L’Autonomous Sensory Meridian Response, conosciuta come ASMR, è la sensazione di piacere, calore, talvolta formicolio che parte dalla sommità della testa e si propaga per tutto il corpo, in relazione all’ascolto di particolari suoni come il sussurrare, grattare, bisbigliare, generati da movimenti lenti e a basso volume. Si trovano molti video online, specialmente su YouTube e TikTok, volti a innescare queste sensazioni, dal suono del taglio dei capelli a quello del masticare o rompere qualcosa di croccante, dal bisbigliare nel microfono al rumore soffice di tessuti grattati con l’unghia delle mani. Non raramente chi sperimenta l’ASMR afferma di sentirsi rilassato, e di usarlo come aiuto al sonno.
L’ASMR è un fenomeno poco studiato dalla scienza, divenuto rilevante soltanto a partire dal trend mediatico che si è innescato da meno di un decennio a questa parte. I primi studi sperimentali si attestano sul finire degli anni ’10, e ci raccontano alcune curiosità su questo singolare processo del cervello, che non tutti sperimentano. L’ASMR, infatti, non sembra essere un’esperienza universale.
Le neuroscienze dell’ASMR: perché è rilassante
Alcuni ricercatori canadesi dell’università di Winnipeg, studiando soggetti sottoposti ai suoni tipici dell’ASMR, hanno osservato un'attività aumentata nelle regioni del cervello associate al piacere e alla connessione sociale. Inoltre, hanno rilevato una minore attività della Default Mode Network, la rete associata al “vagabondaggio del pensiero”, mentre riscontrarono una maggiore connettività tra alcune aree della corteccia occipitale, frontale e temporale, il che suggerisce una connettività cerebrale dello stato di riposo del tutto peculiare.
La Default Mode Network è spesso associata ad un aumento dell’ansia percepita, data la sua attivazione durante proiezioni mentali del sé nel futuro che spiegherebbe, per contrasto, perché l’ASMR abbia molto spesso effetti percepiti come benefici di rilassamento, benessere e diminuzione dello stress. Trasportato sulla sfera cognitiva, parrebbe quindi che l’ASMR porti ad una ridotta capacità di inibizione di esperienze sensoriali-emotive evocate: ciò sta a significare una aumentata percezione sensoriale relativa all’ascolto di questo particolare insieme di suoni, e una più viva emotività percepita.
Uno studio condotto nel 2018 dall'Università di Sheffield ha rivelato che le persone che sperimentano l'ASMR mostrano una riduzione significativa della frequenza cardiaca e un aumento delle emozioni positive. Il primo studio ad indagare con risonanza magnetica funzionale il comportamento del cervello durante ASMR è di pochi anni fa, 2018, e osserva una considerevole attivazione della corteccia prefrontale mediale, area genericamente associata ai comportamenti sociali, tra cui il grooming (lo “spulciamento” vicendevole delle scimmie).
È l’ossitocina, spesso chiamato l’ormone della felicità, a legarsi ai recettori presenti nella corteccia prefrontale mediale durante esperienze di ASMR. Altre aree marcatamente attive durante queste esperienze erano il nucleo accumbens (noto per il suo ruolo nella percezione di gratificazione), l’insula (fortemente legata all’emotività e durante l’esperienza dell’orgasmo) e la corteccia somatosensoriale secondaria (che elabora le informazioni sensoriali).
Non tutti sperimentano questo tipo di sensazione
Emerge dagli studi al riguardo che non tutti siamo inclini a sperimentare sensazioni piacevoli di questa intensità durante l’ascolto dei suoni tipici. Alcuni, per esempio, provano sensazioni di fastidio o di eccitazione, con un aumento della frequenza cardiaca. L’ASMR sembra infatti associato ad alcuni tratti della personalità, quali l’empatia, l’apertura all’esperienza, e la decisa inclinazione verso comportamenti affiliativi intimi, cioè quei comportamenti fatti di legami stretti, spesso di cura e attenzione.
In un ulteriore studio dell’università di Winnipeg, i tratti di personalità maggiormente associati ad esperienze ASMR sono risultati il nevroticismo, definito come tratto della personalità tendente all’ansia, alla depressione, allo scarso adattamento in situazioni di stress e ad una elevata sensibilità sensoriale ed emotiva e quindi ad una maggiore consapevolezza dei propri stati percettivi fisiologici durante l’ASMR, e l’introversione, che porta ad un aumentato sguardo interiore. Al netto di questi dati, l’ASMR rimane un’esperienza non universalmente accessibile e altamente variabile da individuo a individuo, differenziando così anche il tipo di trigger sonoro che può innescare tale esperienza in persone differenti.