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15 Settembre 2022
8:54

La domesticazione del fuoco. Storia di una scoperta essenziale per l’evoluzione umana

La capacità di usare e controllare il fuoco non ha cambiato solo le nostre abitudini di vita, ma ha modificato addirittura il comportamento e la struttura fisica del genere Homo. Quando abbiamo sviluppato la capacità di domare le fiamme?

A cura di Erminio Fonzo
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La domesticazione del fuoco. Storia di una scoperta essenziale per l’evoluzione umana
fuoco

Gli esseri umani hanno imparato a controllare e a usare il fuoco oltre un milione di anni fa, quando la nostra specie, l’Homo sapiens, non si era ancora sviluppata ed esistevano solo altre specie del genere Homo. In origine, però, la capacità di controllare il fuoco era rudimentale: l’uomo riusciva solo a servirsi dei fuochi accesisi per cause naturali, per esempio a causa di un fulmine, e non ad accenderli. Secondo gli studi più accreditati, l’uso regolare del fuoco è molto più "recente" e risale a circa 125.000 anni fa. In questo articolo scopriamo come l'uomo ha acquisito questa capacità.

Il fuoco nel mito

Partiamo da un presupposto: già le civiltà antiche si rendevano conto che la scoperta del fuoco, avvenuta centinaia di migliaia di anni prima di loro, era un elemento fondamentale dell’evoluzione umana.

Numerosi popoli antichi, infatti, avevano elaborato dei miti sulla scoperta del fuoco e veneravano divinità a esso dedicate Per noi occidentali il più noto è il mito di Prometeo, il titano che, secondo la mitologia greca, avrebbe rubato il fuoco agli dei e lo avrebbe donato agli uomini. Per questo sarebbe stato punito da Zeus, il padre degli dei, con una pena atroce: sarebbe stato legato a una montagna con un’aquila a rosicchiargli continuamente il fegato. La punizione sarebbe stata così crudele perché grazie al controllo del fuoco gli uomini sarebbero diventati molto più potenti e avrebbero potuto sfidare gli dei.

Prometeo dona il fuoco agli uomini
Prometeo dona il fuoco agli uomini

Leggende simili si ritrovano in molte altre culture, sviluppatesi in maniera indipendente le une dalle altre. In numerose religioni, inoltre, esistevano ed esistono specifiche divinità del fuoco: nell'Antica Grecia c’era Efesto, conosciuto come Vulcano in ambiente romano, che era anche il fabbro degli dei; ancor oggi nell’induismo il dio del fuoco è Agni, il figlio del cielo e della terra; per i Maya è Huracan, una delle divinità che hanno creato il genere umano.
Insomma, agli uomini è stato sempre chiaro, sin dalle civiltà più antiche, che il valore del fuoco è fondamentale. Ma quando è iniziato il suo uso?

Alle origini del controllo del fuoco

La prima specie del genere Homo che ha imparato a controllare il fuoco è stata probabilmente quella dell’Homo erectus, emersa intorno a due milioni di anni fa ed estintasi definitivamente poco più di 100.000 anni fa (quando già erano emerse altre specie umane).

Ricostruzione di un Homo erectus (credit Tim Evanson)
Ricostruzione di un Homo erectus (credit Tim Evanson)

Le prime tracce della capacità, sia pure molto rudimentale, di controllare e usare il fuoco risalgono a un’epoca compresa tra 2.000.000 1.700.000 anni fa e sono state individuate in Africa orientale. Attenzione però: questo non significa che a quel tempo l’Homo erectus fosse capace di accendere fiamme. Era in grado, infatti, solo di “usare” i fuochi che si accendevano per cause naturali e forse di controllare gli incendi, impedendo che si estendessero. Poteva cuocere in qualche modo alcuni cibi e servirsi delle fiamme per migliorare la produzione degli utensili, ma l’uso del fuoco era ancora raro, perché mancava una competenza essenziale: quella di accenderlo.

