Nell’ambito della Ocean Drilling Project Expedition 399, un team internazionale a bordo della nave da ricerca JOIDES Resolution è riuscito a perforare il mantello terrestre fino a una profondità mai raggiunta prima nel fondale dell’Oceano Atlantico settentrionale, a ovest della dorsale medio-atlantica, il lunghissimo rilievo sottomarino che lo attraversa. Il campione estratto dal fondale è lungo ben 1268 m, sei volte più di quelli ottenuti in precedenza: esso può fornire informazioni importantissime sulla composizione del mantello e sulla dinamica delle placche, ma anche sull’origine della vita sulla Terra.
Il sito in cui è stata fatta la nuova perforazione
Il mantello è lo strato che separa la crosta dal nucleo della Terra ed è quello che occupa il maggior volume del nostro pianeta. A causa della sua profondità, la conoscenza che abbiamo di questo strato si basa perlopiù su conoscenze indirette ottenute grazie allo studio delle onde sismiche. Ci sono però aree del fondo oceanico in cui le rocce del mantello superiore solido emergono. È ciò che accade in corrispondenza di una montagna sottomarina chiamata Massiccio dell’Atlantide, vicina alla dorsale medio-atlantica, dove si incontrano le placche nordamericana, eurasiatica e africana. Per questo motivo nel 2023 i ricercatori hanno effettuato la perforazione sul lato meridionale del Massiccio, in corrispondenza del cosiddetto Lost City Hydrothermal Field: si tratta un’area in cui si hanno manifestazioni idrotermali che consistono nella fuoriuscita di acqua surriscaldata dal magma in profondità e che forniscono le condizioni di vita ideali per molti microrganismi.
L’estrazione e l’analisi del campione
La JOIDES Revolution è riuscita a estrarre un campione di roccia molto più profondo del previsto (ben 1268 m) grazie all’inaspettata facilità con cui è avvenuta la perforazione. Il cilindro di roccia estratto, di diametro pari a 6,5 cm, è risultato privo di interruzioni ed è stato analizzato per mesi dai ricercatori.
Il campione ha fornito nuove informazioni sulla composizione chimica del mantello e sui fenomeni che sono alla base dei movimenti delle placche litosferiche. Non solo: potrebbe risultare fondamentale per comprendere i processi all’origine della vita. Il cilindro presenta tracce delle trasformazioni che subiscono le rocce del mantello superiore, chiamate peridotiti, quando entrano in contatto con l’acqua del mare. Il processo, chiamato serpentinizzazione, le trasforma in serpentiniti (il cui aspetto ricorda quello del marmo verde) e rilascia gas come l’idrogeno, di cui si nutrono i microrganismi. Si tratta di emissioni che rendono questo tipo di ambienti i probabili luoghi di origine della vita sul pianeta.
Le prospettive future
Sfortunatamente il programma di ricerca nell’ambito del quale è stata svolta la perforazione sta volgendo al termine, quindi nel breve termine la JOIDES Resolution non fornirà altri campioni. In futuro, però, potremmo avere gli strumenti necessari per accedere grazie ad altre navi da ricerca anche a porzioni di mantello più “incontaminate”, che non sono state trasformate dall’interazione con l’acqua marina.