0 risultati
video suggerito
video suggerito
21 Gennaio 2025
7:00

Quando leggiamo su schermo e carta sbattiamo le palpebre con meno frequenza: i risultati dello studio

Il numero di volte che le palpebre vengono sbattute passa da 20 ammiccamenti al minuto a 15 leggendo un testo su un tablet, scendendo addirittura a 11 durante la lettura su carta. Ecco alcuni trucchi per evitare la secchezza oculare quando si sta a lungo davanti allo schermo.

12 condivisioni
Quando leggiamo su schermo e carta sbattiamo le palpebre con meno frequenza: i risultati dello studio
sbattere palpebre schermo

Sbattere le palpebre è un meccanismo naturale che mantiene gli occhi idratati e li protegge da polvere e agenti esterni. Tuttavia, l’uso prolungato di schermi digitali riduce drasticamente questa frequenza, passando dalle normali 20 volte circa al minuto a circa 15 o 11. Questa variazione è uno dei principali fattori che contribuiscono al cosiddetto affaticamento degli occhi, una condizione comune che può causare secchezza, bruciore, visione offuscata e altri sintomi di disagio oculare. Questo fenomeno si verifica non solo con l’uso di tablet, smartphone e computer, ma anche durante attività visive ravvicinate come la lettura di un libro. Analizziamo i dettagli di uno studio condotto a questo riguardo e passiamo al vaglio alcuni accorgimenti utili per prevenire l'affaticamento degli occhi quando stiamo davanti a uno schermo.

I risultati dello studio sulla frequenza con cui sbattiamo le palpebre durante la lettura

Uno studio condotto su 40 individui sani, intitolato Changes in blink rate and ocular symptoms during different reading tasks (“Cambiamenti nella frequenza delle palpebre e sintomi oculari durante diverse attività di lettura”) ha analizzato la frequenza di ammiccamento (è con questo termine che in medicina ci si riferisce al meccanismo di chiusura delle palpebre), nonché i sintomi di disagio oculare durante la lettura di testi su un tablet e su carta stampata.

Ciascuno dei partecipanti è stato coinvolto per 15 minuti in una sessione di lettura “digitale” fatta su un tablet con schermo da 9,7 pollici e altri 15 minuti su un libro cartaceo. Durante le due sessioni di lettura separate, i soggetti sono stati videoregistrati per monitorare la frequenza di ammiccamento, e il disagio oculare percepito è stato valutato utilizzando una scala analogica visiva.

I risultati hanno mostrato una riduzione significativa della frequenza di ammiccamento durante entrambe le modalità di lettura rispetto al basale (ovvero il numero di battiti di ciglia al minuto registrato quando i partecipanti non erano impegnati in alcuna attività visiva specifica). Nella fattispecie, la frequenza media di ammiccamento è diminuita passando da 19,74 ± 9,12 battiti al minuto a 11,35 ± 10,20 durante la lettura su carta e a 14,93 ± 10,90 durante la lettura su tablet.

Tradotto in termini spiccioli, quindi, i partecipanti, monitorati per 15 minuti, hanno mostrato una riduzione significativa della frequenza di battito di ciglia in entrambe le condizioni: da una media iniziale di quasi 20 battiti al minuto a circa 11 durante la lettura su carta e 15 con il tablet. È stato osservato inoltre un incremento graduale dei sintomi di affaticamento ogni 5 minuti durante entrambe le attività di lettura.

Questo calo è attribuibile alla concentrazione visiva necessaria per seguire il testo, che interferisce con il normale riflesso di ammiccamento. Inoltre, si è osservato un progressivo aumento dei sintomi di disagio, come bruciore e affaticamento, con entrambi i metodi di lettura. Sebbene il tablet abbia prodotto un leggero miglioramento in termini di sintomi rispetto alla carta, questa differenza non è risultata statisticamente significativa.

Immagine
Il grafico mostra la frequenza di ammiccamento misurata in diversi punti temporali durante la lettura di un libro cartaceo (A) e di un testo presente sullo schermo di un dispositivo elettronico (B).

L’affaticamento digitale degli occhi, noto anche come “computer vision syndrome”, non è una condizione pericolosa, ma può influenzare il benessere quotidiano. Questo fenomeno si verifica perché fissare uno schermo digitale o un oggetto da vicino per lunghi periodi produce un'alterazione la dinamica del film lacrimale, ovvero lo strato protettivo che ricopre la superficie dell’occhio e che è composto da tre strati: lipidico, acquoso e mucoso. È un problema comune a chi trascorre molte ore davanti agli schermi di computer, smartphone, tablet e dispositivi elettronici in generale, e può interessare persone di tutte le età, non solo i più giovani.

Come evitare e ridurre la secchezza oculare

Nonostante l’impatto degli schermi digitali, esistono strategie semplici ed efficaci per ridurre l’affaticamento oculare. Innanzitutto, uno sforzo consapevole nel battere le palpebre più spesso può migliorare significativamente la lubrificazione oculare. Attaccare post-it sullo schermo del computer o impostare degli alert sullo smartphone possono sicuramente aiutare a ricordare questa azione fondamentale. L’uso di lacrime artificiali e umidificatori in ambienti secchi possono essere due validi strumenti per ridurre l'affaticamento oculare e la sensazione di secchezza. Anche concedere un po' di riposo agli occhi può aiutare.

Oltre a questi aspetti è fondamentale avere un ambiente di lavoro ergonomico, assicurandosi lo schermo sia posizionato a una distanza di circa 30-60 cm dagli occhi (dipende da quanto è grande lo schermo) e leggermente più in basso rispetto al livello dello sguardo può ridurre l’affaticamento. Regolare luminosità e contrasto per evitare abbagliamenti è altrettanto cruciale per preservare la salute dei nostri occhi.

Sfondo autopromo
Cosa stai cercando?
api url views