La domesticazione e l’uso diffuso

La maggioranza degli studiosi ritiene che l’uomo abbia iniziato a usare regolarmente il fuoco, imparando anche ad accenderlo, intorno a 125.000 anni fa. La prima specie umana a sviluppare tale capacità sarebbe stata l’Homo neanderthalensis, attestata in Europa, Africa e Asia tra 200.000 e 40.000 anni fa.
In proposito va ricordato che per accendere una fiamma in maniera meccanica ci sono due modi:

  • Lo sfregamento o frizione: si strofinano due legnetti fino a produrre il calore necessario alla combustione (è il sistema con il quale funzionano i fiammiferi, che però usano zolfo e fosforo, più facilmente infiammabili).
  • La percussione: si percuote una pietra focaia in maniera da provocare una scintilla, che poi viene diretta su un materiale facilmente infiammabile, come la paglia (è il sistema usato nei moderni accendini, nei quali il materiale infiammabile è costituito dal gas).
Accensione del fuoco per frizione (credit Ruhrfisch)
Accensione del fuoco per frizione (credit Ruhrfisch)

Probabilmente, il metodo utilizzato per primo è stato quello dello sfregamento. Quello che è sicuro è che, da quando ha scoperto come accendere il fuoco, l’essere umano ha potuto usarlo tutte le volte che lo riteneva utile: non era più necessario aspettare che un fulmine appiccasse un incendio, ma era possibile usare le fiamme quando si voleva. Il regalo di Prometeo era arrivato a destinazione.

Le applicazioni del fuoco

Cosa cambiò quando l’uomo iniziò a usare il fuoco diffusamente?

Come sappiamo, il fuoco è fonte di calore e di luce. Per questa ragione consentì ai nostri progenitori di riscaldarsi e, quindi, di poter vivere in ambienti più freddi. Inoltre, permise loro di compiere attività anche di notte (come la caccia, ad esempio, che prima era solo diurna).

Il fuoco permise anche di migliorare la produzione di utensili, consentendo per esempio di indurire le lance per la caccia (la lavorazione dei metalli attraverso il fuoco è invece molto più tarda).

Lancia indurita con il fuoco, ca. 400.000 anni fa (credit P. Pfarr NLD)
Lancia indurita con il fuoco, ca. 400.000 anni fa (credit P. Pfarr NLD)

L’uomo imparò anche a provocare incendi e a bruciare foreste per fare allontanare gli animali e poterli cacciare più facilmente.

Il fuoco e l’evoluzione della specie

Tuttavia la “scoperta” del fuoco modificò la stessa evoluzione fisica del genere umano. Grazie a esso, infatti, l’uomo cambiò la sua alimentazione, perché imparò a cuocere gli alimenti, il che ebbe conseguenze sull’evoluzione della specie.

Anzitutto, aumentò il cibo a disposizione, perché attraverso la cottura diventano commestibili alcuni alimenti che crudi non possono essere mangiati perché non digeribili: radici, tuberi e altri. Con la cottura diminuì anche la tossicità dei cibi, perché il calore uccide i parassiti.

Inoltre, la cottura ridusse il tempo e l’energia necessari alla masticazione e alla digestione. Da questo derivarono modificazioni biologiche, come la riduzione delle dimensioni dell’intestino e cambiamenti nella dentatura. Inoltre, poiché gli alimenti cotti sono più nutrienti, aumentò l’energia “incamerata” attraverso il cibo, il che consentì di migliorare lo sviluppo fisico. Una teoria vuole persino che i cibi cotti abbiano favorito la crescita delle dimensioni del cervello, ma l’ipotesi è tutt'ora discussa.

Quello che è certo è che il fuoco ha cambiato sia il comportamento sia la struttura fisica degli uomini, contribuendo a far emergere come dominante la specie dei sapiens alla quale noi apparteniamo.

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