La storica missione Polaris Dawn è finalmente realtà! Dopo diversi giorni di ritardo a causa delle pessime condizioni meteo previste al momento del rientro, il lancio è avvenuto alle 11:23 ora italiana del 10 settembre dalla storica rampa 39A del Kennedy Space Center, da cui anche le missioni Apollo sono partite. La missione durerà in tutto 6 giorni e coinvolgerà il comandante di missione Jared Isaacmanil, il pilota Kidd Poteet e le specialiste di missione Sarah Gillis e Anna Menon. Il piatto forte, che ne determina anche l'unicità, avverrà il terzo giorno di missione quando, ad una altitudine di circa 700 km, due dei quattro membri dell'equipaggio effettueranno la prima attività extraveicolare (EVA) privata nella storia. L'EVA, comunemente definita "passeggiata spaziale", avverrà grazie a delle tute appositamente progettate da Space X per la missione. L'azienda dei Elon Musk è infatti partner principale di Polaris Dawn, tanto è vero che sia il vettore di lancio, il razzo Falcon 9, che la capsula contenente l'equipaggio, la capsula Dragon, sono stati forniti da Space X stessa.
La missione è ricca di primati. Oltre ad effettuare la prima EVA privata della storia e più di 36 esperimenti, molti dei quali legati all'effetto della radiazioni sui tessuti biologici all'interno delle fasce di Van Allen della Terra, l'equipaggio raggiungerà una quota tre volte quella della Stazione Spaziale Internazionale (ISS), circa 1400 chilometri. Si tratta della quota più elevata mai raggiunta da qualsiasi missione umana in orbita terrestre nella storia!
Come è andato il lancio di Polaris Dawn
Il lancio di Polaris Dawn era inizialmente previsto per il 26 agosto, ma, a causa di perdite di elio prima, e di avverse condizioni meteo previste al momento di rientro dopo, il lancio ha potuto finalmente compiersi solo il 10 settembre. Il razzo Falcon 9 di Space X ha lasciato la rampa 39A del Kennedy Space Center in Florida alle 11:23 ora italiana. Il lancio è avvenuto quando in Florida era ancora buio, di conseguenza i nove motori Merlin del Falcon 9 hanno illuminato quasi a giorno tutta la zona circostante rendendo il lancio estremamente spettacolare, come si può vedere dalla diretta Youtube qui sotto (al minuto 5:45:15).
Circa due minuti e 40 secondi dopo il lancio, i motori principali del Falcon 9 si sono spenti, ed è così avvenuta la separazione del booster dal secondo stadio, che ha continuato la sua corsa verso lo spazio. Come ormai da tradizione Space X, il booster non è andato perduto nell'oceano, ma ha effettuato una serie di accensioni per rientrare dolcemente e in maniera autonoma sulla nave drone di Space X nell'oceano Atlantico e poter così essere riutilizzato per una futura missione. La navicella spaziale Dragon di Polaris Dawn si è invece separata dal secondo stadio del Falcon 9 circa di 12 minuti dopo il lancio.
Cosa avverrà nei prossimi giorni
La capsula si stabilirà su di un'orbita ellittica iniziale che porterà i 4 membri dell'equipaggio ad un'altitudine massima (apogeo) di circa 1.200 chilometri ed un'altitudine minima (perigeo) di circa 190 km. Dopo alcune orbite, la Dragon accenderà i motori per modificare l'orbita ed innalzare l'apogeo fino a circa 1.400 km, più in alto di quanto qualsiasi essere umano abbia volato dall'ultima missione Apollo nel 1972.
Dopo il secondo giorno di missione, la capsula Dragon accenderà nuovamente i motori, questa volta però per abbassare l'apogeo a circa 700 km, dove rimarrà fino alla fine della missione, per poi ritornare sulla Terra. È proprio a questa altitudine che avverrà, nel terzo giorno, la parte più critica della missione: la prima "passeggiata spaziale" commerciale della storia. L'obiettivo principale è quello di testare la nuova tuta spaziale per le attività extra-veicolari progettata da SpaceX.
Il quarto giorno della missione l'equipaggio effettuerà una dimostrazione delle funzionalità della costellazione di satelliti Starlink. Ci si attende un emozionante messaggio a sorpresa che l'equipaggio intende trasmettere sulla Terra tramite la megacostellazione di satelliti Internet di SpaceX. Il quinto giorno invece sarà dedicato alla preparazione per il viaggio di ritorno a casa. Ritorno che è previsto per il sesto giorno quando la capsula dovrebbe rientrare sulla Terra ed ammarare al largo delle coste della Florida.
Quali rischi comporta l'EVA
La tuta per le EVA è solo visivamente simile a quella bianco e nera usata per le attività all'interno della Dragon, ma in realtà nasconde al suo interno delle tecnologie completamente diverse, poiché essa deve schermare gli astronauti dall'ambiente ostile dello spazio esterno. La tuta deve infatti schermare gli astronauti dalle radiazioni nocive dei raggi cosmici e dalle incredibili variazioni di temperature che si verificano nel passaggio dalla luce solare diretta al buio. Alla quota della ISS, ad esempio, l’ambiente esterno ha un’escursione termica che va dai -160 ai 120 gradi Celsius.
A complicare ulteriormente l'impresa si aggiunge il fatto che la capsula Dragon non possiede una camera di equilibrio, di conseguenza all'apertura del portello per effettuare l'EVA, l'intera capsula sarà esposta al vuoto dello spazio. Ciò implica che non saranno solo gli astronauti Jared Isaacman e Sarah Gillis a dover usare le tute speciali per avventurarsi nello spazio, ma l'intero equipaggio della capsula Dragon (che include il tenente colonnello dell'Air Force Scott Poteet e lo specialista di missione Anna Menon).
Isaacman e Gillis usciranno a turno dalla capsula Dragon per testare la funzionalità e la manovrabilità delle loro tute. In totale, l'EVA di Polaris Dawn durerà circa due ore dall'inizio della depressurizzazione della Dragon fino alla chiusura del portello e alla ripressurizzazione della cabina.