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24 Febbraio 2024
17:05

Chi era John Fitzgerald Kennedy, dall’ascesa politica alla morte del presidente USA più popolare

John Fitzgerald Kennedy, il presidente americano ucciso a Dallas nel 1963, era un politico amato da una parte dell’opinione pubblica americana e odiato da un’altra. La sua figura è un’icona del Novecento e non ha mai smesso di suscitare dibattiti.

A cura di Erminio Fonzo
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Chi era John Fitzgerald Kennedy, dall’ascesa politica alla morte del presidente USA più popolare
Kennedy copertina

John Fitzgerald Kennedy (1917-1963), chiamato anche JFK o Jack, è stato un politico statunitense del partito democratico, 35° Presidente degli Stati Uniti dal 1961 fino alla morte. Era membro di una ricca e potente famiglia di Boston. Dopo essersi laureato ad Harvard, partecipò alla Seconda Guerra Mondiale e nel 1946 entrò in politica, diventando deputato quando non aveva ancora compiuto trent’anni. Nel 1960 fece il grande passo: si candidò alla presidenza degli Stati Uniti e risultò eletto. I suoi anni alla Casa Bianca, però, furono caratterizzati più da programmi e promesse che da realizzazioni concrete. In politica estera, inoltre, Kennedy dovette affrontare uno dei periodi più difficili della Guerra Fredda e non sempre riuscì a far valere gli interessi degli Stati Uniti.

Il 22 novembre del 1963 il presidente fu ucciso a Dallas da un fanatico. Sull’omicidio sono fiorite numerose teorie alternative e la vicenda continua a suscitare polemiche. La tragica morte, inoltre, ha contribuito a far sorgere il mito di Kennedy, che oggi è uno dei presidenti americani più popolari.

La famiglia e il servizio militare

John Fitzgerald Kennedy (spesso chiamato con l'acronimo JFK) nacque il 29 maggio 1917 in un sobborgo di Boston. Apparteneva a una famiglia ricca e molto in vista: sono nonno era stato deputato e senatore; suo padre, Joseph Patrick, era un importante uomo di affari e fu ambasciatore degli Stati Uniti a Londra dal 1938 al 1940. La famiglia, che aveva origini irlandesi e professava la religione cattolica, era stata sempre vicina al Partito democratico.

La famiglia Kennedy. John e in piedi a sinistra
La famiglia Kennedy. John e in piedi a sinistra

Da giovane Kennedy poté studiare nelle migliori scuole del Massachusetts e laurearsi all’Università di Harvard. Allo scoppio della seconda guerra mondiale si arruolò in marina e fu mandato a combattere nel Pacifico. Il 2 agosto 1943 si rese protagonista di un episodio rimasto famoso. Era al comando di una piccola motosilurante, la PT 109, che fu speronata e affondata da una nave giapponese. Una parte dell’equipaggio morì, ma Kennedy, sfruttando le sue abilità di nuotatore, riuscì a mettere in salvo alcuni commilitoni, guadagnandosi una decorazione al valore.

L’ingresso in politica e il matrimonio

Dopo la guerra, Kennedy entrò in politica. La famiglia aveva risposto le sue aspettative sul fratello maggiore, Joseph Patrick jr., che però era morto in guerra. Perciò i Kennedy puntarono su John, che nel 1946 si candidò alla Camera dei rappresentanti e risultò eletto. Sei anni più tardi divenne senatore per il Massachusetts. Tuttavia i problemi di salute, dovuti prevalentemente alla colonna vertebrale, lo costrinsero ad assentarsi spesso dai lavori del Congresso.

Negli anni ’50 anche la vita privata di Kennedy cambiò. Nel 1953 convolò a nozze con Jacqueline Bouvier, una donna appartenente all’alta società newyorkese, dalla quale ebbe quattro figli, solo due dei quali sopravvissuti al parto. Kennedy, però, era tutt’altro che un marito fedele ed ebbe numerosissime amanti, per far colpo sulle quali non esitava a servirsi del suo potere politico.

