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Perché i maschi non centrano il buco del WC quando fanno pipì? Ecco cosa dice la scienza

Gli uomini hanno difficoltà a centrare il buco del water quando devono andare in bagno a fare pipì: è quasi una barzelletta. Eppure il luogo comune ha un fondamento di verità che dipende da molteplici cause, alcune delle quali studiate da apposite ricerche scientifiche.

30 Aprile 2024
6:01
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Perché i maschi non centrano il buco del WC quando fanno pipì? Ecco cosa dice la scienza
perche i maschi non centrano il buco del water quando fanno pipi

Quante volte l'avete sentito dire o ve lo siete chiesto, magari entrando in un bagno e trovandolo sporco: perché gli uomini non centrano il buco del gabinetto quando urinano? Col risultato di sporcare di gocce di pipì la tavoletta del WC e magari lo stesso pavimento accanto al water. Se siete maschi e state leggendo queste righe, in parte avrete le vostre personali risposte. La cosa interessante è che le ragioni per cui, quando un uomo fa pipì, rischia di sporcare, sono spesso indipendenti dal suo grado di attenzione e dalla sua mira. Insomma, in parte la scienza ci viene in aiuto. D'altro canto è ovvio, invece, che non abbiamo nessuna scusa quando non puliamo il bagno dopo averlo sporcato.

Di seguito trovate un elenco di alcuni dei motivi per cui gli uomini mancano il bersaglio (o comunque sporcano la tavoletta del WC) quando vanno a fare pipì (escludendo patologie particolari). In termini generali, possiamo sintetizzare dicendo che il getto d'urina non va sempre dritto e non c'è modo di prevederne la direzione precisa. Inoltre, gli schizzi sulla tavoletta possono derivare anche dal rimbalzo della pipì sulla superficie interna al water. Ecco la lista di 5 delle principali cause:

1. Pressione: soprattutto quando lo stimolo a urinare è intenso, nei primi secondi di minzione la pressione della pipì in uscita è molto forte e quindi la direzione del getto non è così semplice da prevedere. La stessa cosa accade, all'inverso, se la pressione in uscita è troppo bassa. In questo caso si può generare il cosiddetto effetto Coandă, un fenomeno fluidodinamico dovuto alle forze di adesione e coesione dei fluidi, tale per cui questi ultimi, quando sono in movimento (soprattutto a bassa velocità), tendono a seguire le superfici con cui entrano in contatto. In questo caso, la poca pipì in uscita segue inizialmente parte del glande o del prepuzio e non cade così dove si poteva ipotizzare. Questo fenomeno può accadere anche alla fine della minzione. Questo effetto è il motivo per il quale è spesso difficile versare del liquido da un contenitore all'altro senza farne cadere una parte.

2. Rimbalzo: in funzione della forma del gabinetto e del punto esatto di impatto tra il getto di urina e l'interno del WC, che si tratti della ceramica o dell'acqua, si generano degli schizzi di rimbalzo che possono finire al di sotto o al di sopra della tavoletta del water. La dinamica, in particolare, è stata studiata da un team di ricercatori dello Splash Lab della Brigham Young University. In estrema sintesi il responso è che bisognerebbe stare il più possibile vicini al water, idealmente stando seduti invece che in piedi, così che il getto non si "rompa" in più gocce e generi schizzi più estesi. Volendo rimanere in piedi e avendo un'ottima mira, si dovrebbero prediligere le pareti di ceramica invece dell'acqua e, in caso si colpisca quest'ultima, bisognerebbe cercare di produrre un getto quanto più perpendicolare possibile, così da produrre meno schizzi. È lo stesso concetto, ad esempio, delle gare di tuffi. Qui sotto potete vedere un video di uno degli esperimenti condotti dalla Brigham Young University.

3. Parte apicale dell'uretra "chiusa": può capitare che in via temporanea le pareti interne della parte finale dell'uretra, cioè del canale da cui passano ed escono sperma e urina (chiamato meato urinario esterno) si "appiccichino" totalmente o parzialmente. A seconda del tipo di contatto, il passaggio iniziale dell'urina può venire ostacolato del tutto, facendo aumentare la pressione in uscita del getto, oppure in parte, facendo magari defluire la pipì solo da una parte dell'orifizio (aumentandone la pressione e modificandone la direzione) oppure da due parti diverse, determinando proprio una divisione del getto. Questa condizione temporanea di adesione può essere causata dalla presenza di residui di sperma (derivanti da un'eiaculazione precedente o da normali piccolissime perdite quotidiane). È la stessa cosa che accade, ad esempio, ai piccoli fori del doccino nelle docce, otturate totalmente o parzialmente dal calcare.

4. Erezione: la condizione di erezione modifica sensibilmente la forma e la dimensione dell'uretra (comunque sempre variabile anche in condizioni di riposo) e genera una difficoltà a prevedere la direzione del getto di urina. La presenza di un'erezione, peraltro, può legarsi facilmente al punto precedente, quello sull'adesione delle pareti interne del meato urinario esterno (magari per la presenza di tracce di sperma). Non solo: se si urina dopo aver eiaculato, la presenza di sperma residuo nell'uretra può ostruirla parzialmente determinando un getto molto poco prevedibile.

5. Luci basse: una bassa luminosità del bagno o l'improvviso spegnimento delle luci nei bagni con illuminazione automatica possono contribuire a far perdere la mira o a diminuire la precisione di chi sta urinando. Lo stesso si può dire se l'illuminazione non è stata ben progettata, la fonte luminosa si trova dietro le spalle di chi si trova in bagno e la luce proietta quindi l'ombra della persona proprio sul WC.

Classe ‘88, sono laureato in Scienze Geografiche e prima di Geopop ho lavorato per lo sviluppo di progetti socio-ambientali, scritto un romanzo di viaggio, insegnato Geografia, Storia e Lettere alle superiori e fatto divulgazione su YouTube e RaiGulp. Viaggiare e raccontare il mondo è la mia passione: geopolitica, luoghi, usi e costumi, storie… Da bambino adoravo Piero Angela e Indiana Jones.
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