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L’esame di Stato, talvolta chiamato esame di maturità, quest'anno inizierà in tutta Italia mercoledì 18 giugno 2025 con la prima prova scritta. La seconda prova si terrà il 19 giugno 2025 e in seguito si svolgeranno i colloqui orali. Si tratta di un esame che ogni studente deve superare al termine del ciclo di istruzione superiore, per conseguire il diploma e iscriversi all’Università, nel nostro Paese è stato introdotto nel 1923 con la Riforma Gentile. In precedenza, erano previsti esami solo per la conclusione degli altri cicli scolastici, a partire da quello elementare. Le modalità dell’esame di Stato sono state riformate più volte e con il passare degli anni le prove sono state adeguate ai tempi e alle esigenze della scuola contemporanea, anche se talvolta questo ha significato semplificarle. L’ultima riforma importante, emanata nel 1997, ha cambiato anche il nome della prova, definendola non più esame di maturità, come in passato, ma «esame di Stato conclusivo del corso di studio di istruzione secondaria superiore».
L’introduzione dell’esame di Stato in Italia
L’esame di maturità è stato introdotto nel 1923, all’inizio del regime fascista, nell’ambito della riforma del sistema scolastico promossa dal ministro Giovanni Gentile.

La riforma rimodulò l’istruzione secondaria in Italia e alla fine del ciclo di studi introdusse un esame basato sul superamento di 4 o 6 prove scritte (il numero cambiava a seconda del tipo di scuola) e di un colloquio orale. L’esame si svolgeva in sedi esterne agli istituti scolastici e la valutazione era effettuata da commissioni composte da docenti universitari. Le prove erano molto selettive: nell’anno 1924/25, per esempio, gli studenti promossi furono il 54,9 % dei candidati al liceo scientifico e il 59,5 % al classico. Si consideri che all’epoca la scuola era frequentata solo da una minoranza dei giovani, appartenenti ai ceti benestanti, dai quali ci si aspettava che emergesse la nuova classe dirigente. La scuola era perciò selettiva, ma anche classista, perché consentiva solo alle ai giovani provenienti da famiglie benestanti di frequentarla.
La nuova formula della maturità dopo il Sessantotto
La Riforma Gentile restò in vigore anche dopo il crollo del fascismo e la fine della Seconda Guerra Mondiale. Subì, però, alcune modiche: per esempio, nel 1952 fu eliminata la traduzione dall’italiano al latino per la maturità scientifica e nel 1958 fu introdotta per tutte le scuole la figura del membro interno della commissione. Un cambiamento sostanziale avvenne nel 1969, in seguito al movimento del Sessantotto e ai cambiamenti sociali ed economici, che avevano reso la scuola superiore un'istituzione di massa, frequentata da percentuali sempre più ampie di giovani. La riforma rese l’esame più semplice: gli studenti dovevano affrontare due prove scritte (diverse a seconda del tipo di scuola, ma su tracce decise a livello nazionale) e un colloquio orale su due materie. Il voto era espresso in sessantesimi. Al liceo classico gli scritti erano un tema di italiano e una traduzione in italiano o dal greco o dal latino (ogni anno si sorteggiava una delle due materie).

I cambiamenti recenti e la normativa attuale sull’esame di maturità
La nuova normativa è rimasta in vigore, con pochi cambiamenti, fino al 1997, quando una nuova riforma, promossa dal ministro Luigi Berlinguer, ha cambiato nuovamente il sistema. Nella sostanza, la riforma Berlinguer regola l’esame di Stato ancora aggi: si prevede che gli studenti affrontino tre prove scritte (l’ultima delle quali è stata abolita di recente) e un colloquio orale basato sulla discussione di un elaborato (la famigerata tesina che oggi non esiste più) preparato dallo studente. Nella valutazione, si deve tenere conto anche del percorso scolastico precedente. Le commissioni sono miste: metà composte da docenti interni, metà esterni. Il voto è espresso in centesimi, con la seguente ripartizione dei punti: fino a 45 per le prove scritte, 35 per l’orale, 20 per il credito scolastico.
Negli ultimi anni, la normativa ha subito alcuni ritocchi: è stata abolita la terza prova (che oggi devono svolgere solo gli studenti di alcuni indirizzi), è stato stabilito che la valutazione deve tenere conto dell’alternanza scuola-lavoro, è stata eliminata la tesina ed è cambiata la modalità di attribuzione del punteggio, che attualmente è la seguente: 40 punti per il credito scolastico, 20 punti per ciascuna delle due prove scritte e per il colloquio. Il voto massimo resta perciò 100.
L’esame di maturità nel mondo
In molti Paesi sono previste prove simili al nostro esame di Stato. In Europa, l’esame (spesso chiamato “matura” o con termini simili) è presente pressoché ovunque. In Germania, per esempio, si svolge con commissioni esterne e, come da noi, è superarlo è necessario per conseguire il diploma (abitur) e iscriversi all’università. Simile è la situazione in Francia, dove il diploma è chiamato baccalauréat (spesso abbreviato in bac) e si ottiene superando un esame con quattro prove scritte e un colloquio orale. In Spagna, gli studenti superano il primo esame a 16 anni, al termine del ciclo obbligatorio di istruzione; in seguito, possono frequentare la scuola altri due anni e ottenere il bachillerato, per il quale devono superare un apposito esame, chiamato selectividad.
Particolarmente difficile è la maturità in Cina, il gaokao. L’esame è necessario per potersi iscrivere all’università e dal suo esito dipende anche la scelta dell’ateneo da frequentare (la scelta non è libera, come da noi). Per conseguire il titolo, gli studenti affrontano prove piuttosto difficili di lingua cinese, di una lingua straniera, di matematica e di diverse materie a scelta (storia, filosofia, scienze, ecc.).

Alcuni Paesi, invece, non prevedono un esame a conclusione del percorso di istruzione: negli Stati Uniti, per esempio, il diploma della high school si consegue in base ai crediti ottenuti nel corso del percorso scolastico.