Kennedy con moglie e figli nel 1962
Kennedy con moglie e figli nel 1962

Le elezioni presidenziali del 1960

Nel 1960 Kennedy, che era diventato uno dei membri più in vista del Partito democratico, decise di candidarsi alla presidenza degli Stati Uniti. Vinse le primarie e alle elezioni sfidò il candidato repubblicano Richard Nixon, vicepresidente durante i due mandati di Eisenhower (1952-1960). La campagna elettorale fu molto intensa e per la prima volta i due candidati si confrontarono in alcuni dibattiti trasmessi in televisione. Per JFK, fu l’arma vincente: si mostrò molto più a suo agio di fronte alle telecamere e alle elezioni sconfisse Nixon, sia pure con un margine risicatissimo. Kennedy era il primo cattolico a salire alla Casa bianca e, con i suoi 43 anni, era il più giovane presidente degli Stati Uniti mai eletto (Theodore Roosevelt, diventato presidente nel 1901, aveva nove mesi in meno, ma era entrato in carica subentrando a un presidente ucciso durante il mandato e non tramite elezioni).

Il dibattito televisivo con Nixon
Il dibattito televisivo con Nixon

La presidenza e la politica di Kennedy

La politica interna

Nel corso della campagna elettorale Kennedy aveva fatto grandi promesse, proponendo la politica della Nuova Frontiera, che includeva miglioramenti all’assistenza medica, lotta alla disoccupazione e altre misure sociali. Nei fatti, Kennedy fece molto meno di quanto programmato, anche perché era osteggiato dal Partito repubblicano e da alcuni settori dello stesso Partito democratico.

Una delle questioni più spinose era la segregazione razziale, ancora in vigore in molti Stati del Sud, nei quali i cittadini afroamericani erano pesantemente discriminati. Kennedy aveva dichiarato in più occasioni la sua contrarietà alla segregazione, sia pure con qualche ambiguità, e da presidente introdusse alcune misure per combattere le discriminazioni. Non risolse, però, la questione e sarà il suo successore, Lyndon Johnson, a emanare le leggi che metteranno definitivamente fine alla segregazione.

Ritratto ufficiale da presidente
Ritratto ufficiale da presidente

La politica estera

La presidenza di Kennedy coincise con uno dei periodi più tesi della Guerra Fredda. Nei primi mesi del suo mandato gli Stati Uniti si trovarono di fronte a sfide molto difficili: nell’aprile del 1961 fallì l’operazione militare organizzata dalla CIA per rovesciare il regime di Fidel Castro a Cuba; in giugno, l’incontro del presidente con il segretario del Partito comunista sovietico, Nikita Kruscev, si risolse in un fallimento e portò alla costruzione del Muro di Berlino da parte dell’URSS. Kennedy, inoltre, dovette subire il successo sovietico nell’invio del primo astronauta nello spazio, al quale reagì proponendo un programma per portare l’uomo sulla Luna. Con il passare del tempo, però, il presidente affrontò le questioni internazionali con più decisione e nell’ottobre del 1962 fu in grado di trovare un compromesso per risolvere la pericolosa crisi dei missili di Cuba. L’anno successivo tenne un celebre discorso a Berlino Ovest, nel quale attaccò duramente il sistema sovietico.

Kennedy e Kruscev nel 1961 a Vienna
Kennedy e il leader sovietico Kruscev nel 1961 a Vienna

Kennedy si interessò anche del Sud-Est asiatico. Nel Vietnam del Sud, alleato degli Stati Uniti, era attiva una guerriglia sostenuta dal Vietnam del Nord, governato dai comunisti. Il presidente aumentò in misura significativa il numero dei consiglieri militari americani in Vietnam del Sud, ma non mandò le forze armate a combattere, come farà Lyndon Johnson dopo la sua morte. È oggetto di dibattito se Kennedy avesse intenzione di entrare in guerra o meno.

L’uccisione a Dallas

JKF fu assassinato il 22 novembre 1963 a Dallas, in Texas. L’assassino era un simpatizzante di Fidel Castro, Lee Harvey Oswald, che si nascose al sesto piano di un deposito di libri e colpì il presidente con un fucile di precisione.

Il corteo presidenziale a Dallas, pochi istanti prima degli spari
Il corteo presidenziale a Dallas, pochi istanti prima degli spari

Secondo le conclusioni giudiziarie, Oswald agì di sua iniziativa e senza complici, ma nell'opinione pubblica è diffusa l'idea che Kennedy fosse stato vittima di un complotto ordito da qualche potente organizzazione: la mafia americana, la CIA, i servizi segreti stranieri o altre. Fino a ora, però, non sono emerse prove a sostegno di nessuna delle teorie alternative.

Fonti
Sito ufficiale della Casa bianca
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