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Si sa: gattini, cuccioli o bambini piccoli spesso ispirano tenerezza anche nei cuori più duri. Questo sentimento è spiegabile attraverso una combinazione di fattori evolutivi e neurobiologici. Dal punto di vista evolutivo, Konrad Lorenz introdusse il concetto di “Baby Schema”, secondo cui alcune caratteristiche tipiche dei bambini e dei cuccioli evocano risposte innate di cura e protezione. A livello neurobiologico, invece, osservare immagini di cuccioli stimola aree cerebrali dedicate al sistema di gratificazione e genera emozioni positive, coinvolgimento empatico e piacere. Operando in sinergia, questi due fattori insieme danno vita a quel fenomeno virale che i gattini sembrano rappresentare da quando esistono i social network.
Le basi neurobiologiche della tenerezza
Ci sono aspetti sia fisiologici che neurologici che si attivano quando guardiamo volti infantili o immagini di cuccioli, che, rispetto ad altri stimoli visivi, "catturano" e impegnano più risorse cognitive e aree cerebrali. Esperimenti con immagini di bambini e animali ci dicono che queste stimolano maggiormente i muscoli facciali associali al sorriso rispetto a immagini neutre, e attivano le nostre reti cerebrali associate a emozioni positive, empatia e piacere.
La zona di attivazione chiave del nostro cervello sembra essere la corteccia orbitofrontale (che si trova immediatamente dietro ai nostri occhi), porzione di cervello coinvolta nella regolazione delle nostre emozioni e collegata al sistema limbico (l'area delle emozioni per eccellenza). Per lo sviluppo delle tipiche sensazioni di tenerezza, è fondamentale anche l'attivazione del nucleo accumbens, struttura chiave nella sensazione di piacere e gratificazione, e del precuneus, associato all'attenzione.
Quando incappiamo in immagini di gattini sui social, tutto ciò si unisce ai meccanismi di gratificazione a cascata tipici di quando stiamo sulle piattaforme: a ogni nuovo scroll l'area tegmentale ventrale rilascia dopamina verso il nucleo accumbens.
Cos'è il baby schema di Kondrad Lorenz: i cuccioli sono scientificamente più teneri
Per spiegare perché "internet ama i gatti", da un punto di vista evolutivo, dobbiamo partire dal fondatore dell'etologia moderna, Konrad Lorenz. Premio Nobel per la medicina per i suoi studi sull'imprinting nei cuccioli, Lorenz elaborò una teoria evolutiva che spiegava perché i cuccioli ispirassero quei sentimenti ben noti di dolcezza e attrattività. Chiamò questo fenomeno "Kindchenschema" o, nella traduzione inglese, "Baby schema". I cuccioli, così come i neonati, presentano alcune caratteristiche che vengono percepite come "carine", e che attivano in noi comportamenti istintivi di cura e protezione.

La testa grande, il viso tondo, gli occhioni sono elementi selezionati dalla selezione naturale con la funzione di aumentare il nostro coinvolgimento verso di loro, e di conseguenza anche le loro probabilità di sopravvivenza, che risulterebbe altrimenti molto basse, date le scarse capacità di procurarsi cibo e difendersi dai predatori nelle fasi iniziali della loro vita.
Non dobbiamo poi dimenticare che i gatti (e ancor più i cani) sono, da lungo tempo, animali che hanno subito un processo di domesticazione, vivendo a stretto contatto con l'uomo. Ciò significa che alcune loro caratteristiche sono state selezionate direttamente da noi e dalla nostra convivenza, ed è facile pensare che cuccioli con una più alta "attrattività" fossero cresciuti con più cura, potendo quindi avere maggiori probabilità di trasmettere le caratteristiche di desiderabilità.