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È stato lanciato il 27 marzo 1972 e sarebbe dovuto atterrare sul pianeta Venere, ma dopo oltre mezzo secolo il detrito spaziale Kosmos 482 – la sonda gemella di Venera 8, racchiusa in una capsula protettiva di titanio – sta per effettuare un rientro incontrollato sulla Terra tra il 9 e il 12 maggio. Il momento più probabile è la sera del 10 maggio, con un'incertezza di 36 ore. Non conosciamo ancora con precisione né il quando né il dove del rientro: ne sapremo di più nelle prossime ore e nei prossimi giorni, man mano che verranno compiute ulteriori osservazioni dell'oggetto. Ricordiamo comunque che, statisticamente, le probabilità di impatto in un'area urbanizzata sono molto basse visto che buona parte della superficie terrestre è coperta dagli oceani o desertica, quindi non è il caso di preoccuparsi per il momento.
Kosmos 482 – questo il nome generico dato dal 1962 ai detriti spaziali sovietici – e la sua sonda gemella sono state lanciate nel 1972, epoca d'oro dell'esplorazione spaziale dell'Unione Sovietica, quando Venere era un obiettivo con priorità massima. A tutt'oggi l'URSS è stato l'unico Paese a far atterrare delle sonde sul nostro pianeta “vicino di casa” nel Sistema Solare. La prima volta fu con Venera 7 nel 1970, che divenne il primo manufatto umano ad atterrare su un altro pianeta e di comunicare con la Terra dalla sua superficie.
Vista la complessità dell'impresa, i sovietici lanciavano le sonde venusiane a coppie, in modo che se una avesse dovuto fallire ci sarebbe stata l'altra di backup. Si preferì organizzare le missioni in questo modo anche perché le finestre di lancio per Venere (cioè gli intervalli di tempo “buoni” per la partenza delle missioni) avvengono circa ogni due anni, e in quell'epoca di corsa allo spazio sfruttare al meglio le tempistiche era una grande priorità.
Il 27 marzo 1972 le due sonde gemelle Venera 8 erano pronte sulla piattaforma di lancio del cosmodromo di Bajkonur, nell'attuale Kazakistan. Il programma prevedeva che il 31 marzo le due sonde venissero inserite in un'orbita definita “di parcheggio” attorno alla Terra prima di dirigersi verso Venere tramite un'opportuna spinta dei propulsori. Solo una delle due gemelle però avrebbe raggiunto Venere, il 22 luglio dello stesso anno, mandandoci dati per poco meno di un'ora prima che le condizioni estreme del pianeta più “infernale” del Sistema Solare rendessero la sonda inutilizzabile.
L'altra, forse per aver dato la spinta di uscita dall'orbita di parcheggio nel momento sbagliato, non riuscì mai a sfuggire alla gravità terrestre e si spezzò in quattro parti. Due di queste rientrarono nel giro di un paio di giorni in Nuova Zelanda, mentre le altre due divennero detriti spaziali posizionati in un'orbita molto allungata, che spazia da circa 10.000 km di quota a circa 200 km. Anche se si tratta di altezze considerevoli, a qualche centinaia di chilometri di quota l'atmosfera terrestre non è del tutto assente, e questo comporta nel corso dei decenni una certa quantità di attrito che ha l'effetto di abbassare gradualmente la quota del satellite. A questo punto interviene un “effetto valanga”: più il satellite scende più incontra un'atmosfera densa che accelera il processo di discesa finché il detrito spaziale comincia a spiraleggiare in modo incontrollato verso il nostro pianeta.
È proprio questo che sta succedendo attualmente a Kosmos 482: secondo i calcoli degli astronomi, attorno al 10 maggio, con un'incertezza di circa 36 ore, i due detriti dovrebbero arrivare sulla superficie. L'attenzione è puntata soprattutto su uno di questi detriti, che sarebbe stato la capsula di atterraggio della missione, cioè il sistema che si sarebbe poi materialmente poggiato sulla superficie di Venere.
Essendo un sistema di atterraggio interplanetario, è stato progettato per resistere a una discesa ben più violenta di quella che lo aspetta nei prossimi giorni. In altre parole: è quasi certo che il lander – che pesa 495 kg – arriverà sulla superficie terrestre. Poiché l'orbita è inclinata di 52° rispetto all'equatore, il rientro avverrà tra la latitudine 52° N e 52° S: una porzione considerevole della superficie terrestre!
Al momento quindi sappiamo molto poco su quando e dove Kosmos 482 atterrerà, ma gli astronomi stanno studiando attentamente gli spostamenti di questo oggetto nel cielo, e man mano che si raccoglieranno sempre più dati le previsioni saranno sempre più accurate.
