Immaginiamo di essere un politico in tempo di elezioni, di sentirci poco sicuri di noi stessi e di essere quasi certi di non poter vincere. Dopo il conteggio dei voti, effettivamente non vinciamo le elezioni. In un certo senso non avremmo tutti i torti a pensare di aver previsto il futuro, ma quello che forse non sappiamo è che è anche colpa nostra se l'ipotesi di partenza che abbiamo fatto si è poi confermata nei fatti. Nel esempio del politico il modo con cui ci siamo posti verso l'elettorato (dipendente dalle nostre emozioni e dai nostri pensieri) può aver infatti influenzato l'esito del voto.
In sociologia e psicologia, questa situazione è chiamata profezia autoavverante o che si autoadempie e descrive una situazione in cui una credenza (che può essere anche falsa) influenza il comportamento delle persone al punto tale da modificare la realtà fino a confermare l’ipotesi iniziale. Detto più semplicemente, quando siamo convinti di una certa affermazione, mettiamo in atto inconsapevolmente degli “schemi comportamentali” che producono proprio gli effetti che avevamo previsto (e che quindi vanno a confermare la nostra visione delle cose).
Come funzionano le profezie autoavveranti?
Come abbiamo anticipato, le profezie autoavveranti sono previsioni che si realizzano per il solo fatto di essere state espresse e/o pensate. La credenza iniziale e l’evento finale sono legati in una sorta di rapporto circolare: la predizione/ipotesi genera l'evento e l'evento verifica la predizione/ipotesi, come nello schema seguente:
Le nostre credenze agiscono come vere e proprie forze sociali e hanno il potere di modellare il comportamento che adottiamo nella realtà: ciò che crediamo essere vero in una situazione influenza e plasma il modo in cui interagiamo con gli altri. Come riporta il sociologo William Thomas:
Se gli uomini definiscono certe situazioni come reali, esse sono reali nelle loro conseguenze
Ma vediamo di capire meglio con qualche esempio.
Esempi di profezie autoavveranti e loro conseguenze
Ecco qualche esempio di profezie che si autoavverano in diversi contesti:
- Banche e mercati finanziari: immaginiamo che si diffonda la convinzione che un’importante azienda quotata in borsa o banca sia sull’orlo del fallimento. Grandi orde di risparmiatori spaventati presi dal panico, potrebbero “correre agli sportelli” per ritirare il proprio denaro, causando loro stessi il crollo della propria banca.
- Scuola: se un professore è convinto che uno studente sia meno dotato degli altri, lo tratterà (anche senza accorgersene) in modo diverso dai compagni, trasmettendogli la scarsa considerazione che ha di lui. Piano piano il ragazzo inizierà a interiorizzare la scarsa fiducia nelle sue capacità e “farà avverare” l’idea che l’insegnante ha di lui. Interiorizzerà il giudizio e alimenterà un circolo vizioso che lo vede meno capace degli altri.
Oggi, i sociologi utilizzano la teoria delle profezie auto-avveranti proprio per studiare come le credenze dei singoli o dei gruppi influenzino il rendimento degli studenti, il comportamento criminale e l'impatto degli stereotipi razziali.
La teoria ha infatti anche importanti implicazioni sociali: non è raro che un pregiudizio o stereotipo negativo possa trovare conferma.
Immaginiamo un colloquio di lavoro in cui la persona che conduce il colloquio ha dei pregiudizi (errati) sulle competenze che hanno gli stranieri. Probabilmente egli si mostrerà, inconsciamente, meno caloroso e accogliente con chi viene dall'estero. I candidati stranieri che sosterranno il colloquio si sentiranno e appariranno così più a disagio, meno empatici ecc. cosa che il responsabile delle risorse umane catalogherà come una conferma della propria idea. Tuttavia, siamo in presenza di una falsa credenza iniziale, solo apparentemente «confermata» durante il colloquio, che in realtà ha provocato la sua stessa conferma.
Per evitare gli effetti negativi delle profezie che si autoavverano, è importante quindi essere consapevoli delle nostre aspettative e preconcetti, e di come funzionano queste "profezie".