Il 17 novembre 2024 il ventiseienne Pierpaolo Morciano ha perso la vita a dopo aver inalato da un palloncino del protossido di azoto, noto anche come gas esilarante, anche se al momento non si sa con esattezza cosa sia accaduto e cosa abbia effettivamente provocato la morte del giovane. Il protossido di azoto è comunemente utilizzato in ambito medico e alimentare per le sue proprietà anestetiche, analgesiche e ansiolitiche. Tuttavia, negli ultimi anni, il suo uso a scopo ricreativo è aumentato, poiché provoca sensazioni di euforia e rilassamento. Questo uso improprio comporta gravi rischi per la salute, motivo per cui diversi Paesi, come il Regno Unito, ne hanno vietato la vendita e l’utilizzo a scopo ricreativo. Il protossido di azoto è noto anche come il "gas di Joker", un riferimento al celebre personaggio di Batman, per il suo effetto esilarante e potenzialmente pericoloso. Vediamo la composizione chimica, come agisce sul corpo umano e come fa ad avere effetti esilaranti.
Cos’è il protossido di azoto, composizione chimica e utilizzi
Il protossido di azoto (o ossido di diazoto, N2O), per gli amici “gas esilarante” è un gas incolore, dall’odore dolciastro e non infiammabile, anche se può agire da comburente se combinato con l’ossigeno. Scoperto nel 1772, viene utilizzato per un’ampia gamma di processi industriali, commerciali (viene infatti utilizzato come gas propellente nelle confezioni di panna montata spray) e medico-scientifici, al punto da essere elencato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come un farmaco essenziale. Il protossido di azoto è anche il famoso NOS usato per potenziare le prestazioni dei motori.
Rispetto ad altri anestetici inalatori, non causa depressione respiratoria, ma da solo non è abbastanza potente da indurre la sedazione. Per questo viene associato all’ossigeno e utilizzato come anestetico e analgesico durante il parto, interventi dentali e chirurgici e nella medicina d’urgenza.
Come funziona il gas esilarante e a cosa serve
Il protossido di azoto ha effetto anestetico, analgesico e ansiolitico, ma agisce con meccanismi complessi e non del tutto chiari. Sappiamo che agisce sul Sistema Nervoso Centrale, sia a livello cerebrale che spinale e che è coinvolto in meccanismi che regolano la percezione del dolore e dell’ansia, le emozioni, il comportamento e il circuito di ricompensa, da cui ne deriva l'abuso.
La maggior parte degli effetti analgesici e anestetici sembrano essere legati all’inibizione di particolari recettori (recettori dell'N-metil-D-aspartato, NMDA) del neurotrasmettitore glutammato: sono questi recettori a veicolare le sensazioni di euforia e dissociazione date dall’inalazione del gas.
Il gas causa anche il rilascio di endorfine, portando all’attivazione del sistema oppioide e della noradrenalina, contribuendo all’effetto analgesico e alla riduzione del dolore. Come ansiolitico, sembra agire come le benzodiazepine, legandosi ai recettori dell’acido gamma amminobutirrico (GABA), che ha azione rilassante.
La “droga della risata”: gli effetti e i rischi
Il gas agisce già dopo 10-30 secondi dall’inalazione, ma il suo effetto si esaurisce in massimo 5 minuti. Come abbiamo detto, causa sia euforia, che calma e rilassamento, accompagnata da distorsione della realtà descritta come uno stato sognante o psichedelico.
Secondo il Report sull’utilizzo ricreazionale del protossido di azoto dello European Monitoring Center for Drugs and Drug Addiction (EMCDDA) per l’uso ricreativo vengono svuotate nei palloncini e poi inalate da 1 a 3 cartucce contenenti circa 8 g di gas ciascuna. C’è anche chi lo inala direttamente dalle bombolette di panna spray, esponendosi al rischio di ustioni da freddo: il protossido d’azoto in questi prodotti è pressurizzato ed esce a una temperatura dai -40 ai -55°C, bruciando in pochi secondi labbra, gola e in alcuni casi corde vocali e polmoni!
I rischi principali sono strettamente connessi alla sua azione farmacologica. Innanzitutto, alcuni effetti di disorientamento e dissociazione sono dati dall’ipossia: il gas inalato puro diluisce l’ossigeno nei polmoni, in alcuni casi fino a sostituirlo. L’utilizzo acuto causa nausea, perdita della coordinazione e vomito.
Con l’utilizzo cronico o ad alte dosi i rischi vanno dalla perdita di conoscenza, alle allucinazioni, da episodi psicotici all’anemia fino a rari casi di embolia e trombosi. Le ripetute ipossie dell’utilizzo cronico riducono l’ossigeno che arriva al cervello, causando danni cerebrali con riduzione delle capacità cognitive, di concentrazione e memoria.
Il protossido di azoto è neurotossico, con un meccanismo che sembra coinvolgere la vitamina B12. Il protossido d’azoto infatti ossida il cobalto della vitamina B12, inattivandola irreversibilmente, ed essendo una vitamina essenziale, il nostro organismo non ha meccanismi per produrla, così vengono bloccati tutti i processi in cui è fondamentale.
Le conseguenze più gravi dell’inattivazione della vitamina B12 sono la mieloneuropatia (o mielopatia), una degenerazione o infiammazione del midollo spinale e la parestesia. Descritta come una sensazione di gambe addormentate e scoordinate, è causata dal danneggiamento dei neuroni periferici che portano i segnali sensoriali dagli arti al cervello, e dei neuroni che controllano i muscoli e il movimento, rendendo difficile camminare fino alla completa paralisi delle gambe (paraplegia).
Se si agisce tempestivamente, alcuni di questi effetti sono parzialmente reversibili, ma lasciano comunque leggere disfunzioni sensoriali.