A prescindere dalla stagione, alcune piante hanno sempre una bella chioma di foglie verdi: sono le piante sempreverdi. Anche se sembra che non le perdano mai, in realtà, anche le sempreverdi perdono le foglie, ma lo fanno gradualmente e non ogni anno, così da ottimizzare le risorse a disposizione. Infatti, tutte le sempreverdi, dalle conifere alle piante tropicali passando per gli ulivi presenti anche in Italia, sono accomunate dal fatto di crescere in terreni poveri di nutrienti e acqua e per questo hanno sviluppato foglie che non devono essere ricostruite ogni anno. In questo modo, tra l'altro, le piante sempreverdi possono svolgere la fotosintesi anche nei mesi più rigidi.
Le foglie delle sempreverdi sono più spesse di quelle delle piante decidue (che cambiano chioma ogni anno) e rivestite da una cuticola cerosa: in questo modo riducono la perdita di acqua e nutrienti, sia in estate che in inverno, e sono protette sia dai predatori che dal freddo invernale. Lo strato ceroso inoltre contrastala degradazione della clorofilla, impedendo che le foglie cambino colore e permettendo che rimangano sempre verdi.
Anche le sempreverdi perdono le foglie!
Sono chiamate sempreverdi perché apparentemente non perdono mai le foglie, al contrario delle piante decidue o caducifoglie che ogni anno ci regalano lo spettacolo di colori del foliage autunnale.
Diciamo "apparentemente", perché in realtà anche le piante sempreverdi sostituiscono regolarmente le loro foglie, solo che hanno una vita più lunga (da 1 fino anche 2 o 3 anni). Anche le foglie delle sempreverdi vanno infatti incontro al processo di senescenza, ossia invecchiano: alla fine della loro vita, seccano diventando più scure e cadono. Il trucco è che non invecchiano tutte contemporaneamente come le foglie delle piante decidue, e in più vengono sostituite da foglie nuove. Questo è uno dei motivi per cui le vediamo sempre verdi, e per cui è raro vedere un ulivo o un pino con le foglie tutte marroni o senza foglie (in quei casi, spesso siamo a climi molto rigidi o entrano in gioco fattori patologici della pianta).
Il problema di “perdere o meno le foglie” si pone soprattutto in regioni con climi o inverni molto freddi, come avviene nelle nostre zone, mentre nelle aree tropicali le temperature restano favorevoli per il mantenimento della chioma fogliare per tutto l'anno.
Foglie resistenti al freddo, al caldo e ai predatori
Le sempreverdi hanno quindi sviluppato foglie adatte a sopravvivere ad ambienti ostili. Innanzitutto, sono più spesse e dure di quelle delle piante decidue, perché contengono più molecole strutturali come lignina e cellulosa. Nei climi freddi, pensiamo ad esempio alle conifere (pini e abeti) che costellano le nostre montagne, la specializzazione è andata oltre e le foglie sono diventate dei piccoli aghi, funzionali anche per distribuire il peso della neve.
Sono inoltre rivestite da uno strato ceroso che isola i tessuti interni della foglia, impedendo il congelamento di acqua e linfa presenti nelle foglie. Il rivestimento permette inoltre di ridurre la perdita d’acqua e di vapore acqueo, caratteristica fondamentale sia durante l’inverno che quando il clima diventa secco e arido. Grazie a ciò, l’ulivo e molte piante della macchia mediterranea possono sopravvivere, oltre che all’inverno, anche alle estati calde e secche tipiche della regione.
Queste due caratteristiche, unite alla presenza di oli essenziali e sostanze repellenti, fanno sì che le foglie delle sempreverdi abbiano anche una maggiore difesa nei confronti di insetti e animali erbivori: mangiare una foglia (o un aghetto) legnosa, dura e dal sapore sgradevole non deve essere una bella esperienza! E questo vale anche per le piante sempreverdi tropicali: in generale quindi le foglie delle sempreverdi sono meno appetibili.
Perché non cambiano colore?
Il colore verde delle foglie è dato da un particolare pigmento: la clorofilla, che permette alle piante di fare la fotosintesi. La clorofilla è sensibile alla quantità di luce e alla temperatura esterna, per questo normalmente quando le giornate si accorciano e le temperature si abbassano, molte piante smettono di produrla e le loro foglie cambiano colore prima di cadere.
Oltre al fatto di sostituire regolarmente le proprie foglie, le sempreverdi mantengono una folta chioma verde anche grazie alla loro struttura: lo strato ceroso isola termicamente le strutture all'interno della foglia e riduce la degradazione della clorofilla, così che le foglie non cambiano colore. In climi caldi e temperati invece, come l'area mediterranea e le regioni tropicali, le temperature favorevoli non inducono la rottura della molecole di clorofilla, rendendo quindi più utile costruire foglie con una vita più lunga.
Le sempreverdi crescono in terreni poveri di nutrienti
Si trovano sempreverdi in tanti climi e ambienti diversi, dalle conifere, a quelle della macchia mediterranea fino ad arrivare alle piante tropicali: quelle a foglie aghiformi (come i pini) sono tipiche dei climi freddi, mentre nelle regioni temperate e tropicali, troviamo quelle a foglia larga.
Quello che le accomuna tutte è il fatto di crescere su terreni con scarsi nutrienti e/o acqua. Sono piante che crescono su terreni rocciosi, argillosi (ad esempio l’ulivo), aridi, accidentati (ad esempio la lavanda e l’iperico) o acidi. In questi casi, perdere le foglie in autunno e ricostruirle in primavera richiederebbe un enorme spreco di risorse e nutrienti.
Anche la stagionalità influisce sulla disponibilità di nutrienti: in inverno, i residui organici sul terreno si decompongono più lentamente a causa del freddo, mentre la stagione delle piogge nelle foreste tropicali impoverisce il suolo. In entrambi i casi, le piante non hanno la possibilità di assorbire nutrienti dal terreno.
Sempreverde o caducifoglia? Non c’è una scelta migliore dell’altra
Solitamente, si dice anche che le sempreverdi hanno un bilancio energetico migliore delle decidue proprio perché mantengono la chioma per più anni. In realtà, questa teoria sta perdendo terreno, perché si è visto che, se è vero che le decidue spendono energia per nuove foglie ogni anno, le sempreverdi devono creare delle strutture che le rendano più resistenti. Al netto di queste due diverse strategie, la maggiore durata delle foglie delle sempreverdi rappresenta un vantaggio energetico molto lieve.
Uno dei vantaggi che invece hanno decisamente le piante sempreverdi è che a differenza delle caducifoglie possono continuare a fare la fotosintesi per più tempo, approfittando delle belle giornate invernali, sfruttando i primi caldi primaverili e le ultime giornate autunnali! Le più “fortunate” sono le sempreverdi dei climi tropicali che, grazie al clima favorevole, possono fotosintetizzare tutto l’anno!