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Si sente spesso dire che la forfora colpisce di più gli uomini, e, anche se il genere non è l'unico fattore, in effetti questa affermazione ha qualche fondamento di verità. Ma perché? La forfora, che sia secca o grassa, è un disturbo del cuoio capelluto che ha un’origine multifattoriale: dipende dall’azione del fungo Malassezia furfur, ma anche dalla produzione di sebo, regolata dagli ormoni androgeni (il cui principale è il testosterone – e per questo sembra colpire di più gli uomini), da alcune patologie come la dermatite seborroica, dall’alimentazione, dallo stress e dall’utilizzo di alcuni farmaci. In generale, il fattore principale per lo sviluppo della forfora è un'irritazione del cuoio capelluto. Vediamo nel dettaglio da cosa è causata e che ruolo possono avere gli androgeni.
Che cos’è la forfora e da cosa è causata
La forfora è un disturbo del cuoio capelluto che ha come sintomo principale la desquamazione del cuoio capelluto, i cui cheratinociti (le cellule più esterne del cuoio capelluto) si distaccano in maniera eccessiva, al punto da essere visibili sia tra i capelli o sui vestiti, quello che viene chiamato “effetto neve”.
Solitamente si distingue in forfora grassa, caratterizzata dalle classiche scaglie gialle e tipicamente associata alla dermatite seborroica (una patologia che causa un eccesso di sebo e colpisce anche altri distretti del corpo) e forfora secca, derivante da un cuoio capelluto disidratato (per esempio per l’utilizzo di shampoo o altri prodotti aggressivi), dalle tipiche scaglie bianche.
Uno dei maggiori sintomi oltre all’effetto neve e alla desquamazione eccessiva è il prurito e la necessità di grattarsi, che a sua volta contribuisce ad aumentare l’infiammazione del cuoio capelluto.

La forfora ha un’origine multifattoriale, ma uno dei fattori principali è la presenza del Malassezia furfur, un fungo che si nutre dei trigliceridi prodotti dal sebo secreto dalle ghiandole sebacee, li idrolizza e rilascia acidi grassi insaturi che danneggiano la struttura del cuoio capelluto. In particolare, gli acidi grassi insaturi interferiscono con il fisiologico processo di differenziazione dei cheratinociti, provocandone il prematuro distacco dallo strato corneo e causando infiammazione. Anche l’infiammazione a sua volta danneggia il cuoio capelluto e parte un circolo vizioso che si autoalimenta.
La presenza del Malassezia non è però condizione unica e sufficiente per sviluppare la forfora. Si tratta infatti di un fungo commensale normalmente presente sulla cute e che fa parte del complesso microbiota cutaneo. Quando si crea uno squilibrio e il Malassezia prolifera in maniera eccessiva, causa irritazione e forfora. In realtà, non è l’unico fattore da prendere in considerazione.

Gli ormoni androgeni regolano la produzione di sebo
Il sebo è una sostanza prodotta da apposite ghiandole, chiamate appunto sebacee, che contribuisce a mantenere in buona salute il film idrolipidico della pelle e a prevenire infezioni e disidratazione, anch’essa possibile causa di desquamazione del cuoio capelluto.

A regolare la produzione di sebo della nostra pelle sono gli ormoni androgeni e in generale possiamo dire che un eccesso di sebo predispone allo sviluppo della forfora: ecco perché, rispetto alle donne, gli uomini ne sembrano affetti più spesso, anche se è solo uno dei tanti fattori che portano allo sviluppo della forfora.
Più androgeni significa infatti maggiore produzione di sebo, ma essendo il sebo composto principalmente di trigliceridi, significa anche più "cibo" per il fungo Malassezia, che trova nell’ambiente umido e caldo del cuoio capelluto un perfetto habitat per proliferare.
Un microbiota squilibrato contribuisce allo sviluppo della forfora
Al di là del genere, degli ormoni e della produzione di sebo, ci sono numerosi altri fattori che possono influenzare la forfora. Tornando al microbiota, una ricerca del 2016 pubblicata su Scientific reports, ha ridimensionato il ruolo del povero fungo Malassezia e della differenza di genere, portando l’attenzione sulla popolazione batterica del cuoio capelluto.

In particolare, sarebbero coinvolte due famiglie di batteri: Propionibacterium e Staphylococcus. Queste due famiglie si inibirebbero a vicenda impedendo che ci sia un eccesso dell’uno e dell’altro. Sembra che per lo sviluppo della forfora incida più lo squilibrio di questi due batteri che l’eccesso del fungo Malassezia, perché nei partecipanti allo studio più era alta la differenza tra i batteri maggiore era la gravità della forfora, a prescindere dalla concentrazione del fungo. Ad ogni modo, i ricercatori sottolineano che uno squilibrio dei Propionibacterium e Staphylococcus incide anche sulla popolazione del Malassezia furfur, confermando che lo sviluppo della forfora dipende da una concomitanza di fattori.
Da cosa dipende la forfora: l'importante è avere una barriera cutanea intatta
Tirando le somme, quello che risulta chiaro è che un cuoio capelluto irritato e infiammato, che presenta disfunzioni dello strato corneo e quindi anche della barriera cutanea è certamente il fattore principale che può portare allo sviluppo della forfora.
Tra gli altri fattori che possono provocare questo particolare fastidio ci sono anche lo stato del sistema immunitario, l’alimentazione, lo stress e le abitudini di lavaggio dei capelli: lavarli troppo o troppo poco, o con prodotti più o meno aggressivi. Infine, dipende anche da una predisposizione personale e da come i vari fattori interagiscono tra loro.