In Italia si contano ogni anno circa 130 milioni di turisti (dati precedenti alla pandemia), divisi all’incirca alla pari tra stranieri e italiani, e nel 2019 il Paese si è classificato al terzo posto al mondo per presenze nelle strutture alberghiere. Le città più visitate sono Roma, Venezia, Milano e Firenze, mentre tra i singoli siti storico-artistici predominano il Colosseo, gli Uffizi e gli scavi di Pompei. Delle varie “tipologie” di turismo, quella rivolta ai siti museali e archeologici riveste un’importanza particolare, ma non sempre le città con il maggior numero di siti storico-artistici sono quelle più visitate, perché i flussi turistici sono motivati da una pluralità di ragioni. L’aumento incontrollato del turismo, inoltre, non provoca solo effetti positivi.
Quanti sono i turisti in Italia
Nel 2019 – ultimo anno prima della pandemia, che ha stravolto il settore – l’Italia è stata il quinto Paese per arrivo di stranieri e il terzo per numero di pernottamenti. Più precisamente, l’Istat ha rilevato 436 milioni di presenze nelle strutture ricettive (cioè notti trascorse in hotel), divise all’incirca alla pari tra stranieri (220 milioni) e italiani (216 milioni), per un totale di circa 130 milioni di turisti. Al turismo, secondo la Banca d’Italia, è riconducibile circa il 5% del Prodotto interno lordo e il 6% dell’occupazione, senza contare la quota legata ai flussi turistici in maniera indiretta.
Il turismo è suddiviso in varie tipologie: balneare, artistico-culturale, religioso, enogastronomico, ecc. La divisione, naturalmente, non è netta, perché i visitatori usufruiscono delle attrazioni di diverse tipologie (chi viene a visitare i monumenti va anche al mare), ma è certo che in Italia il turismo artistico-culturale rientra tra quelli più diffusi.
I siti culturali italiani più visitati
Quali sono allora i siti culturali più visitati (includendo musei, gallerie d’arte, edifici storici e aree archeologiche, di proprietà dello Stato)? Ecco la classifica per il 2019 del Ministero della cultura:
- Parco archeologico del Colosseo (Roma): 7.554.544 visitatori
- Gallerie degli Uffizi (Firenze): 4.391.861
- Parco archeologico di Pompei: 3.937.468
- Galleria dell’Accademia di Firenze: 1.704.776
- Castel Sant’Angelo (Roma): 1.197.078
- Museo Egizio (Torino): 853.320
- La Venaria Reale (provincia di Torino): 837.093
- Reggia di Caserta: 728.231
- Villa Adriana e Villa D’Este (Tivoli, provincia di Roma): 720.188
- Museo Archeologico di Napoli: 670.594
La classifica non comprende i luoghi a ingresso gratuito, tra i quali nel 2019 figurava ancora il Pantheon di Roma (a pagamento dal 2023), che, con circa nove milioni di visitatori, è stato in assoluto l’edificio italiano più visitato, nonché il Duomo di Milano e la Basilica di San Marco a Venezia (a pagamento solo parzialmente). Non sono compresi, inoltre, i siti della Città del Vaticano e gli edifici appartenenti alla Curia.
Il numero degli ingressi, com’è logico, è determinato soprattutto dalla notorietà e dall’importanza storico-artistica dei siti. I flussi turistici, però, sono influenzati anche da altri fattori. Per esempio, i siti storico-artistici vicini a località che attirano visitatori per altre ragioni (presenza di spiagge, di santuari religiosi, ecc.), sono avvantaggiati. La classifica delle città italiane che attirano più visitatori dimostra come la presenza di siti museali determini solo parzialmente l’andamento dei flussi.
Le città italiane più visitate
Secondo l’Istat, le città italiane con maggiori presenze nelle strutture ricettive sono le seguenti:
- Roma: 30.980.083
- Venezia: 12.948.519
- Milano: 12.474.208
- Firenze: 10.955.345
- Rimini: 7.548.135
- Cavallino-Treporti (Ve): 6.269.451
- San Michele al Tagliamento (Ve): 5.851.482
- Jesolo (Ve): 5.438.519
- Caorle (Ve): 4.319.483
- Napoli: 3.765.847
Il primato di Roma è motivato dalla storia della città, dalla presenza di siti culturali di eccezionale importanza e dal Vaticano. Sono molto numerosi, però, anche i visitatori di Venezia e Milano, che non hanno siti storico-artistici tra i dieci più visitati, ma attirano turisti per le città in sé, per i siti a ingresso gratuiti (non presenti quindi nell’elenco) e per eventi specifici, come la Settimana della moda e il Salone del mobile a Milano.
Una grande quota dei flussi, inoltre, è determinata dal turismo balneare, come dimostra la presenza in classifica di Rimini e di quattro cittadine costiere della provincia di Venezia.
I pericoli dell’overtourism
Il turismo di massa produce effetti benefici dal punto di vista economico, perché crea occupazione, e anche sul piano socioculturale, perché consente a gran parte della popolazione di viaggiare e conoscere nuove realtà.
Tuttavia, l’aumento dei visitatori provoca anche problemi sociali e ambientali. Il più serio è lo stravolgimento delle condizioni di vita delle città turistiche: i costi degli affitti aumentano costantemente, perché molte abitazioni si trasformano in bed&breakfast, e i servizi rivolti ai turisti (negozi di souvenir, ristoranti “tipici” o spacciati per tali, agenzie che organizzano escursioni, ecc.) proliferano a discapito di quelli per i residenti. Le località turistiche, in altre parole, si stanno trasformando in una sorta di vetrina per visitatori e spesso gli abitanti sono costretti a trasferirsi nelle periferie o in altre località.