Al confine tra Italia e Francia, in particolare tra Liguria e Costa Azzurra, nella provincia di Imperia, si trova il comune italiano di Ventimiglia, con una popolazione di circa 23.000 abitanti. Questa cittadina è da anni nota per essere uno dei principali hotspot migratori d’Europa. A causa della sua posizione, infatti, ogni anno migliaia di migranti in arrivo dalla rotta balcanica e mediterranea, cercano di attraversare a Ventimiglia la frontiera con la Francia per entrare nel Paese e da lì muoversi soprattutto verso il Nord Europa. Ventimiglia, infatti, è anche conosciuta come “la porta occidentale d’Europa” e si è trovata spesso al centro della cronaca per il sovraffollamento di migranti che vengono bloccati alla frontiera. Questa situazione più che un'emergenza migratoria è un fenomeno strutturale in atto da anni al confine franco-italiano e che ha portato anche ad attriti politici e diplomatici tra i due Paesi.
Il blocco della Francia alla libera circolazione di migranti
Il governo francese dal 2015 (e fino al febbraio 2024) ha sospeso la libertà di circolazione di migranti dall’Italia, aggravando la situazione a Ventimiglia. Il confine tra Francia e Italia, infatti, è stato militarizzato, con la presenza di forze dell’ordine francesi che mettevano in atto respingimenti e divieti d'ingresso, il cosiddetto refus d’entrée, spesso anche con l’uso della forza. Infatti, secondo il Codice di entrata e di soggiorno degli stranieri e del diritto d’asilo francese, il Code de l’Entrée et du Séjour des Etrangers et du Droit d’Asile, le forze dell’ordine potevano respingere i migranti in arrivo alla frontiera, anche trattenendoli nelle centrali di polizia, prima di espellerli in territorio italiano. In termini di dati, nel 2023 si stima che circa 33.000 persone siano state respinte dal governo francese alla frontiera con Ventimiglia.
In realtà i respingimenti con controlli alle frontiere interne di due Paesi dell'Unione Europea vanno in contrasto con le norme comunitarie: secondo l’Accordo di Schengen del 14 giugno 1985, infatti, che vide tra i primi firmatari proprio Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi, fu istituita un’area di libera circolazione – sia per persone che per merci – chiamata appunto “area Schengen”, non soggetta ai controlli alle frontiere interne ma che anzi voleva rafforzare i controlli alle frontiere esterne dell'UE.
Le decisione della Corte di Giustizia dell’UE sulla Francia e i migranti
A settembre 2023, la Corte di giustizia dell’Unione Europea ha dichiarato illegali i respingimenti dei migranti messi in atto dal governo francese alla frontiera interna con l’Italia. Secondo la Corte, infatti, i migranti irregolari, anche se soggetti alla direttiva UE n.115 del 2008 sui rimpatri di cittadini di Paesi terzi entrati in modo irregolare, devono beneficiare di un lasso temporale sufficiente per poter lasciare autonomamente il territorio, mentre il respingimento forzato dev’essere messo in atto solo come ultima istanza.
Secondo l’art.11 della Direttiva UE n.115, infatti, le decisioni di rimpatrio devono essere annunciate in forma scritta avviando una formale procedura di respingimento. Inoltre sono accompagnate da un divieto d'ingresso, nel caso in cui non sia stato concesso un periodo per la partenza volontaria che va dai 7 ai 30 giorni, in cui il migrante irregolare ha il tempo per lasciare il Paese. Il Consiglio di Stato francese a febbraio 2024 ha accolto la sentenza della Corte di Giustizia UE che ha dichiarato illegittimi i respingimenti forzati messi in atto alla frontiera di Ventimiglia, dichiarandoli contrari sia alla normativa comunitaria europea che alle convenzioni internazionali. I respingimenti alle frontiere interne possono essere ripristinati solo in condizioni eccezionali di emergenza come ad esempio allerta terrorismo o emergenza sanitaria, ma comunque per un limitato periodo di tempo.
La situazione attuale a Ventimiglia
Dopo circa nove anni, quindi, sembra che i respingimenti sistematici da parte della Francia verso Ventimiglia siano in calo. Da circa 60 respingimenti al giorno si è passati a una media di 10-20. La città di Ventimiglia era diventata un hotspot talmente sovraffollato da spingere il ministro dell’Interno italiano, Matteo Piantedosi, in visita nella cittadina ligure, ad annunciare la creazione di un punto di accoglienza per ospitare le centinaia di migranti, soprattutto dal punto di vista umanitario. Nel caso in cui le autorità francesi decidano di respingere dei cittadini di Paesi terzi in territorio italiano, l’Italia ha 48 ore di tempo per dare un riscontro sulle singole richieste di riammissione e, solo dopo una risposta affermativa, i migranti irregolari potranno essere accompagnati dalle forze di polizia francesi negli uffici della polizia di frontiera italiana. Ventimiglia dunque resta un punto nevralgico non solo per le politiche di accoglienza comunitarie che portano a ripensare alle norme in materia di ricollocamento dei migranti tra i Paesi membri ma anche per l’Italia, essendo, come Lampedusa, un territorio di confine cruciale per le politiche migratorie italiane.