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Per circa 20 anni un codice costituito semplicemente da 8 zeri consecutivi è stata la password per controllare il lancio di missili nucleari dell'esercito americano. Ma si tratta di un fatto vero o di una bufala inventata di sana pianta? Per quanto possa essere sorprendente la cosa, è tutto vero. Per quasi due decenni, durante il culmine della Guerra Fredda, il SAC (Strategic Air Command) degli Stati Uniti impostò deliberatamente il codice di lancio su otto zeri, una scelta apparentemente assurda, ma comunque con una logica interna. Non si trattava, infatti, di un errore di programmazione o di una banale svista, bensì di una decisione consapevole presa per garantire una risposta rapida in caso di attacco. La storia di questa decisione e dei suoi retroscena è un affascinante esempio di come la necessità di sicurezza possa entrare in conflitto con l’urgenza operativa, e di come le misure di protezione nucleare possano essere influenzate da dinamiche politiche e militari. Che ne dite se ripercorriamo insieme questa storia?
Il clima gelido della Guerra Fredda
Nel 1962, il presidente John F. Kennedy firmò il National Security Action Memorandum 160, (consultabile su questa pagina) ordinando l’installazione di dispositivi chiamati PAL (Permissive Action Link) su tutte le armi nucleari statunitensi. Questi sistemi avrebbero dovuto impedire il lancio senza l’autorizzazione corretta. Si trattava, infatti, di piccolo dispositivi che permettevano il lancio dei missili solo utilizzando il codice giusto, impartito con la giusta autorità.
Tuttavia, il SAC considerava l’idea di un blocco così rigido un rischio per la propria capacità operativa. L’obiettivo principale dei vertici militari era garantire che, in caso di attacco, i missili potessero essere lanciati senza ritardi dovuti a ordini complessi o a difficoltà di comunicazione con il Comando Centrale, soprattutto nel caso in cui i canali di comando fossero stati compromessi durante un attacco nucleare.

Il clima gelido della Guerra Fredda, come si legge su Gizmodo spinse quindi «l'esercito statunitense […] a ridurre al minimo qualsiasi ritardo prevedibile nel lancio di un missile nucleare, per quasi due decenni impostarono intenzionalmente su otto zeri i codici di lancio di ogni silo negli Stati Uniti».
Le preoccupazioni del SAC non erano del tutto infondate. Durante la Guerra Fredda, la possibilità che un attacco nucleare devastasse le infrastrutture di comunicazione era concreta. Se i comandanti sul campo non fossero stati in grado di ricevere l’ordine di lancio, i missili sarebbero rimasti inerti. Di conseguenza, il SAC preferì impostare una sequenza di accesso semplicissima: “00000000”. Il codice era così importante da essere riportato in una checklist distribuita ai soldati, con l’indicazione di verificarne la corretta impostazione.
I problemi di sicurezza dovuti al codice “00000000”
Ovviamente questo sollevò dubbi dovuti ai problemi di sicurezza insiti nel codice “00000000”.
Tra i motivi di preoccupazione più importanti c'era quello relativo a una possibile appropriazione indebita dei missili USA da parte di governi esteri che presentavano una leadership instabile. Gli Stati Uniti, infatti, disponendo di missili nucleari dislocati in vari Paesi, non potevano dormire sonni ragionevolmente tranquilli, vista la relativa facilità con cui potevano essere usati i loro armamenti.
Un'altro pericolo derivava da possibili azioni arbitrarie da parte di militari statunitensi. Molti comandanti statunitensi avevano la capacità di lanciare armi nucleari sotto il loro controllo in qualsiasi momento. Bastava che un comandante americano con problemi mentali si mettesse in testa di scatenare la Terza Guerra Mondiale per generare un colossale patatrac.
E se pensate che stiamo esagerando, evidentemente non sapete cosa ha spiegato il generale statunitense Horace M. Wade a proposito del generale Thomas Power:
Mi preoccupavo del generale Power. Mi preoccupavo che il generale Power non fosse stabile. Mi preoccupavo del fatto che avesse il controllo su così tante armi e sistemi armati e che potesse, in certe condizioni, lanciare la forza.
A questo riguardo il dott. Bruce G. Blair, ex ufficiale di lancio dei Minuteman, ha confermato la facilità con cui era possibile, almeno “sulla carta”, lanciare missili nucleari in modo del tutto autonomo. Blair nella fattispecie ha riferito:
La nostra lista di controllo per il lancio ci ordinava, in quanto membri dell'equipaggio addetto al lancio, di controllare due volte il pannello di chiusura del nostro bunker di lancio sotterraneo per accertarci che nel pannello non fossero state digitate inavvertitamente cifre diverse dallo zero.
1977: l'anno in cui si abbandono la password “00000000”
Nonostante la logica militare dietro l'adozione del codice “00000000” , il rischio associato a una sicurezza così blanda era enorme. Il summenzionato dott. Blair denunciò pubblicamente la questione nel 1977, attraverso l'articolo Keeping Presidents in the Nuclear Dark sottolineando come i sistemi PAL, sebbene pubblicizzati come sicuri, non fossero ancora attivi su molti missili. Il suo articolo evidenziò anche la disconnessione tra le direttive presidenziali e le pratiche operative del SAC. Guarda caso, fu proprio nel 1977 che i codici furono finalmente resi più complessi e i sistemi di protezione PAL vennero attivati completamente.