Il quarto test di volo di Starship, il razzo più grande e potente mai realizzato, realizzato da SpaceX di Elon Musk, è stato non solo il primo successo totale nel programma di test di Starship, ma anche uno dei più emozionanti. Questo test rappresenta un significativo progresso rispetto ai voli precedenti e ci porta sempre più vicini ad avere un razzo completamente riutilizzabile in grado di portare esseri umani e carichi oltre l'orbita bassa terrestre. La posta in gioco è altissima: una volta operativo, Starship sarà fondamentale per il ritorno degli esseri umani sulla Luna con il programma Artemis e, in un futuro più lontano, per raggiungere Marte.
Il quarto test di volo di Starship, come i precedenti, è iniziato alle 14:50 italiane da Starbase, la base di SpaceX a Boca Chica, nel Texas meridionale. L'obiettivo era far sopravvivere entrambi gli stadi di Starship al rientro atmosferico, facendoli ammarare interi: in particolare, Space Heavy (il primo stadio del razzo) doveva ammarare intera in un punto preciso del Golfo del Messico, mentre la Ship (il secondo stadio) doveva ammarare – anch'essa intera – nell'Oceano Indiano, quindi sopravvivendo al rientro atmosferico. Nonostante qualche problema termico alla Ship, il test è sostanzialmente riuscito: gli stadi si sono separati, hanno compiuto ciascuno il proprio percorso prestabilito e sono riusciti ad ammarare integri.
Cos'è successo nel quarto test di volo di Starship
Il piano di volo previsto per il nuovo test di Starship prevedeva la separazione degli stadi a 2 minuti e 45 secondi dal lancio, il rientro in mare del Super Heavy a circa 7 minuti dal lancio e l'ammaraggio della Ship a 66 minuti dal lancio.
Il profilo di volo era sostanzialmente identico a quello del test più recente, avvenuto a marzo, con la differenza che questa volta si tentava un ammaraggio morbido (cioè controllato) per la Ship, guidato dai suoi motori. Insomma, la priorità non è più dimostrare di poter arrivare in orbita (cosa ormai stabilita dal test precedente) ma dimostrare che i due stadi sono in grado di tornare a terra sani e salvi. Questo è fondamentale per rendere il sistema Starship completamente riutilizzabile, a differenza del razzo Space Launch System della NASA usato per le missioni Artemis.
Il primo successo del test di volo è stato proprio con Super Heavy, che è riuscito a compiere con successo la manovra di rientro e la riaccensione dei motori per ammarare in posizione verticale nel Golfo del Messico. Per motivi di sicurezza il Super Heavy è stato fatto esplodere subito prima dell'ammaraggio, ma il primo stadio di Starship ha dimostrato di essere in grado di rientrare correttamente alla base per essere riutilizzato! Finora SpaceX non era mai riuscita a far rientrare in modo controllato uno stadio di Starship, quindi è stato un risultato straordinario per l'azienda americana.
Per quanto riguarda la Ship, questa doveva attraversare l'Oceano Atlantico, sorvolare il Sudafrica e proseguire nell'Oceano Indiano fino ad ammarare in posizione orizzontale al largo dell'Australia occidentale. A circa 45 minuti dal lancio sono iniziate le manovre di rientro atmosferico della navicella. Come già avvenuto nell'ultimo test di volo, attorno alla Ship abbiamo visto formarsi plasma per via delle altissime temperature dovute all'attrito con l'atmosfera a una velocità di oltre 26.000 km/h.
Ma la cosa più emozionante è stato vedere la Ship arrivare fino alla superficie dell'Oceano Indiano, nonostante durante il rientro, a poco meno di un'ora dal lancio, un'ala si sia gravemente danneggiata dopo il cedimento di alcune piastre dello scudo termico della navicella, che ha portato la superficie della Ship a temperature tali da far parzialmente fondere l'ala.
Il segnale della camera montata a bordo della Ship andava e veniva, e il vetro protettivo della webcam aveva subìto delle crepe, per cui tutto faceva pensare che la navicella sarebbe esplosa. Ma nello stupore generale l'ala riusciva ancora a muoversi, la camera riprendeva ancora e la Ship ha compiuto correttamente le manovre di discesa fino all'ammaraggio all'orario prestabilito con tanto di spruzzi d'acqua. È la prima volta che una navicella Starship raggiunge lo spazio e ammara ancora intera.
Le analisi dei dati raccolti durante questo test permetteranno a SpaceX di capire meglio cos'è successo e migliorare i futuri prototipi. Una cosa è certa: siamo sempre più vicini ad avere un razzo riutilizzabile in grado di lasciare la gravità terrestre!
Come erano andati i test precedenti
Come potete immaginare, far volare per le prime volte un razzo di nuova costruzione che è non solo il più grande e potente mai costruito ma che dovrà essere anche completamente riutilizzabile è un'impresa tutt'altro che semplice. Per questo si procede per test incrementali. La filosofia di SpaceX, infatti, è del tipo trial and error, ovvero avanzare per tentativi ed errori: l'azienda costruisce un prototipo, lo testa e migliora i prototipi successivi in base ai risultati dei test. Questo metodo, insieme ad altre accortezze, permette a SpaceX di procedere molto rapidamente, per iterazioni successive, risolvendo le criticità man mano che si presentano.
Questo si nota anche dal fatto che gli obiettivi dei test di Starship si siano alzati di volta in volta, e in generale il sistema performa sempre meglio. Il primo lancio, ad aprile 2023, aveva come obiettivo far sollevare il razzo dal suolo, cosa che avvenne, ma un malfunzionamento portò all'esplosione del razzo dopo soli 4 minuti. Nel secondo test, a novembre, gli stadi si separarono e la Ship raggiunse lo spazio, ma il lanciatore fu fatto esplodere a causa di un problema. Il terzo volo di Starship testava le capacità di manovra degli stadi – che ebbe successo – e tentò un ammaraggio controllato di Super Heavy e Ship, che però fallì.