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La macchina di Anticitera, anche nota come meccanismo di Antikythera, è senza dubbio uno degli oggetti più straordinari e misteriosi provenienti dall’antico mondo classico. Scoperto casualmente oltre un secolo fa nel relitto di una nave romana davanti all'isola greca di Anticitera, questo enigmatico congegno ha affascinato generazioni di studiosi e appassionati, grazie alla sua straordinaria complessità e alle sue potenzialità tecnologiche incredibilmente avanzate per l’epoca. La complessità del suo funzionamento, unita all’assenza di ritrovamenti simili, ha spesso alimentato teorie pseudoarcheologiche e speculazioni fantasiose, che lo hanno elevato a simbolo di un “passato perduto” in grado di celare conoscenze ben oltre quanto ritenuto possibile. Oggi la macchina, che ha ispirato il film "Indiana Jones e il quadrante del destino" si trova al Museo Archeologico Nazionale di Atene. Ma cos’era davvero il meccanismo di Anticitera? Come funzionava, e a cosa serviva?
Dove e quando è stato ritrovato il meccanismo di Antikythera
Nelle acque di fronte ad Anticitera, una piccola isola greca situata tra Creta e il Peloponneso, nel 1900, alcuni cercatori di spugne ritrovarono per caso un antico relitto di età romana, a circa 45 metri di profondità, naufragato approssimativamente nella prima metà del I sec. a. C. La cosa più stupefacente per gli studiosi che si occuparono successivamente di questo relitto fu il suo carico: si trattava di decine di pregiatissime statue, sia in bronzo che in marmo. Oltre alle statue venne recuperato anche quello che all'apparenza sembrava un blocco ricoperto di incrostazioni marine, che dopo la pulitura si rivelò essere un meccanismo composto da più ingranaggi. I lavori di recupero, svolti con le rudimentali tecnologie di immersione dell'epoca (che provocarono purtroppo anche la morte di alcuni dei tecnici impiegati) si svolsero tra il 1900 e il 1901. Gli studi successivi misero in evidenza come la nave naufragata fosse probabilmente in viaggio verso Roma per portare dalla Grecia oggetti di grande pregio come le statue e il meccanismo stesso.

Come funzionava come funzionava la ruota dentata
Il meccanismo, realizzato in rame, è di piccole dimensioni (30×15 cm circa), era presumibilmente contenuto all'interno di un contenitore ligneo ed è composto da 37 ruote dentate, accompagnate da numerose iscrizioni in lingua greca su molte delle componenti ritrovate. Il movimento delle ruote permetteva la rotazione di altre parti della macchina. Gli archeologi hanno recuperato quattro frammenti principali e una decina di frammenti minori, custoditi oggi al Museo di Atene. Per decenni chi si è occupato della macchina di Anticitera ha cercato di dare un'interpretazione al misterioso artefatto, perfino postulando che si trattasse di un oggetto molto più recente, finito sopra al relitto del I sec. a.C. per puro caso.

Fu a partire dagli anni '50, a mezzo secolo dalla sua scoperta, che il meccanismo di Anticitera cominciò a rivelare i suoi segreti grazie all'attento studio del fisico e matematico britannico Derek John De Solla Price (1922-1983). De Solla Price studiò la macchina per un ventennio, tenendo conto di ciascuno degli ingranaggi, e dei rapporti che ogni componente aveva con le altre.

L'accuratissima analisi di De Solla Price permise di capire che si trattava di un avanzatissimo calcolatore meccanico, in grado di impiegare un differenziale per muovere più parti contemporaneamente. Studi successivi hanno dimostrato che la macchina fosse in grado di calcolare i movimenti dei pianeti conosciuti all'epoca, le fasi della luna, la suddivisione solare e lunare dell'anno, e probabilmente anche la cadenza dei giochi olimpici antichi. Il manufatto venne realizzato probabilmente tra la fine del II sec. a.C. e l'inizio del I sec. a.C., anche se pare che la data su cui fosse stato calibrato (alcuni gruppi di ricerca sono riusciti a stimarla tenendo conto dell'errore accumulato dalla macchina attraverso simulazioni di funzionamento, ottenendo risultati diversi) dovesse essere il 178 a.C. oppure il 204 a.C.

La macchina di Anticitera di fatto sarebbe il primo computer della storia ma è solamente uno degli elementi di avanzatissima tecnologia che sono giunti fino a noi dall'epoca ellenistica, si tratta di un evento rarissimo, poiché per via del prezioso materiale in cui erano realizzati, di solito il bronzo, finivano spesso per essere distrutti e rifusi. Durante il periodo ellenistico (fine IV sec. – I sec. a. C.) e nella prima epoca imperiale romana vennero realizzati diversi manufatti meccanici tramandatici dalle fonti. Piuttosto noto è il lavoro di Erone di Alessandria, che visse tra il I e il II sec. d.C., e che realizzò la prima macchina a vapore.