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6 Ottobre 2023
14:32

Piano di evacuazione dei Campi Flegrei: su quale scenario si basa e che cosa prevede?

Il piano di evacuzione dei Campi Flegrei è basato su uno scenario eruttivo con basso/medio grado di esplosività vulcanica e sulla carta si svolgerebbe in 72 ore.

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Piano di evacuazione dei Campi Flegrei: su quale scenario si basa e che cosa prevede?
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Fonte: Protezione Civile.

Nelle ultime settimane le scosse di terremoto nell’area dei Campi Flegrei sono diventate più frequenti e forti. Il motivo è legato a una fase acuta del fenomeno del bradisismo. Sebbene non ci siano dati e segnali precursori di un’eruzione imminente, bisogna comunque tenere presente che, essendo un vulcano attivo, l'attività eruttiva in futuro è destinata prima o poi a riprendere. Per questo motivo nel 2017 è stato predisposto un piano di evacuazione dalla Protezione Civile. L'argomento è tornato di interesse pubblico non solo per via dei sempre più frequenti sismi in area flegrea, ma anche per il recente decreto approvato da Palazzo Chigi per rinnovare le analisi sul rischio che interessa la zona in modo da perfezionare opportunamente il piano di esodo.

Vediamo quali caratteristiche avrebbe l’eruzione su cui si basa il piano e quali sono i tempi e le modalità di evacuazione previsti.

Il tipo di eruzione su cui si basa piano di evacuazione

Stabilire con certezza quando, dove e come avverrà la prossima eruzione nell’area dei Campi Flegrei non è possibile. Tuttavia, studiando la morfologia dell’area e la sua attività vulcanica nel corso degli ultimi 5000 anni, i ricercatori sono riusciti a delineare le caratteristiche che potrebbe avere la prossima eruzione.
Studi probabilistici hanno suggerito che, in caso di riattivazione del vulcano, ci sarebbe circa il 95% di possibilità che l'eruzione sarebbe di piccola o media entità. Su questi studi si basa il piano elaborato dalla Protezione Civile.
L'eruzione, che potrebbe anche avere più bocche eruttive, potrebbe manifestare i seguenti fenomeni:

  • formazione di una colonna eruttiva formata da gas e materiale vulcanico (brandelli di lava e cenere), alta fino a decine di chilometri;caduta di materiale vulcanico sia di grandi dimensioni nelle zone più prossime alla bocca eruttiva, sia di ceneri e lapilli anche a distanze maggiori, seguendo la direzione del vento;
  • flussi piroclastici (misti di gas, cenere e lapilli) probabilmente originati dal collasso della colonna eruttiva. Questi flussi hanno temperature e velocità elevate e possono percorrere alcuni chilometri.

Inoltre, ai Campi Flegrei l'eruzione potrebbe generare esplosioni freatomagmatiche, cioè esplosioni dovute al contatto con acqua esterna (dei laghi circostanti e del mare).

La suddivisione in zone

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Le zone previste dal piano di evacuazione e le aree di attesa comunali (in blu).

Il piano di evacuazione prevede diversi tipi di interventi in due zone: una rossa e una gialla.

  • Nella zona rossa in caso di allarme tutta la popolazione verrà evacuata prima che inizi l'eruzione. Quest’area, infatti, può essere rapidamente invasa da colate piroclastiche. L’area include i comuni di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e Quarto, oltre a parte dei comuni di Giugliano in Campania, di Marano di Napoli e alcune municipalità del Comune di Napoli (per un totale di circa 500.000 abitanti).
  • La zona gialla è esterna a quella rossa ed è esposta alla caduta di ceneri vulcaniche, che depositandosi sugli edifici possono provocare crolli. In questa zona gli abitanti potrebbero essere allontanati temporaneamente dagli edifici più a rischio, in base all'entità dell'eruzione e alla direzione dei venti. L’area include i comuni di Villaricca, Calvizzano, Marano di Napoli, Mugnano di Napoli, Melito di Napoli e Casavatore e 24 quartieri del Comune di Napoli (per un totale di circa 800.000 abitanti).

I livelli di allerta e i tempi di evacuazione

Nel 2012 il Dipartimento della Protezione Civile ha proclamato l’allerta gialla (livello di attenzione) per i Campi Flegrei, a causa della variazione di alcuni parametri misurati dall’INGV (la frequenza dei sismi, la deformazione del suolo, la composizione chimica e la temperatura delle fumarole). In base ai risultati del monitoraggio dell’INGV, in futuro il Dipartimento della Protezione Civile potrebbe dichiarare il passaggio ai livelli successivi: arancione (livello di pre-allarme) o rosso (livello di allarme). Nella fase di pre-allarme i cittadini possono allontanarsi solo autonomamente (con un contributo economico da parte dello Stato), mentre è con la dichiarazione di allerta rossa che si attiva il piano di evacuazione. L’allontanamento della popolazione dovrà svolgersi nell’arco di 72 ore: le prime 12 servono per consentire agli abitanti di prepararsi e per disporre le misure necessarie per il traffico; le successive 48 per la partenza cadenzata della popolazione dai comuni della zona rossa; le ultime 12 per gestire eventuali complicazioni e consentire l’allontanamento della Protezione Civile.

Le modalità per l’allontanamento dei cittadini

I cittadini potranno allontanarsi con i mezzi propri, seguendo i percorsi stradali predefiniti e l’apposita segnaletica (il traffico sarà regolato tramite cancelli, per evitare ingorghi). Potranno dirigersi verso i punti di prima accoglienza individuati nelle regioni e province autonome gemellate, oppure verso una sistemazione scelta autonomamente. Chi invece sceglierà la partenza assistita dovrà raggiungere le aree di attesa stabilite in ogni Comune, da cui partiranno i bus diretti verso le aree di incontro esterne alla zona rossa. Da qui si partirà in treno, pullman o nave verso i punti di prima accoglienza delle Province o Regioni autonome gemellate.

Nelle ultime settimane, con l’aumentare delle scosse, sono stati sollevati alcuni dubbi sulla buona riuscita del piano di evacuazione. Per esempio, alcune strade individuate come vie di fuga potrebbero essere impraticabili in quel frangente. Per questo i sindaci dei comuni dell’area hanno chiesto una revisione del piano. Inoltre, si è deciso di organizzare al più presto un’esercitazione di evacuazione, che coinvolga qualche centinaio di persone per individuare eventuali punti deboli nel piano.

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