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Islanda, geopolitica di un Paese senza esercito

L’Islanda, Paese senza esercito, svolge un ruolo importante nel contesto artico dal punto di vista geopolitico. La posizione della Nazione nordica è strategica per la geopolitica dell'Artico e rappresenta un esempio virtuoso di ecologismo.

A cura di Rachele Renno
18 Novembre 2023
12:15
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Islanda, geopolitica di un Paese senza esercito
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Negli ultimi giorni si sta monitorando con un misto di stupore e preoccupazione la possibile eruzione in Islanda, nella penisola di Reykjanes. Ma il Paese nordico, tra i meno popolosi d’Europa, è molto importante nel contesto artico anche dal punto di vista geopolitico. Vediamo quindi caratteristiche, punti di forza e contesto geopolitico dell’Islanda.

Storia e politica dell’Islanda

Soprannominata “la terra di ghiaccio e di fuoco”, con una popolazione di circa 332.000 abitanti e un'estensione di 103.000 km quadrati, l’Islanda è considerata uno dei Paesi più affascinanti e “sicuri” del Pianeta. Oltre alle particolarità geografiche e allo spettacolare paesaggio naturale, l’Islanda è un Paese che sta aumentando la propria importanza dal punto di vista geopolitico, essendo in una posizione strategica tra Europa e Stati Uniti. Dal punto di vista politico, l’Islanda è una repubblica parlamentare il cui attuale Primo Ministro è Katrín Jakobsdóttir, 47 anni, femminista, ecologista dell’alleanza Sinistra-Movimento Verde.

Sotto il dominio norvegese prima (dal IX secolo) e danese poi (a partire dal 1347), il Paese ha ottenuto l’indipendenza dalla Danimarca nel 1944, in seguito a un referendum popolare, vedendo inizialmente l’ascesa del partito indipendentista Sjálfstæðisflokkurinn. In seguito alla crisi economica del 2006, nel 2009 a salire al governo fu la coalizione di centro-sinistra formata dal partito socialdemocratico Samfylkingin e dal partito di  Sinistra-Movimento Verde, Vinstrihreyfingin – grænt framboð.

Pur appartenendo allo spazio Schengen, lo spazio per la libera circolazione e movimento dei cittadini europei, e allo Spazio Economico Europeo, l'Islanda non è un Paese membro dell'Unione Europea.

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Un Paese senza esercito

Come il Costa Rica, l’Islanda non possiede un esercito permanente. Pur essendo un membro della NATO, non ha infatti forze militari regolari. La sua difesa fu infatti affidata agli Stati Uniti fino al 1951 tramite un accordo bilaterale, ma successivamente nel 2006 il contingente statunitense si è ritirato dal Paese. Dal punto di vista della sicurezza interna, la guardia costiera è l’entità preposta a difendere l’isola da eventuali attacchi esterni, essendo anche addestrata per intervenire in casi di attacchi militari.

Ad ogni modo, essendo l’Islanda parte del sistema NATO, in caso di attacco i Paesi membri alleati sarebbero obbligati a proteggere il Paese, intervenendo militarmente. Oltre alla Guardia Costiera, sono poi presenti regolari forze di polizia interna per la sicurezza dei cittadini. La mancanza dell’esercito rende l’Islanda un caso particolarmente interessante, un esempio e baluardo di pace e disarmo. Sicuramente questo è possibile a causa della popolazione ridotta e delle peculiari caratteristiche geografiche dell’isola.

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Nave della Guardia Costiera islandese.

Interessi geopolitici nell'Artico

L’Islanda è membro del Consiglio Artico e si è da sempre battuta fortemente e distinta per cambiamenti in campo ambientale e per le sue politiche ecologiste, chiedendo una maggiore cooperazione internazionale in quest’ambito. Il Consiglio artico è un forum intergovernativo, fondato nel 1996 con la Conferenza di Ottawa, che ha come scopo promuovere lo sviluppo sostenibile della regione dell’Artico. È formato da 8 Paesi: Canada, Danimarca (che rappresenta anche la Groenlandia e le Isole Fær Øer), Finlandia, Islanda, Norvegia, Russia, Stati Uniti d'America (che rappresentano l'Alaska) e Svezia. Il suo scopo è quello di monitorare dal punto di vista ambientale e climatico ciò che avviene nell’Artico e comunicare al resto del mondo quanto accade in questi territori, con un lavoro di ricerca e monitoraggio.

Sicuramente la posizione geopolitica dell’Islanda nell’Artico è un elemento di politica estera importante: gli Stati Uniti, specialmente durante la Guerra Fredda, hanno utilizzato l’Islanda come base per cercare di arginare gli interessi della Russia nella regione. Altri Stati, tra cui Italia e Cina, sono membri osservatori permanenti del Consiglio. Oggi, l’Islanda gode di rapporti di cooperazione e dialogo con tutti questi attori, nonostante in seguito all’invasione della Crimea da parte della Russia del 2014, gli Stati Uniti abbiano cercato di aumentare il proprio sistema di difesa nella regione, per arginare la sfera d’influenza di Mosca e Pechino.

In ogni caso, l’Artico è considerato una zona strategica sia dal punto di vista economico che militare per la Russia e per gli Stati Uniti, e questo rende l’Islanda un Paese importante negli equilibri della regione. Essendo inoltre uno snodo marittimo importante, ha poi allargato lo sguardo verso Oriente: il Paese infatti è stato tra i primi ad aver sottoscritto la Belt and Road Initiative, l’accordo di libero scambio commerciale con la Cina.

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Gli accordi internazionali per l’ambiente

Dal punto di vista ambientale, l’Islanda ha firmato nel 2016 l’accordo di Parigi, il trattato internazionale che i membri delle Nazioni Unite hanno sottoscritto in merito ai cambiamenti climatici a agli obiettivi di sostenibilità ambientale ed energetica. L’Islanda, in questo contesto, aspira a raggiungere zero-emissioni (la carbon neutrality) entro il 2040 e a ridurre del 40% le emissioni di gas serra entro il 2030. Per fare ciò nel 2018 il governo islandese ha creato un Nuovo Piano d’Azione per il Clima, aumentando i finanziamenti per contrastare il cambiamento climatico. In Islanda, infatti, la maggior parte dell’energia elettrica è generata da fonti rinnovabili, principalmente energia geotermica e idroelettrica.

A questo proposito, in campo energetico, è stata implementata anche una nuova Politica Energetica da raggiungere entro il 2050 per far sì che entro questa data tutta la produzione di energia dovrà provenire da fonti rinnovabili e generata in modo sostenibile. L’Islanda è considerata, a livello internazionale, un esempio virtuoso di protezione della natura ed uso delle proprie risorse, anche in campo ittico, essendo la pesca una delle attività economiche principali del Paese.

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