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2 Aprile 2023
12:30

Risorgive, cosa sono e come funzionano questi tesori della Pianura Padana

A che cosa si deve lo straordinario sviluppo agricolo della Pianura Padana nei secoli scorsi? Uno dei motivi principali si trova nel sottosuolo: è l’acqua di falda, che emerge in superficie originando le risorgive.

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Risorgive, cosa sono e come funzionano questi tesori della Pianura Padana
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Nel passato, alla produttività agricola della Pianura Padana ha contribuito un fenomeno idrogeologico molto particolare: quello delle risorgive. Lungo una fascia di pianura che si estende in modo quasi continuo dal Piemonte al Friuli, l’acqua delle falde idriche emerge in superficie formando caratteristiche pozze. Queste sorgenti si chiamano risorgive solo quando l’acqua sotterranea fuoriesce spontaneamente. Quando invece è stato l’uomo a farla affiorare scavando nel terreno prendono il nome di fontanili. Ma quali sono le condizioni necessarie affinché questo fenomeno si verifichi? Perché e in che modo le risorgive sono state sfruttate dall’uomo?

Come si formano le risorgive?

Il fenomeno delle risorgive non si verifica in tutta la Pianura Padana. Le acque sotterranee emergono in superficie soltanto lungo una fascia ampia dai 5 ai 50 km, che prende il nome di linea delle risorgive.

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Questa fascia segna il passaggio tra l'alta e la bassa pianura, due porzioni della Pianura Padana con caratteristiche molto diverse. Semplificando, possiamo dire che:

  • l'alta pianura è la fascia più vicina ai rilievi alpini, costituita da sedimenti grossolani (come ghiaie e ciottoli) che essendo molto permeabili permettono all'acqua meteorica di infiltrarsi e accumularsi formando una falda idrica molto spessa;
  • la bassa pianura si trova a quote più basse, è più vicina al fiume Po ed è costituita da sedimenti fini e poco permeabili (come sabbie, limi e argille).

I depositi più fini della bassa pianura, essendo poco permeabili, formano una sorta di "barriera" che costringe le acque sotterranee a risalire fino a emergere in superficie. Si formano così le risorgive.

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L’Oasi dei fontanili, nel Parco del Ticino, presso Cavaria con Premezzo (VA)

Le acque sotterranee emergono spesso sotto forma di pozze circolari (chiamate “polle”) in corrispondenza di piccoli avvallamenti del terreno, che nel tempo si ingrandiscono. Tra una polla e l’altra possono formarsi spontaneamente fossati lungo i quali scorre l’acqua. Quando i fossati confluiscono tra loro può nascere un vero e proprio fiume.

Dalle risorgive ai fontanili

Molte delle risorgive presenti nella Pianura Padana in realtà sono fontanili, cioè opere realizzate dall’uomo per far affiorare e convogliare le acque sotterranee allo scopo di irrigare i campi. In base a testimonianze scritte, sappiamo che furono i monaci a realizzare i primi fontanili nell'XI secolo, anche per bonificare aree all’epoca paludose e malsane.

Per intercettare la falda idrica, veniva scavata una conca lunga alcuni metri e profonda 1-2 m. Al suo interno si collocava un tino in legno senza fondo per “costringere” l’acqua a fuoriuscire con più energia, senza disperdersi lateralmente. A partire da questo scavo (chiamato “testa” del fontanile) veniva realizzato un fosso (la cosiddetta “asta”) per convogliare l’acqua fino ai campi da irrigare.
Nel XIX secolo i tini furono sostituiti da tubi metallici che venivano infissi sul fondo della testa del fontanile.

Fontanile di Castel Goffredo.
Fontanile di Castel Goffredo, in provincia di Mantova. Credit: Massimo Telò, CC BY–SA 3.0, via Wikimedia Commons

Caratteristiche delle risorgive

Grazie al suo percorso nel sottosuolo, l’acqua di falda è protetta dalle variazioni climatiche che avvengono in superficie. Durante tutto l’anno, quindi, fuoriesce a una temperatura più o meno costante, compresa tra 10 e 16 °C. È stata proprio questa caratteristica che, fino agli anni ’50 del secolo scorso, ha reso i fontanili indispensabili per l’irrigazione. Grazie alla temperatura dell'acqua di falda era possibile coltivare anche in inverno le marcite, prati che assicuravano il foraggio per il bestiame.

Oggi il numero dei fontanili è notevolmente ridotto rispetto al passato. Una delle cause è l’abbassamento del livello della falda, dovuto alla siccità e agli eccessivi prelievi di acqua per soddisfare i bisogni della popolazione. Inoltre, sono subentrati nuovi metodi di estrazione delle acque destinate all’irrigazione. Come conseguenza dell’abbandono, la vegetazione ha invaso molti fontanili impedendo all’acqua di fluire.

Negli ultimi anni sono nati numerosi progetti per tutelare le risorgive e recuperare la rete di fontanili. Queste aree umide sono infatti molto preziose in quanto ospitano una straordinaria biodiversità. La temperatura e le caratteristiche chimiche delle acque di risorgiva le rendono adatte a ospitare una flora e una fauna esclusive.

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Area delle risorgive di Viarolo, in provincia di Parma. Credit: Giorgio Brambilla, CC BY–SA 4.0, via Wikimedia Commons
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