Nel corso della storia l’uomo ha sempre cercato di dominare i corsi d’acqua, deviandola in canali artificiali o fermandola tramite le dighe, per poterla utilizzare a proprio piacimento. La canalizzazione dei fiumi è uno dei principali motivi della loro modifica e consente di portare l’acqua nei campi, di produrre energia elettrica o di renderli navigabili. Tuttavia, se fatta in modo scorretto, può portare a gravi conseguenze che mettono a rischio anche le comunità umane. Vediamo nel dettaglio cosa è la canalizzazione e perché produce danni.
Come "funziona" naturalmente un fiume
Prima di vedere cos'è la canalizzazione, capiamo come "funzionano" normalmente i corsi d'acqua. Questi ultimi scorrono sulla superficie terrestre, da una sorgente a una foce, grazie alla forza di gravità. La parte di terreno in cui l’acqua fluisce è chiamata letto o alveo, mentre i bordi del fiume che trattengono l’acqua nell’alveo sono gli argini, o sponde.
Le acque correnti dei fiumi naturali, quando hanno abbastanza energia, sono in grado di erodere il materiale che incontrano (tra cui il materiale degli argini) e trasportarlo. Normalmente, infatti, non è solo acqua a scorrere nell’alveo, ma anche materiale solido (ad esempio terra o piccole rocce) che l’acqua ha eroso e riesce a trasportare. Quando l’energia del fiume diminuisce, l’acqua non riesce più a trasportare il materiale solido, quindi lo deposita sul fondale o al bordo dell’alveo. Un altro elemento importante nei fiumi naturali è la vegetazione ripariale, ovvero tutta la vegetazione presente sulle sponde dei fiumi: questa diminuisce l’energia dell’acqua e protegge gli argini dall’erosione.
Queste dinamiche così varie dei fiumi naturali permettono all’ecosistema fluviale di rimanere in equilibrio, erodendo il materiale e depositandolo dove il fiume è naturalmente portato a farlo. Inoltre, consentono al fiume di “sfogare” la propria energia durante i fenomeni di piena in aree di esondazione naturale, favorendo la biodiversità e la buona qualità dell’acqua.
Cosa è la canalizzazione dei corsi d'acqua
La canalizzazione, insieme alle dighe, è uno dei principali fattori di alterazione dei fiumi. Con canalizzazione dei corsi d’acqua si intende un intervento umano che devia un fiume in un canale totalmente nuovo, costruito dall’uomo, allontanandolo quindi dal suo tracciato naturale. La canalizzazione, quindi, comprende una serie di interventi che portano alla costruzione di un alveo artificiale nel quale far scorrere il fiume. Di solito, questi interventi, riguardano soprattutto il raddrizzamento degli argini e la protezione delle sponde.
Perché si canalizzano i fiumi
Nel corso della storia gli uomini hanno incanalato le acque per farle andare dove ne avevano più bisogno. La canalizzazione dei corsi d’acqua è una pratica conosciuta da secoli. Tra i principali motivi per cui si creano canali artificiali ci sono le attività agricole. In particolare, i canali a scopi irrigui sono ancora molto presenti sul territorio: questi permettono di convogliare l’acqua e portarla nelle pianure dove si coltiva, in modo da avere sempre riserve d’acqua per poter irrigare i campi.
Sin dall’antichità esistono anche i canali di bonifica, ovvero quei canali che raccolgono nel canale le acque delle zone paludose, in modo da renderle utilizzabili. Nella storia sono stati costruiti canali anche per migliorare la navigabilità dei fiumi, per muovere macchinari (come i mulini) o, più recentemente, le acque sono state incanalate per la produzione di energia idroelettrica. Un'altra ragione per cui si canalizzano i corsi d’acqua è per ridurre il loro potenziale di inondazione: raddrizzando e alzando gli argini e pavimentando il fondale in questo modo si aumenta la capacità del torrente di trasportare l'acqua a valle.
Perché la canalizzazione può essere dannosa
Se è vero che canalizzare i fiumi porta dei vantaggi, questa pratica è anche molto dannosa, per svariate ragioni. Canalizzare un fiume, infatti, significa alterare l’equilibrio che quel fiume aveva trovato nel corso di molti secoli. In particolare, la canalizzazione riduce la varietà delle forme dell’alveo, rendendo rettilineo il percorso del canale. Inoltre, si rimuovono gli ostacoli che rallentano il flusso dell’acqua e si accorcia la lunghezza del corso d'acqua. Queste modifiche possono avere conseguenze molto negative e in particolare rendono i corsi d’acqua più vulnerabili alle perturbazioni meteorologiche.
Infatti, dove l’uomo ha insistito molto con la canalizzazione, l’acqua dei fiumi non è più in grado di erodere gli argini a causa delle protezioni artificiali, non sfoga la sua eccessiva energia durante le esondazioni (che sono impedite dagli argini artificiali) e aumenta la propria velocità nelle sezioni canalizzate. Tutto ciò causa numerosi problemi: violente alluvioni a valle durante i fenomeni di piena (proprio perché arriva più acqua trattenuta dai canali e con più energia); perdita di habitat nelle vecchie aree di esondazione naturale (come le zone umide); perdita della vegetazione ripariale e problemi di qualità delle acque. Canalizzando i fiumi e alterando il regime delle acque si causano dei gravi danni anche alla biodiversità, favorendo le specie che tollerano correnti più veloci e turbolente ed escludendo tutte le altre.