SpaceX ce l'ha fatta. Oggi, 20 aprile, alle ore 15:33 italiane, abbiamo visto in diretta streaming il primo test di lancio di Starship: il razzo ha lasciato il suolo e ha volato, per la prima volta, dalla base di lancio di Boca Chica, in Texas. Dopo 4 minuti dalla partenza è però esploso in volo: qualcosa non ha funzionato nella procedura di distacco fra il primo stadio, il razzo Super Heavy, e il secondo, la navicella Starship.
Un primo test era previsto per il 17 aprile ma era stato rinviato, di fatto quindi questo secondo test rappresenta il debutto ufficiale del razzo che promette di rivoluzionare nei prossimi anni il volo spaziale umano.
Cosa prevedeva il migliore scenario del test di lancio
Il piano di volo prevedeva che i due stadi di Starship si separassero a 2 minuti e 52 secondi dal lancio. A questo punto il primo stadio (quello inferiore, per intenderci) avrebbe dovuto rientrare in mare nelle acque del Golfo del Messico 8 minuti dopo il lancio, mentre il secondo stadio, la navicella Starship vera e propria, avrebbe dovuto entrare in orbita attorno alla Terra fino a raggiungere le acque al largo delle Hawaii, dove sarebbe dovuto ammarare 90 minuti dopo il decollo. Entrambi gli stadi sarebbero poi affondati nel fondo dei rispettivi oceani senza essere recuperati.
Come è andato il primo lancio di Starship
Il lancio è avvenuto quasi in perfetto orario, precisamente all'apertura della finestra di lancio della 15:28 italiane. Un piccolo problema di pressurizzazione del primo stadio ha messo in pausa per qualche minuto il conto alla rovescia circa 30 secondi prima del lancio, ma il problema è stato risolto e il razzo è decollato con successo. Secondo lo stesso Elon Musk, amministratore delegato di SpaceX, le probabilità di vedere esplodere il razzo in volo erano del 50%. E così è stato, infatti. La separazione dei due stadi non è mai avvenuta: già prima dei fatidici 2:52 minuti dal lancio si è visto il razzo roteare in modo sospetto. Dei 33 motori montati sul primo stadio, 5 non erano accesi: è possibile che questo abbia provocato problemi di spinta e di equilibrio all'intera struttura.
Mentre continuava a ruotare e a tentare di riottenere l'assetto nominale facendo basculare i propri motori, Starship ha raggiunto un'altezza di 39 km dal suolo prima di perdere quota. A 3 minuti e 59 secondi dal lancio (il razzo si trovava a 29 km di quota) si è attivato il Flight Termination System, un sistema di cariche esplosive disposto tra il primo e il secondo stadio pensato per distruggere il razzo in caso di malfunzionamenti, in modo che in mare ricadano solo detriti e non l'intera struttura (che è alto 120 metri e a pieno carico pesa circa 5000 tonnellate).
Perché è stato un successo nonostante tutto
Può sembrare abbastanza istintivo dire che il primo test di volo di Starship sia fallito. Questo però sarebbe scorretto. Essendo una primissima volta, l'obiettivo dichiarato dalla stessa SpaceX per questo test era non vedere esplodere il razzo sulla torre di lancio. Pertanto possiamo dire che questo primo volo di Starship è stato un successo.
Del resto si tratta di un test, di una prova. E come tutti i test, serve soprattutto per imparare. Come specificato da SpaceX, il successo di questi test si misura nella capacità che offrono di migliorare i test successivi. E da questo punto di vista non ci si può certo lamentare. I dati raccolti dai tecnici e ingegneri dell'azienda americana saranno utilissimi per imparare a migliorare le operazioni di volo ed eventualmente a perfezionare i prototipi che effettueranno i prossimi test di volo.
Ricordiamo infine che questo test ha superato due momenti cruciali: il decollo (mai tentato prima nella storia con una tale spinta) e il Max Q (ovvero il punto di massimo stress meccanico sulla struttura dovuto alla pressione aerodinamica), che è avvenuto a 55 secondi dal lancio.
I prossimi passi previsti da Elon Musk
Elon Musk ha annunciato il prossimo test verrà effettuato tra qualche mese. Sono previsti in tutto tre test di volo come questo, che avranno lo scopo di perfezionare le operazione di decollo, inserimento orbitale e rientro. Poi ci saranno due test in cui si testerà il ritorno a terra dei due stadi sulla stessa piattaforma di lancio.
Ricordiamo che una versione modificata della navicella Starship dovrà essere pronta a fine 2025 come modulo di discesa lunare degli astronauti di Artemis III, la prossima missione NASA che porterà esseri umani sulla superficie della Luna.