Prosegue l'attività vulcanica dell'Etna: ieri 4 luglio 2024 dalle 18:15 si sono alzate fontane di lava dal cratere Voragine del vulcano siciliano, con la formazione di boati che sono stati avvertiti dalla popolazione e colonne eruttive fino a 4500 metri sul livello del mare. La fase parossistica è poi terminata a notte inoltrata e l'attività al cratere Voragine si è placata, ma nel mentre il vento ha trasportato abbondanti ceneri vulcaniche in direzione sud-est, cadendo copiosamente sulla zona di Catania. La ricaduta di cenere ha reso inagibile l'aeroporto: per questo la Società Aeroporto Catania ha annunciato nella mattinata di oggi la chiusura dello spazio aereo con la sospensione degli arrivi e delle partenze dall'aeroporto che – secondo SAC – durerà fino alle 15:00 di oggi. Terminato lo spettacolo delle fontane di lava, nel cratere Voragine è continuata un'intensa attività stromboliana, cioè un'attività di basso livello con espulsione di cenere, lapilli e bombe di lava.
L'attività al cratere Voragine non è nuova: è iniziata circa tre settimane fa, con la formazione di un nuovo cono vulcanico in rapida crescita (svariati metri al giorno) all'interno del cratere e colate laviche che si stanno riversando nel cratere Bocca Nuova. Qui si può ammirare la fontana di lava di ieri 4 luglio:
Insieme all'attività vulcanica l'INGV ha registrato livelli molto alti di tremore vulcanico fino alle 2:10 del mattino di oggi, per poi diminuire alternando tra valori medi e alti.
Tutto questo avviene mentre è cresciuta anche l'attività del vulcano Stromboli, nelle isole Eolie, dove l'allerta è salita da arancione a rossa. Ribadiamo comunque che non c'è alcun collegamento tra i due vulcani. Entrambi nascono dalla collisione tra la placca euroasiatica e la placca africana, ma i meccanismi di formazione sono diversi e così anche i bacini da cui “pescano” il magma: Stromboli è un prodotto della subduzione della placca africana sotto quella euroasiatica, quindi ha un serbatoio più profondo a 200 km nel sottosuolo, mentre l'Etna ha un serbatoio a 30 km di profondità originato da una decompressione del mantello terrestre sottostante. L'intensa attività dei due vulcani è dunque assolutamente una coincidenza.