
I regali sotto l'albero di Natale sono quel cliché che conosciamo fin da bambini e che ogni anno, sotto le feste, torna a farci sentire speciali. Il motivo per cui a Natale ci scambiamo doni di vario genere affonda le radice nella tradizione religiosa cristiana – si ricorda infatti la nascita di Gesù e i doni dei Re Magi – ma in realtà è qualcosa di profondamente semplice e umano: comunicare a chi ci circonda quanto è importante per noi. Col tempo questo gesto si è trasformato, passando dai riti pagani alle storie dei santi, dalle usanze familiari alle mode commerciali, fino ad arrivare a Babbo Natale, una figura che parla tanto di noi quanto delle nostre radici.
Da dove arriva davvero questa tradizione?
L’idea di scambiarsi doni in pieno inverno è molto più vecchia del Natale cristiano. Le popolazioni antiche celebravano il solstizio d'inverno come un momento di cambiamento: la luce che torna, la vita che ricomincia.
Già nella Grecia omerica il dono non è mai un semplice gesto di cortesia: è un linguaggio, un modo per dire "ti vedo, ti riconosco, ti accolgo". Attraverso il dono si costruiscono alleanze, si onora l’ospite e si rafforza la fama dell’eroe.
I Romani, durante i Saturnali (17-23 dicembre) festeggiavano scambiandosi le famose “strenne”: rami portafortuna, piccoli oggetti simbolici e luci. Era una festa particolare, quasi sovversiva, perché le differenze fra classi sociali venivano appianate: padroni e servi festeggiavano insieme e lo scambio dei doni era un augurio reciproco per l’anno nuovo.
Con il cristianesimo, questa abitudine si è intrecciata alla storia dei Magi che portano oro, incenso e mirra al neonato Gesù: doni che riconoscono rispettivamente la sua regalità, la sua natura divina e la sua umanità. Per secoli, soprattutto nell’Occidente cristiano, i doni venivano consegnati infatti all’Epifania, il 6 gennaio, il giorno dei Magi.
Solo più tardi la tradizione ha iniziato a spostarsi sul 25 dicembre, grazie ad una figuta che ha lasciato un’impronta enorme nell’immaginario popolare cristiano: San Nicola di Mira, vescovo vissuto nel IV secolo, noto per le sue opere di generosità. Secondo la leggenda il Santo lasciava monete d’oro nelle calze dei poveri. Questo racconto ha ispirato la creazione di vari personaggi che portano doni ai bambini, come la Santa Lucia nostrana o il belga Sinterklaas.
Nel tempo queste figure si sono fuse con le tradizioni del Nord Europa e con le reinterpretazioni statunitensi fino a dare vita a quello che oggi chiamiamo Babbo Natale. Nell’Ottocento, soprattutto nell’Inghilterra vittoriana, il Natale prende la forma che conosciamo: festa domestica, centrata sulla famiglia e in particolare sui bambini.
Con l’arrivo dei grandi magazzini e della pubblicità tra XIX e XX secolo, il rito del regalo si intreccia sempre di più con la dimensione commerciale: il Natale entra nell’era del marketing, pur continuando a presentarsi come il momento del dono “gratuito”.
Cosa significa scambiarsi i regali di Natale oggi
Oggi lo scambio dei regali vive su due binari: da un lato richiama ancora la tradizione cristiana e la simbologia del dono dei Magi; dall’altro è diventato un modo laico e quotidiano per esprimere affetto, attenzione, appartenenza. Per molti un regalo è un pensiero personalizzato, più che un oggetto: vale quello che dice, non quanto costa.
D'altro canto il lato commerciale è difficile da ignorare: settimane di acquisti, pubblicità continue, corse dell’ultimo minuto possono far perdere di vista il senso del gesto. Forse è per questo che negli ultimi anni stanno tornando pratiche più consapevoli: regali fatti a mano, esperienze da vivere, scelte sostenibili o solidali. Un modo per riportare al centro il valore simbolico, più che il prezzo.
E quando si aprono i regali? Dipende dalle tradizioni di famiglia. In molte case italiane si aspetta la mezzanotte della Vigilia: si finisce di cenare, si spegne un po’ la luce e si comincia lo scartamento. Altri preferiscono la mattina del 25, soprattutto con i bambini, perché c’è qualcosa di magico nello svegliarsi e trovare i pacchetti sotto l’albero. In alcune famiglie resiste ancora la tradizione dell’Epifania, con qualche dono dedicato alla Befana, che continua a portare dolci e piccoli regali in memoria dei Magi.