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Spesso quando si parla di disastri montani si sente parlare di valanghe e slavine… ma qual è la differenza? In realtà le due parole sono sinonimi: in entrambi i casi infatti si tratta di "una massa di neve che si stacca dall'alto di un pendio e, scivolando verso il basso, assume dimensioni sempre maggiori travolgendo e sommergendo quanto incontra lungo il proprio percorso". Questo fenomeno può verificarsi nel momento in cui cambiano le condizioni all'interno del manto nevoso, sia per cause naturali che artificiali.
Quindi, come confermato anche dal CAI, la differenza tra valanghe e slavine è unicamente etimologica:
- Valanga deriva dal francese Avalanche;
- Slavina deriva dal tedesco Lawine, che a sua volta deriva dal latino Labinae e che può essere tradotto con con slittare/scivolare.
Nonostante siano due termini intercambiabili, l'AINEVA – cioè l' "Associazione Interregionale di coordinamento e documentazione per i problemi inerenti alla neve e alle valanghe" ha preferito adottare unicamente il termine "valanga", così da evitare fraintendimenti e uniformare il linguaggio tecnico. L'uso di un termine univoco risulta fondamentale soprattutto nei contesti di soccorso e prevenzione, dove la chiarezza può fare la differenza tra la vita e la morte.
Indipendentemente dal termine utilizzato, è sempre bene ricordarsi di pianificare attentamente le proprie escursioni in montagna, soprattutto se è presente abbondante neve. Tra le varie buone pratiche, una tra le principali è la consultazione dei bollettini meteo e valanghe che non solo sono pubblici ma anche gratuiti: investire due minuti del nostro tempo per controllarli prima di partire potrebbe salvarci la vita in seguito.
Ma come vengono svolti i soccorsi in alta montagna? Per scoprirlo guarda il video della nostra partecipazione ad un'esercitazione del soccorso alpino: