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Nel pomeriggio di domenica 3 luglio 2022 un enorme blocco di ghiaccio si è staccato dalla montagna, causando una drammatica valanga sulla Marmolada, la catena montuosa più alta dell'area delle Dolomiti. Al momento il bilancio provvisorio è di 10 morti identificati e almeno 7 feriti e si stima siano dispersi ancora una ventina di escursionisti. Dopo il crollo del seracco la situazione non sembra ancora sicura, il ghiaccio è pericolante e non si esclude la possibilità di ulteriori distacchi. Continuano le ricerche dei superstiti sul ghiacciaio tramite i droni dei Vigili del Fuoco e del Soccorso alpino del Trentino.
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Gli esperti ipotizzano che il cedimento del seracco possa essere avvenuto a causa delle alte temperature da record di questo periodo, che sono solamente la punta dell'iceberg di quel grosso problema che è il riscaldamento globale.
Cosa ha scatenato la valanga della Marmolada?
La causa della tragedia avvenuta sulla Marmolada domenica 3 luglio è stata identificata come il distacco di un seracco (cioè un grosso blocco di ghiaccio che si forma in prossimità di un crepaccio) sulla calotta sommitale del ghiacciaio, sotto Punta Rocca.
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La caduta di questa enorme massa di ghiaccio di circa 200 x 60 x 80 m (l'equivalente di due campi di calcio) ha causato la valanga lungo il versante trentino della montagna, non incastonato in una valle bensì a fronte aperto.
Si stima che l'ondata di ghiaccio e neve abbia raggiunto i 300 chilometri orari travolgendo alpinisti ed escursionisti che si trovavano a valle del distacco. I motivi del cedimento sarebbero da attribuire a diverse cause sia sul breve e sul lungo periodo e legate al riscaldamento globale.
Da un lato l'aumento delle temperature degli ultimi decenni ha alterato il ciclo dell'acqua, facendo nevicare sempre meno: poca neve vuol dire poco ghiaccio e perlopiù molto fragile e sottile, quindi maggiormente a rischio di crollo. Dall'altro, le temperature record di queste ultime settimane hanno colpito anche l'alta montagna, con valori ben al di sopra delle normali medie dei mesi di giugno e luglio, facendo fondere i ghiacci e rendendoli vulnerabili. Sulla cima del ghiacciaio si sono raggiunti i 10°C, una temperatura decisamente anomala.
Il caldo fa fondere ghiaccio giovane e fragile formando una patina di acqua che si infiltra tra la roccia e il ghiacciaio, lubrificandone lo scorrimento. Quest'effetto è inoltre inasprito dalla mancanza di ghiaccio stesso che, come sappiamo, riflette i raggi solari per l'effetto di albedo. È probabile inoltre che il poco ghiaccio presente sia ormai sporco e intervallato a grosse porzioni di roccia nuda, due condizioni che alimentano la fusione e indeboliscono l'effetto di riflessione.
Il crollo dei seracchi e la formazione delle valanghe sono fenomeni naturali che avvengono normalmente ad alte quote. Ma quando le temperature salgono il pericolo aumenta così come le probabilità di crollo.
Climatologi e glaciologi parlano di trasformazione della criosfera alpina che si trova attualmente in una fase di disequilibrio dovuta alle temperature che continuano ad aumentare velocemente. In questo momento i ghiacciai alpini, non ancora in equilibrio con in nuovo clima, reagiscono a questi cambiamenti riducendosi o provocando eventi catastrofici di questa portata.