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9 Novembre 2023
11:00

Il super-tifone Haiyan che colpì le Filippine 10 anni fa fu tra i più distruttivi nella storia

Nel novembre 2013 il super-tifone Haiyan, conosciuto anche come tempesta Yolanda, mise in ginocchio le Filippine e il sud-est asiatico causando quasi 6200 morti. Ripercorriamo le tappe di uno dei tifoni più violenti della storia, ricordando le conseguenze drammatiche del suo passaggio.

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Il super-tifone Haiyan che colpì le Filippine 10 anni fa fu tra i più distruttivi nella storia
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Credits: NASA, NOAA, da Wikimedia Commons.

Con una pressione minima all'interno del suo "occhio" di ben 895 hPa, raffiche massime di vento fino a 315 km/h, onde superiori ai 5-6 metri di altezza, piogge torrenziali (fino a 400 mm), il tifone Haiyan è considerato il più distruttivo della stagione dei cicloni del 2013, il secondo più letale per le Filippine (6190 vittime) dopo il tifone Haiphong del 1881.

Le Filippine si trovano del resto in un'area soggetta a numerosi disastri naturali, dal momento che la loro posizione, nel bacino dell'Oceano Pacifico nord-occidentale, la espongono a frequenti cicloni tropicali. Dal canto suo, Haiyan fu uno dei più violenti e devastanti della storia.

Non a caso definito un super-tifone, ribattezzato con il nome Yolanda dal servizio meteorologico locale, il più distruttivo della stagione 2013, risultata eccezionale per il numero totale di cicloni formatisi tra l'Oceano Atlantico e l'Oceano Pacifico: in quell'anno, infatti, si contarono ben 30 uragani e 13 tifoni, di cui 5 considerati super-tifoni per la loro eccezionale intensità.

L'origine del tifone Haiyan

Lo sviluppo embrionale di Haiyan cominciò il 2 novembre da un'area di bassa pressione a 425 km a sud-est di Ponhpei, uno degli Stati Federati della Micronesia, nel Pacifico occidentale. Costantemente monitorato, la struttura ciclonica iniziò successivamente a muoversi verso ovest in una zona con scarsa circolazione dei venti e sopra acque superficiali tropicali che in quel periodo erano più calde del normale, permettendo così al sistema di trasformarsi il giorno seguente in una depressione tropicale (quando l'intensità massima del vento raggiunge i 62 km/h) come anche stabilito dall'Agenzia meteorologica giapponese (JMA).

Poco dopo mezzanotte del 4 novembre la stessa agenzia fu costretta ad aggiornare la previsione e "promuovere" la depressione al grado di tempesta tropicale (quando l'intensità massima del vento supera i 62 km/h ma non i 117 km/h) mentre si trova a ovest delle Isole Marshall, ribattezzata con il nome di Haiyan e confermata anche dal Centro congiunto di allerta tifoni (JTWC), che fu costretto a emettere un'allerta ciclone.

A questo punto cominciò un processo di rapida evoluzione, che proseguì fino al 5 novembre e favorì la formazione del classico “occhio” attorno al quale si avvitava l'intero ed esteso sistema nuvoloso, al punto da trasformarlo prima in un ciclone tropicale (quando l'intensità massima del vento raggiunge i 118 km/h) e, subito dopo, in un vero e proprio tifone di categoria 1 (la prima nella scala internazionale di classificazione di uragani e tifoni Saffir-Simpson, che prevede raffiche di vento oltre i 118 hm/h e non superiori ai 153 km/h), mentre transitava sopra gli Stati Federati della Micronesia.

Ricordiamo che uragani e tifoni sono due modi differenti di indicare lo stesso fenomeno meteorologico. La differenza sta nel luogo di formazione: gli uragani si sviluppano sopra l'Oceano Atlantico e sull'Oceano Pacifico a est della linea del cambiamento di data, mentre i tifoni sopra l'Oceano Pacifico a ovest della linea del cambiamento di data.

L'arrivo nelle Filippine

Il tifone, con un diametro di 110 km, continuò a intensificarsi e il suo occhio ad allargarsi. Il 6 novembre il JTWC ne confermò lo stato di super-tifone. Lo stesso Philippine Atmospheric, Geophysical and Astronomical Services Administration (PAGASA) lo rinominò Yolanda mentre si avvicina alla sua area di responsabilità.

Intorno alle ore 12 del 7 novembre Yolanda raggiunse il picco di intensità, con venti sostenuti per oltre 10 minuti fino a 235 km/h, mentre 6 ore dopo le raffiche assolute per un minuto toccano i 315 km/h, diventando un tifone di categoria 5 (la massima prevista dalla scala Saffir-Simpson) con un occhio largo ben 15 km.

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Il tifone Haiyan nel suo picco di intensità. Credits: NASA, LAADS Web, HDF File processed by Supportstorm, da Wikimedia Commons.

Alle 4:40 dell'8 novembre Yolanda fece il suo primo landfall (arrivo a terra). La municipalità di Guiuan, nella provincia di Samar orientale, venne letteralmente spazzata via; una scia di distruzione colpì diverse aree delle Filippine, soprattutto nel gruppo insulare centrale. Successivamente Haiyan toccò terra altre 3 volte, l'ultima delle quali sulle Isole Calamian.

A questo punto la tempesta perse forza, dirigendosi verso il Mare delle Filippine: le attraversò il 9 novembre, lasciando la zona di responsabilità del Paese, mentre in serata toccò il Vietnam nei pressi di Haiphong declassato a grave tempesta tropicale, con venti a 120-130 km/h. Nell'entroterra la tempesta diminuì rapidamente d'intensità, dissolvendosi poi nella provincia di Guangxi, in Cina, l'11 novembre.

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Mappa relativa al percorso del tifone Haiyan. I punti mostrano la posizione della tempesta ad intervalli di 6 ore, mentre il colore rappresenta la velocità massima del vento, secondo la scala Saffir–Simpson. Fonte: wikipedia.org.

Le conseguenze catastrofiche del tifone

Il super tifone ha avuto conseguenze catastrofiche sulle aree dove è transitato e/o toccato terra. Tra questi vale la pena ricordare che oltre 1 milione di case sono state gravemente danneggiate o completamente distrutte, 4 milioni di persone sono rimaste senza casa, in particolare nelle Visayas orientali e occidentali (Filippine). A Leyte e Tacloban (Filippine) si è verificata un'onda di tempesta di 5 metri e fino a 400 mm di pioggia che hanno inondato l'area fino ad 1 km nell'entroterra. Circa il 90% di Tacloban è stato distrutto, oltre 1 milione di tonnellate di colture sono andate perdute, circa 600.000 terreni agricoli sono stati danneggiati, oltre 3/4 degli agricoltori e pescatori hanno perso il loro reddito.

Il costo complessivo dei danni è stato stimato in 12 miliardi di dollari. In totale sono state colpite 14 milioni di persone e 6190 hanno perso la vita. Ancora oggi ci sono persone disperse. Si stima per questo che il bilancio definitivo delle vittime si aggiri attorno alle 10.000 persone.

Per tutti questi tragici motivi il nome “Haiyan” è stato ufficialmente rimosso dagli elenchi di nomi che potrebbero essere utilizzati in futuro per un ciclone tropicale dal WMO, l'Organizzazione Mondiale della Meteorologia. Il Tropical Cyclone Committee ha infatti stabilito che questo nome non debba essere più utilizzato nell'elenco a rotazione, a seguito dei danni e delle perdite di vite umane che ha inflitto. Una regola che vale in generale per tutti i cicloni che arrecano danni, morti e distruzione di enormi proporzioni.

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