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Se vi siete mai chiesti cosa contiene un rossetto, dovete sapere che uno degli ingredienti è una molecola dal nome bizzarro: lo “squalene”. Il nome deriva dalla storia di questo composto che per anni è stato estratto dal fegato degli squali. Oggi lo troviamo anche in versioni completamente vegetali ed è tuttora di preziosa importanza per il mondo della cosmesi. Lo squalene è un lipide, cioè un grasso, presente anche nel nostro corpo: costituisce circa il 13% del nostro sebo, quella sostanza oleosa che la pelle produce naturalmente per rimanere protetta e idratata. Lo squalene è conosciuto non solo per le sue straordinarie proprietà idratanti, ma anche per le sue capacità antiossidanti, antinfiammatorie e perfino antitumorali. A oggi, non sono stati documentati casi di tossicità acuta in seguito all'assunzione di squalene. Nei cosmetici, viene impiegato nei prodotti di skincare per le sue proprietà emollienti, che lo rendono perfetto per idratare senza ungere e ammorbidire senza appesantire: per questo è stato ampiamente usato in rossetti, creme, sieri e tanti altri prodotti. Ma attenzione: lo squalene puro tende a degradarsi facilmente alla luce, un punto debole che lo ha fatto rapidamente passare in secondo piano, lasciando il posto a una sua versione più moderna e stabile, lo squalano.
Dalla pelle ai farmaci
Nel nostro organismo, oltre a essere un componente del sebo, lo squalene è anche un precursore fondamentale della biosintesi del colesterolo e di numerosi triterpenoidi naturali – sostanze assai importanti nel nostro corpo – tra cui alcune vitamine, come la vitamina D. Ma non finisce qui, lo squalene è ampiamente impiegato anche in ambito medico come vettore per farmaci e vaccini.

Grazie alla sua natura lipidica e idrofobica e a una buona biocompatibilità (non viene rigettato dall'organismo), viene utilizzato per creare emulsioni stabili al cui interno possono essere inseriti diversi principi attivi, come farmaci, per migliorarne la solubilizzazione, il rilascio controllato e l'assorbimento cellulare. Questo lo rende un ingrediente chiave in formulazioni innovative per la somministrazione di farmaci e vaccini, rendendo questa molecola ancora più particolare e affascinante.
La transizione dallo squalene allo squalano
Col tempo, lo squalene è stato gradualmente rimpiazzato da una molecola molto simile: lo squalano. Non è un errore di ortografia: lo squalano (con la “a”) è la versione idrogenata dello squalene. Per capire meglio questa differenza, bisogna fare un salto nella chimica. Lo squalene è una molecola insatura, cioè contiene dei legami doppi tra gli atomi di carbonio che la costituiscono. La presenza di doppi legami rende lo squalene più vulnerabile all'ossidazione, una reazione chimica che ne avvia il deterioramento quando entra a contatto con l'aria e la luce. Pensate al ferro arrugginito. Quando il ferro entra in contatto con l'umidità e l'aria, si ossida rapidamente e perde la sua forza. Lo squalene, essendo una molecola insatura, è altrettanto vulnerabile all'ossidazione, proprio come il ferro che arrugginisce.

Lo squalano, invece, è la versione idrogenata e satura dello squalene. Ciò significa che attraverso un processo chimico che aggiunge idrogeno alla molecola, gli atomi di carbonio si “saturano”, ossia si legano agli atomi di idrogeno aggiunti, eliminando i doppi legami e aumentando la stabilità della sostanza. Questo processo rende lo squalano una molecola più resistente alla luce e all'ossidazione, mantenendo intatte nel tempo le sue proprietà cosmetiche.

Entrambi oggi provengono principalmente da fonti vegetali, come l'olio d'oliva, oppure vengono prodotti in laboratorio a partire da lieviti , rendendo il loro utilizzo più etico rispetto allo squalene animale, che veniva estratto dai fegati degli squali, risparmiando così la vita a molti di essi.
Le potenzialità terapeutiche dello squalene
Oltre alla capacità di idratare e proteggere la pelle, lo squalene ha suscitato un interesse crescente nella ricerca anche per i suoi potenziali benefici nella prevenzione e cura di malattie. Si tratta però ancora di studi in vitro: mancano infatti ricerche sull'uomo che confermino questi effetti. Diversi studi hanno dimostrato che il composto, grazie alle sue proprietà antinfiammatorie e antiossidanti, potrebbe svolgere un ruolo nella protezione contro alcune malattie degenerative, come il cancro. È stato infatti testato in laboratorio per valutare la sua azione nei confronti di diverse forme tumorali, contribuendo ad allargare il suo potenziale impiego in ambito farmaceutico. Come sempre, però dal laboratorio alla vita vera il salto è grande e sebbene sia un ottimo alleato in ambito cosmetico, le potenzialità terapeutiche necessitano conferme da un maggior numero di ricerche e soprattutto da studi clinici sull'uomo.
Oltre a ciò, tornando al mondo della bellezza, le sue applicazioni nei cosmetici non si limitano all'idratazione. Lo squalene è infatti una componente chiave in molti prodotti anti-invecchiamento, dove la sua capacità di neutralizzazione i radicali liberi (azione antiossidante) aiuta a contrastare l'invecchiamento della pelle, migliorandone l'elasticità e la tonicità. Così, tra idratazione, protezione e potenziale terapeutico, lo squalene si conferma un composto davvero versatile e interessante in numerosi ambiti.