La comparazione tra un piano cottura a gas e uno a induzione può risultare complessa, dato che si tratta di due tecnologie nettamente diverse, ciascuna con vantaggi e svantaggi. Complessivamente però possiamo dire che dal punto di vista economico la convenienza varia molto al variare del prezzo della materia prima, mentre in termini ambientali e di efficienza energetica l'induzione è sicuramente migliore.
Cosa cambia tra un piano cottura a gas e a induzione
Nella maggior parte dei casi, la scelta del piano cottura dipende dalle abitudini dei consumatori. Attualmente in Italia molte cucine sono dotate di fornelli a gas che utilizzano spesso metano (ma non solo) come combustibile. Un classico piano cottura a gas è composto da bruciatori noti anche come fuochi (il cui numero varia di solito da 2 a 5), dai quali si sprigionano le fiamme. Questi sono tipicamente realizzati in acciaio, alluminio o ghisa e presentano dimensioni variabili. Le manopole, anche dette comandi, controllano il flusso di gas regolando anche l’intensità della fiamma. Per avviare il fuoco, una candela genera la scintilla necessaria, mentre una termocoppia di sicurezza interrompe il flusso di gas nel caso in cui la fiamma si spegnesse.
Il funzionamento dei piani cottura a induzione è invece molto diverso. Innanzitutto, questa tecnologia non utilizza il gas, bensì la corrente elettrica. Tuttavia, a differenza dei tradizionali piani cottura elettrici che generano calore attraverso una resistenza, nei sistemi a induzione il calore è generato da un campo magnetico prodotto da una bobina in rame posta al di sotto della superficie in vetroceramica del piano cottura. Quando una pentola o una padella con il fondo ferromagnetico viene posizionata su di esso, il calore viene indotto direttamente al suo interno.
Quale dei due consuma meno?
Confrontare le due tecnologie dal punto di vista dei consumi effettivi e dei costi si rivela complesso. L’incidenza sulla bolletta, infatti, dipende da diversi fattori, tra cui la frequenza e l'intensità dell'utilizzo, il numero di fuochi utilizzati contemporaneamente, nonché i costi di elettricità e gas. Per un confronto di base, i consumi medi di una piastra a induzione, una volta superata la fase di avvio in cui i consumi possono superare i 2 kW, si attestano mediamente intorno a 0,6 kWh (chilowattora). Considerando l'attuale costo dell'elettricità, fissato dall'ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) a € 0,122 per kWh, l’utilizzo di una piastra a induzione comporta un costo medio di € 0,073 all'ora.
Per quanto riguarda i fornelli a gas, il consumo medio orario varia da 0,33 a 0,10 metri cubi, a seconda che si utilizzi un fornello grande o uno piccolo. Considerando il prezzo attuale del gas al metro cubo, stabilito dall'ARERA a 0,298 €, l’incidenza sulla bolletta varia da 0,098 a 0,030 € all'ora. Quindi da un punto di vista economico vediamo come non sia presente un chiaro vantaggio di una piuttosto che dell'altra: varia molto a seconda del prezzo della materia prima.
L'efficienza dei due piani cottura a confronto
Se prendiamo in considerazione invece l'efficienza e il risparmio energetico, la scelta più evidente risulta essere il piano a induzione. Secondo uno studio condotto dai ricercatori dell'Electric Power Research Institute (EPRI), un centro di ricerca indipendente con sede a Washington DC, il piano a induzione risulta essere oltre il 90% più efficiente dei classici fornelli a gas. Ad esempio, a causa dell'uso di una fiamma libera, nel riscaldare una pentola d'acqua fino a 93°C, circa il 60% del calore prodotto da un fornello a gas viene disperso nell'aria circostante il fuoco.
Al contrario, con i fornelli a induzione, la perdita di energia si riduce notevolmente, attestandosi intorno al 23%. Questo avviene perché il calore è trasferito direttamente all'interno delle pentole e delle padelle, riducendo al minimo la dispersione. Di conseguenza, i piani a induzione tendono a riscaldare il cibo più rapidamente, contribuendo a ridurre gli sprechi energetici.
Altri fattori da considerare nella scelta
Per concludere, è anche giusto dire che al di là del consumo ciascuna di queste tecnologie porta con sé diversi vantaggi e svantaggi. Partendo dai piani a induzione, possiamo dire che uno tra i principali vantaggi è che producono calore solo quando le pentole sono posizionate sulla superficie in vetroceramica, eliminando il rischio di fughe di gas.
Consentono inoltre un maggiore controllo sulla regolazione della temperatura durante la cottura e poiché il calore viene trasferito direttamente all'interno del recipiente consentono di riscaldare il cibo più rapidamente. Sono anche più facili da pulire rispetto ai fornelli tradizionali ed essendo privi di gas, hanno un impatto ambientale inferiore.
Tuttavia, l'utilizzo di un piano a induzione richiede l'acquisto di pentolame dedicato, comportando una spesa iniziale generalmente più elevata. Inoltre, i fornelli a induzione possono emettere un leggero ronzio durante il funzionamento.
Dall'altro lato, i fornelli a gas presentano alcuni vantaggi significativi in comparazione con quelli a induzione: permettono di cambiare le temperature rapidamente e di avere maggiore flessibilità nella scelta di pentole e padelle. Solitamente poi comportano un investimento iniziale più contenuto rispetto ai piani a induzione.
Tuttavia, la pulizia dei fornelli a gas risulta spesso più complessa rispetto ai modelli a induzione, poiché sono presenti più parti mobili e aree difficili da raggiungere. Inoltre l'uso del gas come fonte di energia ha un impatto ambientale tendenzialmente più elevato, nonché aumenta il rischio di esposizione a fughe di gas e potenziali incendi involontari.