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La Groenlandia è al centro degli interessi del presidente americano Donald Trump, che vorrebbe annetterla agli Stati Uniti, sia per la sua posizione strategica per il controllo delle rotte commerciali sia dal punto di vista militare sia per le risorse naturali e minerarie che ospita. La progressiva e sempre più rapida fusione dei ghiacci della calotta, infatti, ha reso accessibili vasti territori ricchi di pietre e metalli preziosi e a riserve di petrolio e gas naturale. In particolare, in Groenlandia sono stati individuati numerosi depositi di materie prime critiche, tra cui le terre rare, la grafite, il nichel, il litio e lo zinco. Il sottosuolo della "terra verde" ospita anche giacimenti di uranio, oro, diamanti e rubini. La presenza di queste risorse non implica però il fatto che possano essere facilmente sfruttate: la carenza di infrastrutture, le condizioni climatiche estreme e i costi proporzionalmente troppo elevati possono rappresentare un ostacolo insormontabile. Per questi motivi, oltre che per ragioni ambientali, finora la maggior parte dei progetti di estrazione mineraria nell'isola più grande del mondo è ancora in fase di esplorazione.
La fusione dei ghiacci in Groenlandia
A causa del riscaldamento globale, negli ultimi vent’anni la Groenlandia ha perso circa 270 miliardi di tonnellate di ghiaccio all’anno. In questo lasso di tempo, il tasso di fusione della calotta è aumentato di ben cinque volte e sono comparsi oltre 1600 km di nuove coste rocciose, prima coperte dai ghiacci, e numerose isole. La Groenlandia attualmente è ancora coperta per circa l’80% dai ghiacci, ma questa percentuale potrebbe scendere rapidamente se la fusione continuerà ai ritmi attuali. Tra le conseguenze del fenomeno vi è l’affioramento lungo le coste di rocce ricche di materie prime a cui non si aveva mai avuto accesso prima d’ora.

I giacimenti di terre rare e materie critiche della Groenlandia
In base ai rapporti del Geological Survey of Denmark and Greenland (GEUS), la Groenlandia rappresenta un notevole potenziale per le materie prime critiche, materiali di enorme importanza economica soprattutto per l’industria tecnologica e per la transizione energetica, il cui approvvigionamento però è limitato. Le sole riserve di terre rare stimate in Groenlandia, secondo l’US Geological Survey, nel 2023 ammontavano a 1,5 milioni di tonnellate.
Il GEUS segnala depositi significativi di materie prime critiche in diverse aree della Groenlandia:
- Groenlandia meridionale: qui si trovano terre rare (Rare Earth Elements – REE), associate a litio, fluorite, tantalio e niobio, nei grandi depositi di Kvanefeld/Kuannersuit, Kringlerne/Killavaat Alannguat e Motzfeldt. È presente inoltre il deposito di grafite di Amitsoq;
- Groenlandia orientale: ospita il grande giacimento di molibdeno di Malmbjerg, il giacimento di platino, titanio e vanadio di Skaergaard e il giacimento di stronzio di Karstryggen;
- Groenlandia occidentale: caratterizzata dai grandi depositi di feldspati di Majoqqap, Qaava e Qaqortorsuaq e dal grande deposito di terre rare e fosforo di Sarfartoq;
- Groenlandia settentrionale: ospita il giacimento di titanio di Moriusaq e si stima che potrebbe essere sede anche di depositi di zinco e piombo.

Le altre risorse minerarie della Groenlandia
Secondo l’US Geological Survey il sottosuolo della Groenlandia ospita riserve di petrolio pari al 13% di quelle mondiali e riserve di gas naturale pari al 30% di quelle mondiali. Tuttavia, la loro estrazione attualmente è vietata per ragioni ambientali.
Un’altra risorsa abbondante in Groenlandia, in particolare nella sua parte meridionale, è l’uranio. Questo si trova nel giacimento di Kvanefeld, ma per ragioni ambientali nel 2021 ne è stata vietata l’estrazione. Nella Groenlandia meridionale si trova anche l’oro, in particolare nell’area del fiordo di Sermiligaarsuk e sul Monte Nalunaq, dove è attiva un’importante miniera.
I diamanti si trovano soprattutto nella Groenlandia occidentale, ma anche le antichissime rocce della Groenlandia meridionale hanno le potenzialità per ospitarli. Nell’area sud-occidentale dell’isola, in prossimità dei fiordi di Aappaluttoq, si estraggono invece i rubini.