligenza artificiale. Il testo prevede che le applicazioni IA siano classificate in livelli di rischio: nello specifico il rischio può essere minimo, limitato, elevato e inaccettabile. A ciascuna categoria viene associata una lista di obblighi sulla base dei possibili rischi per l'utente o per l'ambito nel quale quella data applicazione viene utilizzata. Ogni strumento AI classificato come «rischio inaccettabile» verrà vietato. Per esempio, nei Paesi UE sono vietate tutte quelle applicazioni che prevedono l'acquisizione di immagini da telecamere di sorveglianza o da internet al fine di creare banche dati per il riconoscimento facciale.
Una regolamentazione complessa dunque, che impone ad applicativi come Copilot delle restrizioni in determinati ambiti di utilizzo. Anche perché nell'UE vige il GDPR sul trattamento dei dati personali, una legge peraltro particolarmente stringente. Non è escluso dunque che Microsoft debba sedersi a tavolino con l'UE per comprendere le modalità con cui il proprio chatbot potrà funzionare in Windows 11 all'interno del mercato europeo. Un principio simile che sta alla base anche del ritardo nell'arrivo in Europa di Apple Intelligence.