
Durante la sua visita di stato a Washington, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha candidato il presidente statunitense Donald Trump al premio Nobel per la Pace, aggiungendo che la candidatura "è meritata". Una notizia che, visti i due profili politici, non sorprende più di tanto, ma che suscita sentimenti tra lo sdegno e il sarcasmo. Sebbene sia abbastanza improbabile che il presidente americano possa vincere questi premio, se ciò avvenisse non sarebbe il primo: finora, infatti, ben quattro presidenti degli Stati Uniti d’America sono stati insigniti dell'illustre premio, tre dei quali durante il mandato e uno successivamente:
- Theodore Roosevelt nel 1906
- Woodrow Wilson nel 1919
- Jimmy Carter nel 2002 (dopo la fine del mandato)
- Barack Obama nel 2009
Il numero è elevato e si spiega perché i presidenti americani dispongono di una posizione di potere che consente loro di condizionare le relazioni internazionali e, eventualmente, favorire la risoluzione pacifica di conflitti. È anche vero, però, che gli Stati Uniti sono un Paese militarista e imperialista e si sono messi in evidenza, nel corso degli anni, più per la potenza militare che per il pacifismo. Per questo, le assegnazioni del Nobel per la pace ai presidenti sono talvolta contestate.
I presidenti americani e il Nobel per la pace
Quattro presidenti degli Stati Uniti sono stati insigniti del Premio Nobel per la pace. Si tratta di un numero elevato, visto che dall’istituzione del premio, nel 1901, al 2024 i vincitori sono stati solo 111 individui (inclusi quelli che lo hanno diviso con altri) e 28 organizzazioni. Inoltre, nessun’altra carica politica (presidente di altri Paesi, responsabile di organizzazioni internazionali, ecc.) ha ricevuto lo stesso numero di premi.

Il “primato” dei presidenti americani si spiega per la posizione di potere e visibilità della quale godono. Spesso sono considerati gli uomini più potenti del mondo e, sebbene sia discusso se abbiano davvero questa “posizione” (secondo molti analisti, sono più potenti i leader di Paesi autocratici come Cina e Russia), è fuori discussione che esercitino una enorme influenza. Di conseguenza, hanno la possibilità di condizionare le relazioni internazionali e, se vogliono, agevolare la risoluzione dei conflitti con mezzi pacifici.
D’altro canto, gli Stati Uniti sono un Paese fortemente militarista, che nel corso degli anni è stato impegnato in numerosi conflitti e interventi militari, spesso dovuti a ragioni meramente imperialiste o di supremazia economica. Per questo le assegnazioni dei Nobel per la pace non sempre sono state accolte positivamente dall’opinione pubblica.
Theodore Roosevelt, 1906
Il primo presidente insignito del Nobel per la pace è stato Theodore Roosevelt, in carica dal 1901 al 1909 (da non confondere con Franklin Delano Roosevelt, presidente dal 1933 al 1945, noto per il New Deal e per aver guidato il Paese durante la Seconda guerra mondiale). Theodore Roosevelt ottenne il Nobel nel 1906 perché aveva condotto una mediazione tra Russia e Giappone, mettendo fine alla guerra scoppiata l’anno precedente. La motivazione ufficiale diceva che l'assegnazione era “per il suo ruolo nel far terminare il sanguinoso conflitto tra due potenze mondiali, Giappone e Russia”.

Tuttavia, il presidente era conosciuto non come uomo di pace, ma come soldato. Tra l’altro, nel 1898 aveva partecipato alla guerra ispano-americana nell’isola di Cuba, comandando i Rough Riders, volontari di cavalleria, guadagnando grande popolarità. Anche da presidente, Roosevelt fu un promotore dell’imperialismo e dell’ingerenza statunitense negli affari mondiali. Basti pensare che, in merito all’America Latina, dichiarò esplicitamente, con il cosiddetto corollario alla Dottrina di Monroe, che gli Stati Uniti avevano il diritto di intervenire negli affari interni degli altri Paesi.
Woodrow Wilson, 1919
Il secondo presidente americano insignito del Nobel per la pace fu Thomas Woodrow Wilson, presidente dal 1913 al 1921. Wilson ottenne il Nobel nel 1919 per aver promosso la fondazione della Società delle nazioni (antesignana dell’attuale Onu), finalizzata a risolvere pacificamente i contrasti internazionali.

La nascita della Società delle nazioni era inclusa nei 14 punti, basati sul diritto dei popoli all’autodeterminazione e presentati dal presidente alla Conferenza di Parigi, che si tenne al termine della Prima guerra mondiale per tracciare i nuovi confini dei Paesi e definire gli scenari internazionali. Wilson era un sincero pacifista, ma non riuscì a far valere i suoi principi, che incontrarono oppositori sia a livello internazionale, sia interno, al punto che gli Stati Uniti non aderirono alla Società delle nazioni che essi stessi avevano promosso.
Jimmy Carter, 2002
Il terzo presidente americano insignito del Nobel è stato James Earl Carter, meglio noto come Jimmy, presidente dal 1977 al 1980. Carter, però, ha ricevuto il premio nel 2002, non per il ruolo da presidente, ma per l’attività successiva. Nel 1982, infatti, l’ormai ex presidente aveva fondato il Carter Center, un’organizzazione non governativa e senza scopi di lucro finalizzata a impegnarsi per il progresso della democrazia e dei diritti umani.

Nel corso degli anni il Carter Center ha effettuato monitoraggi elettorali, ricerche sui diritti umani e altre attività, lavorando in più di 70 Paesi e ottenendo risultati molto apprezzabili. Il Nobel fu assegnato con la seguente motivazione: “Per l’instancabile impegno a trovare soluzioni pacifiche ai conflitti internazionali, per far progredire la democrazia e i diritti umani, e per promuovere lo sviluppo economico e sociale”
Barack Obama, 2009
Il quarto presidente americano insignito del Nobel per la pace (terzo a riceverlo durante il mandato) è stato Barack Obama, presidente dal 2009 al 2017 e insignito del premio nello stesso 2009, solo nove mesi dopo essere entrato in carica. La motivazione ufficiale diceva che il premio gli era dato per “per i suoi eccezionali sforzi per consolidare la diplomazia internazionale e la cooperazione tra i popoli”.

Tuttavia, l’assegnazione fu molto contestata, perché Obama lo ricevette quando non aveva avuto il tempo di operare a favore della pace; il premio gli fu assegnato più per quello che avrebbe potuto fare che per quello che aveva fatto.
Ad ogni modo, è molto discutibile se Obama, dopo aver ricevuto il Nobel, si sia comportato davvero da promotore della pace, considerando che ha ordinato interventi militari in Paesi sovrani, come quello in Libia nel 2011, e ha continuato le guerre avviate dai suoi predecessori, come quelle in Iraq e in Afghanistan.