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6 Dicembre 2024
7:00

Perché Facebook ha ricevuto una multa di 798 milioni di euro: gli scenari per il mercato digitale

Meta, azienda proprietaria di Facebook, Instagram e WhatsApp, si ritrova tra due fuochi: da una parte la multa dell'Antitrust in UE, che ha assegnato al colosso una multa di 797,72 milioni di euro, dall'altra il procedimento per monopolio negli Stati Uniti.

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Perché Facebook ha ricevuto una multa di 798 milioni di euro: gli scenari per il mercato digitale
Multa facebook antitrust UE
Credit: Anthony Quintano from Honolulu, HI, United States, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

Meta – il colosso tecnologico fondato da Mark Zuckerberg e proprietario di Facebook, Instagram e WhatsApp – ha ricevuto una multa dall'Antitrust europea di 797,72 milioni di euro per abuso di posizione dominante nel settore della pubblicità online legata al servizio di annunci online Marketplace. Si tratta della piattaforma e-commerce integrata nel celebre social network, che ormai ha preso incredibilmente piede anche in Europa (Italia inclusa).

Le accuse per Facebook Marketplace

Il servizio Marketplace di Facebook, lanciato globalmente nel 2016, consente agli utenti di vendere e acquistare beni direttamente attraverso la piattaforma social. Tuttavia, secondo la Commissione Europea, Meta ha abusato della sua posizione dominante per favorire i propri annunci a discapito di fornitori terzi. Questa pratica, regolata dall’articolo 102 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (TFEU), è considerata incompatibile con il mercato interno quando sfrutta il dominio per danneggiare la concorrenza e il commercio tra gli Stati membri.

Queste le accuse principali:

  • Posizionamento prioritario degli annunci: gli annunci di Marketplace compaiono automaticamente nel feed degli utenti, mentre quelli di fornitori terzi non ricevono la stessa visibilità. Con oltre 260 milioni di utenti attivi in Europa, questa pratica garantisce a Meta un vantaggio competitivo significativo.
  • Sfruttamento dei dati: Meta utilizza i dati pubblicitari di aziende terze per migliorare le prestazioni del proprio Marketplace, riducendo ulteriormente le possibilità di concorrenza leale.

La Commissione ha sottolineato come queste azioni abbiano danneggiato sia la concorrenza che i consumatori, limitando le scelte disponibili sul mercato. La sanzione economica è stata calcolata considerando la durata e la gravità dell’infrazione, ma soprattutto l'impatto che queste pratiche hanno avuto sul mercato europeo.

La risposta di Meta

Meta ha annunciato che farà ricorso contro la decisione, dichiarando che la multa è basata su una "lettura distorta" delle dinamiche di mercato. Secondo l’azienda, Marketplace è stato creato per soddisfare la domanda dei consumatori e non esistono prove concrete di danni economici ai rivali o ai consumatori. Meta sostiene inoltre che la decisione rischia di proteggere i "marketplace storici" dalla concorrenza innovativa.

L’antitrust negli Stati Uniti: un'accusa di monopolio

Dall’altra parte dell’Atlantico, Meta affronta accuse di tutt’altro genere. La Federal Trade Commission (FTC) ha autorizzato l'avvio di un processo contro la società per presunte pratiche monopolistiche, con l'accusa di aver consolidato il proprio dominio nel mercato dei social network tramite acquisizioni strategiche e comportamenti anticoncorrenziali.

Al centro delle indagini statunitensi ci sono due acquisizioni chiave:

  • Instagram (2012): all’epoca un potenziale concorrente diretto di Facebook nel settore della condivisione di immagini.
  • WhatsApp (2014): un’applicazione di messaggistica istantanea che poteva rappresentare una minaccia per il dominio di Facebook nell’interazione digitale.

Secondo la FTC, queste acquisizioni non sono state finalizzate a migliorare i servizi per gli utenti, ma a eliminare potenziali rivali, consolidando un monopolio. Sebbene le transazioni siano state approvate al momento dell'acquisto, le autorità antitrust sostengono ora che abbiano avuto un impatto negativo sulla concorrenza e sull’innovazione.

La FTC aveva anche contestato a Meta la restrizione dell’accesso alle API (interfacce di programmazione) per sviluppatori di applicazioni potenzialmente concorrenti. Tuttavia, questa specifica accusa è stata respinta dal giudice, riducendo il numero di violazioni da esaminare.

Un panorama globale di regolamentazioni Big Tech

I casi di Meta si inseriscono in un contesto più ampio di regolamentazione delle grandi aziende tecnologiche, che negli ultimi anni sono state oggetto di scrutinio da parte delle autorità antitrust a livello globale.

  • Google: l’azienda è stata condannata per abuso di posizione dominante nel mercato dei motori di ricerca e rischia un secondo processo per pratiche scorrette nel settore della pubblicità online.
  • Amazon: attesa in tribunale negli Stati Uniti nel 2026, è accusata di comportamenti monopolistici che limitano la concorrenza nell'ecommerce.
  • Apple: è sotto inchiesta in Europa per l’abuso del proprio ecosistema iOS, favorendo i suoi servizi a discapito dei concorrenti.

Questi procedimenti segnalano una maggiore attenzione da parte delle autorità di tutto il mondo verso il crescente potere delle Big Tech e il loro impatto sui mercati globali. L'obiettivo è trovare un equilibrio tra promuovere l'innovazione del mondo tech e proteggere i consumatori.

Cosa significa per i consumatori e il mercato

Le accuse contro Meta sollevano questioni importanti per i consumatori e per il futuro della concorrenza nei mercati digitali:

  • Accesso equo: la visibilità prioritaria degli annunci di Marketplace riduce la possibilità per i fornitori terzi di raggiungere il pubblico. Questo può tradursi in una riduzione delle scelte per i consumatori.
  • Dati e privacy: lo sfruttamento dei dati pubblicitari di aziende terze solleva preoccupazioni sull'uso delle informazioni personali degli utenti e sull’etica delle pratiche aziendali.

Allo stesso tempo, Meta e altre Big Tech sostengono che regolamentazioni eccessive potrebbero soffocare l’innovazione e rallentare lo sviluppo di nuove tecnologie.

Un cambiamento necessario: verso un mercato digitale più equo

I procedimenti contro Meta, sia in Europa che negli Stati Uniti, rappresentano una tappa cruciale nella regolamentazione delle grandi piattaforme digitali. Da una parte, l’obiettivo è garantire un mercato più equo e competitivo; dall’altra, occorre trovare un equilibrio tra la necessità di regolamentazione e il rischio di ostacolare l’innovazione.

La vicenda di Meta non è solo un confronto tra autorità e Big Tech, ma un segnale dell’importanza di rivedere le regole del gioco nel mondo digitale. Il futuro del settore dipenderà dalla capacità delle istituzioni di promuovere una concorrenza leale, tutelando al contempo l'innovazione e i diritti dei consumatori.

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