La stragrande maggioranza delle bottiglie di vino attualmente in commercio hanno un volume standard di 750 ml, o 75 cl, che corrisponde a circa 6 bicchieri. Si tratta di un formato standard, come riportato dal 1975 nella Direttiva Europea sugli imballaggi (Direttiva 75/106), ma non è sempre stato così! La scelta di questo formato infatti affonda le proprie radici negli scorsi secoli e, anche se ad oggi non esiste una spiegazione certa, ci sono più ipotesi che potrebbero essere valide.
La prima ipotesi è legata a come venivano prodotte in passato le bottiglie di vetro: queste erano prodotte principalmente tramite soffiatura e, quindi, la capacità polmonare degli artigiani non permetteva di realizzare agilmente bottiglie dal volume più grande. Ovviamente nel corso del tempo la tecnologia ha fatto passi da gigante ma, per una questione di tradizione, si sarebbe scelto di mantenere il formato da 750 ml.
La seconda ipotesi ha a che fare con le osterie: la bottiglia da 75 cl avrebbe permesso di riempire esattamente 5 bicchieri da locanda (da 150 ml), agevolando così gli osti nel loro lavoro.
La terza ipotesi invece ha a che fare con il commercio delle bottiglie. In passato le casse inglesi avevano dimensioni standard da 2 galloni e si notò che utilizzando bottiglie da 75o ml era possibile ottimizzare gli spazi e inserirne esattamente 12, un numero vantaggioso dal punto di vista commerciale. Per motivi di praticità, quindi, si sarebbe optato per questa dimensione.
In realtà esistono anche altre ipotesi, come quella che considera la quantità di vino inserita all'interno delle botti di Bordeaux dirette nel Regno Unito, ma ad oggi è bene specificare che non sappiamo con certezza quale (o quali) di queste cause abbiano causato l‘affermazione del 75 cl come formato standard.