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24 Aprile 2025
8:00

L’UE multa Apple per 500 milioni e Meta per 200 milioni per aver violato le regole sul digitale

Se Apple e Meta sono state multate per aver violato il Digital Markets Act e se non si adegueranno entro 60 giorni, rischiano pesanti sanzioni periodiche. Entrambe le aziende hanno manifestato l'intenzione di presentare ricorso.

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L’UE multa Apple per 500 milioni e Meta per 200 milioni per aver violato le regole sul digitale
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La Commissione Europea ha inflitto due pesanti sanzioni ad Apple e Meta (la società madre di Facebook e Instagram). Le multe,  rispettivamente da 500 milioni di euro ad Apple e da 200 milioni di euro a Meta, per infrazioni alle regole stabilite dal Digital Markets Act (DMA), la normativa dell'Unione Europea pensata per regolamentare il comportamento delle grandi piattaforme digitali.

Secondo Bruxelles, Apple ha violato le disposizioni anti-steering del DMA, impedendo agli sviluppatori di app di comunicare liberamente con i propri utenti per proporre offerte esterne all'App Store. L'UE, nei mesi scorsi, aveva già chiesto a Apple di introdurre l'interoperabilità dei suoi dispostivi per adeguarsi alle regole del DMA. Meta, invece, è stata ritenuta non conforme all'obbligo di offrire agli utenti un'alternativa meno invasiva dal punto di vista della raccolta dei dati personali: il suo modello pubblicitario “consenso o pagamento” non sarebbe in linea con i princìpi di scelta libera e consapevole sanciti dalla normativa europea. Le decisioni sono arrivate dopo mesi di dialogo con le aziende coinvolte e rappresentano le prime multe ufficiali emanate nell'ambito del DMA. Entrambe le imprese hanno tempo 60 giorni per adeguarsi, oppure rischiano ulteriori sanzioni.

Cos'è il DMA e com'è stato violato da Apple e Meta

Il DMA, entrato in vigore nel maggio 2023, è una legge dell’Unione Europea che impone obblighi stringenti ai cosiddetti gatekeeper, ossia aziende che controllano punti di accesso fondamentali ai mercati digitali. Tra questi figurano Apple, Meta, Alphabet (la società a cui fa capo Google), Amazon, ByteDance (l'azienda che sviluppa TikTok) e Microsoft. L'obiettivo del DMA è prevenire abusi di posizione dominante e garantire una concorrenza più equa, dando agli utenti finali e agli sviluppatori più libertà di scelta. Le violazioni possono costare care: la Commissione può multare fino al 10% del fatturato globale annuo di un’azienda, una soglia che, nel caso di Apple o Meta, può tradursi in multe da miliardi di euro!

Ma veniamo alle violazioni già perpetrate dalle due Big Tech. Nel caso specifico di Apple, la Commissione ha stabilito che l'azienda ha continuato a imporre agli sviluppatori di app restrizioni che impediscono loro di informare gli utenti sull’esistenza di metodi di pagamento alternativi (e più convenienti) al di fuori dell’App Store. Questa pratica è definita anti-steering, ovvero un comportamento che ostacola gli utenti nel “dirigersi” verso soluzioni diverse da quelle offerte dalla piattaforma dominante. Il DMA, invece, impone che gli sviluppatori possano promuovere liberamente i propri servizi anche esterni all'ecosistema della piattaforma dominante, senza costi o restrizioni imposte dal gestore della piattaforma stessa.

Secondo la Commissione, Apple non è riuscita a dimostrare che le restrizioni imposte fossero necessarie e proporzionate. Per questo motivo, oltre alla sanzione da mezzo miliardo di euro, la Commissione ha ordinato ad Apple di rimuovere ogni barriera tecnica e commerciale che impedisca la libera comunicazione tra sviluppatori e utenti.

Per quanto riguarda Meta, la questione ruota attorno al modello pubblicitario “consenso o pagamento”, introdotto dal colosso di Menlo Park nel novembre 2023. Secondo questo schema, gli utenti europei di Facebook e Instagram potevano scegliere se accettare la raccolta e combinazione dei propri dati personali per ricevere pubblicità personalizzate oppure pagare un abbonamento mensile per un servizio privo di pubblicità. La Commissione ha contestato che questa proposta non costituisce una vera alternativa: per essere conforme al DMA, Meta avrebbe dovuto offrire anche una terza opzione gratuita e meno invasiva, che riducesse l'uso dei dati personali senza costringere l'utente a pagare. Inoltre, è stato ritenuto che il consenso degli utenti, così com'era richiesto, non fosse effettivamente libero. L'assenza di alternative praticabili ha portato la Commissione a giudicare la pratica come non conforme alla normativa, con una sanzione da 200 milioni di euro. Va notato che Meta ha successivamente proposto un nuovo modello pubblicitario che dovrebbe usare meno dati, ma questa proposta è tuttora sotto valutazione da parte della Commissione.

Apple e Meta: 60 giorni per adeguarsi

La particolarità di queste decisioni risiede anche nel loro carattere “pionieristico”: sono le prime sanzioni formali per violazioni del DMA, e fungono da indicazione su come la Commissione intenda interpretare e far rispettare questa normativa. Entrambe le aziende hanno già annunciato l'intenzione di presentare ricorso. Apple ha criticato la Commissione per averle imposto misure che, a suo dire, mettono a rischio la privacy e la sicurezza degli utenti, mentre Meta ha accusato l'UE di imporre una «tassa multimiliardaria» mascherata da regolamento, sostenendo che le nuove regole danneggiano le imprese europee riducendo l'efficacia della pubblicità personalizzata.

Per ora, Apple e Meta hanno 60 giorni per adeguarsi alle decisioni ricevute. Se non lo faranno, potranno incorrere in sanzioni periodiche.

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