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La stazione sismica sottomarina più profonda del Mediterraneo, denominata MHPPL (Marine Hazard Portopalo) e installata lo scorso ottobre a 3 443 m di profondità, ora è pienamente operativa. Si trova sul fondale del Mar Ionio, circa 90 km a sud-est delle coste della Sicilia, presso il più grande telescopio sottomarino per neutrini del Mediterraneo. La stazione, realizzata grazie a una collaborazione tra l’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) e l’INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), è in grado di trasmettere in tempo reale dati acustici, sismici e chimico-fisici dell’acqua. Grazie alla sua tecnologia avanzata e alla sua posizione strategica rivestirà un ruolo cruciale nel monitoraggio sismico, fornendo informazioni molto precise sui terremoti dell’area, come quello di magnitudo 4.8 avvenuto nella notte tra il 15 e il 16 aprile.
Le caratteristiche della stazione sismica sottomarina
La stazione sismica si trova al largo di Portopalo di Capo Passero, in provincia di Siracusa, presso il KM3NeT/ARCA, il più grande telescopio sottomarino per neutrini del Mediterraneo. Si tratta di una stazione sismo-acustica ad alta sensibilità realizzata nell’ambito del progetto di ricerca IDMAR finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale. La stazione è dotata di sensori in grado di rilevare la conducibilità e la temperatura dell’acqua e la pressione della colonna d’acqua sovrastante. Un idrofono permette poi di studiare le basse frequenze delle onde acustiche che si propagano nelle acque marine con conseguenze di carattere ambientale. Infine, un sismometro marino ad alta sensibilità intercetta con grande precisione le onde sismiche di terremoti che avvengono anche molto lontano. Appositi contenitori a tenuta stagna rendono questo equipaggiamento in grado di resistere alle enormi pressioni presenti a queste profondità.

Perché la nuova stazione sismica è importante
Grazie alla sua profondità e alla sua distanza dalle coste, la stazione sismica ha un ruolo cruciale per determinare in modo più preciso i parametri relativi ai terremoti che si originano nell’area mediterranea, ma anche a quelli che avvengono più lontano. Per esempio, il suo sismometro ha registrato il terremoto di magnitudo 7.7 avvenuto in Myanmar il 28 marzo scorso, il cui epicentro è lontano oltre 7500 km. Lo strumento sarà fondamentale anche per studiare i terremoti legati alla faglia ibleo-maltese e relativi all’area dello Stretto di Messina. La stazione, come sottolinea Sergio Sciré Scappuzzo dell’INGV, rappresenta una “estensione significativa della rete nazionale di monitoraggio sismico verso il Mar Ionio“. La stazione è stata infatti integrata nel sistema di monitoraggio sismico dell’INGV ed è stata connessa all'Archivio Europeo dei Dati EIDA, gestito sempre dall'INGV. Sarà integrata anche nel Centro Allerta Tsunami dell'INGV, con l’obiettivo di migliorare il sistema di allertamento maremoti per l’area del Mar Ionio.
