
Lo Stadio Olimpico di Berlino, noto con il nome locale di Olympiastadion, è il più grande stadio della Germania con 75.000 posti a sedere, costruito nel distretto di Charlottenburg-Wilmersdorf della capitale tedesca a partire dal 1934 e inaugurato durante la cerimonia di apertura delle Olimpiadi del 1936. È uno stadio che noi italiani ricordiamo perché qui la Nazionale italiana disputò la finale contro la Francia, il 9 luglio 2006, vincendo i campionati mondiali di quell'anno. A distanza di 18 anni, gli Azzurri della Nazionale italiana si ritrovano a giocare nello stesso stadio, questa volta per disputare la gara degli ottavi di finale di Euro 2024, contro la Svizzera: il risultato della gara delinea la qualificazione diretta ai quarti di finale. In questo articolo, curiosiamo più da vicino nel mondo dell'ingegneria dietro lo Stadio Olimpico, guardando più nel dettaglio alcuni aspetti tecnici che lo rendono una struttura affascinante e tecnicamente sfidante.
I numeri dello Stadio Olimpico di Berlino
L’Olympiastadion ha la possibilità di ospitare circa 75.000 persone a sedere. Sono numeri alti se si considera che la data di costruzione e messa in funzione dell'opera risale agli anni della Seconda Guerra Mondiale. È da considerare infatti che la capienza complessiva a fine realizzazione, nel 1936, era di 110.000 spettatori totali. Lo stadio si sviluppa su una superficie complessiva di 56.000 m2, su 803 metri di perimetro. Negli spazi afferenti, è presente una pista di atletica di 400 m a 8 corsie.

I lavori di ristrutturazione dell'Olympiastadion di Berlino negli anni Duemila
Nei primi anni 2000 stadio ha avuto importanti interventi di ristrutturazione che hanno garantito l'utilizzo dell'opera in linea con le esigenze del nuovo millennio. Nel complesso, il progetto ha riguardato la realizzazione di una nuova struttura di copertura (di fatto quella attualmente in funzione), nonché una estesa indagine sullo stato di salute dell'opera, con annesso rilevamento di eventuali punti o zone di danneggiamento/deterioramento a causa del tempo trascorso dalla sua messa in funzione. Oltre a questo, il piano del campo da gioco fu abbassato di circa 2,5 m e tutti gli aspetti tecnici accessori hanno subito una modernizzazione per soddisfare le necessità degli anni attuali, ottenendo una struttura all'avanguardia in tal senso.
Il progetto strutturale e architettonico della copertura, realizzato tra il 2000 e il 2004, è però il lavoro di ristrutturazione che più ha impatto. Lo stesso è risultato vincitore di diversi premi e competizioni, tra cui l'Architecture Award Berlin nel 2006 e il IAKS All Time Award, nel 2015. Il lavoro è a firma dello studio GMP Architekten, con sede operativa appunto in Germania. L'idea progettuale studiata e messa a punto voleva preservare la componente storica dell'esterno dello stadio, delineata da architetture europee tipiche degli anni '30, che un po' ritroviamo anche in Italia in tutte quelle costruzioni che vengono solitamente confuse con la nozione di architettura fascista (l'architettura fascista, infatti, non è uno stile vero e proprio, piuttosto una collocazione storica di una serie di stili e correnti tipiche di quegli anni). La struttura di copertura, pertanto, non doveva inficiare le facciate esistenti: per tale ragione, tutto ciò che riguardava la progettazione della copertura non doveva interagire o intaccare la struttura principale, ma piuttosto affiancarla in armonia nel rispetto della componente storica della struttura stessa, che appunto si voleva preservare.
L'innovativa struttura di copertura dello Stadio Olimpico
L'Olympiastadion nasce nel 1936 come struttura priva di copertura e si mantiene tale fino al 2004, a seguito dei lavori di ristrutturazione prima descritti. Il risultato del connubio di innovazione e preservazione della componente storica è la realizzazione di un sistema strutturale a sbalzo dotato di supporti interni diffusi lungo il perimetro dello stadio. La struttura a sbalzo è circa 68 m e viene supportata da 20 colonne in acciaio con sezione strutturale molto esile, circa 25 cm di diametro. Questa soluzione ingegneristica, molto ardita data l'elevata snellezza delle colonne, permetteva la minima ostruzione visiva agli spettatori: un giusto compromesso per avere colonne interne piuttosto che esterne, che avrebbero inficiato sull'aspetto architettonico delle facciate esistenti.
La struttura dello sbalzo è composta da elementi reticolari in acciaio che si sviluppano lungo i 68 m con una sezione complessiva variabile dall'interno dello stadio verso l'esterno. Infatti, la parte interna della reticolare converge in un unico punto terminale, mentre più ci si allontana dal centro più cresce l'altezza strutturale dello sbalzo. La massima sezione si raggiunge proprio in corrispondenza delle colonne, dove le sollecitazioni interne delle membrature risultano massime. La travatura è rivestita da un doppio strato di membrane: un guscio esterno in materiale trasparente ed uno interno in lamiera metallica, consentendo un grado di trasparenza di tutta la copertura e minimizzando le ombre proiettate sul campo da gioco.
Gli incontri sportivi ospitati in passato
Costruito in occasione dei Giochi Olimpici del 1936, lo stadio ha ospitato negli anni a venire diversi eventi sportivi storici, tra cui appunto la finale dei Campionato Mondiale del 2006, tra Italia e Francia, e la finale di Champions League del 2015, tra Juventus e Barcellona. Prima del 2006, lo stadio ha ospitato anche il Campionato Mondiale di calcio del 1974. Attualmente, ospita alcuni tra i match del Campionato Europeo e, come consuetudine, ospiterà anche la finale, programmata per il 14 luglio!
