Centinaia di sostenitori del partito moldavo filorusso Sor si sono radunati a Chisinau, la capitale della Moldavia, per protestare e richiedere le dimissioni del governo guidato dalla presidente europeista Maia Sandu e la convocazione di elezioni anticipate. Parte dei manifestanti ha tentato di entrare nella sede del governo, ma la polizia ha impedito l'accesso eseguendo anche alcuni arresti.
Nelle ultime settimane l'intelligence ucraina ha denunciato prima un possibile colpo di Stato e poi un possibile attacco russo alla Moldavia. Allo stesso tempo, la Russia ha accusato l'Ucraina di voler invadere la Transnistria, una striscia territoriale nell'est del Paese, autoproclamatasi autonoma e controllata da truppe russe. Nel frattempo in Moldavia la prima ministra europeista, Natalia Gavrilita, si è dimessa, facendo cadere il governo. La presidentessa del Paese, Maia Sandu, ha così subito selezionato un nuovo premier, Dorin Recean, anch'egli europeista, seppur più moderato.
Cosa sta accadendo in Moldavia e Transnistria?
Tirando le somme, in questa fase successiva all'anniversario dello scoppio della guerra russo-ucraina, l'unica cosa certa è che non c'è nulla di certo, a parte una considerazione: se uno dei due interventi militari (russo o ucraino) dovesse davvero avvenire (e speriamo ovviamente di no), lo scenario bellico si amplierebbe, portando a un maggior coinvolgimento della NATO a protezione dei Paesi confinanti con Ucraina e Moldavia. La Transnistria, in particolare, potrebbe rappresentare una testa di ponte per un possibile intervento militare russo, un po' come è stato il Donbass per l'Ucraina.
In questo momento l'impressione è che Russia, Ucraina e Moldavia stiano parzialmente realizzando dei tentativi di depistaggio e di sabotaggio mediatico per alzare la tensione ed esercitare pressione politica sugli avversari. Mosca, dal canto suo, accusa la Moldavia di isteria anti-russa, di riscrittura della storia e di oppressione della minoranza russa. Le frizioni geopolitiche odierne tra i due Paesi hanno radici lontane che affondano nella storia. Vediamole.
Il legame storico ed economico fra Russia e Moldavia
Si può tranquillamente dire che la regione territoriale corrispondente alla Moldavia sia stata spesso vittima degli appetiti delle potenze dominanti nell'Europa orientale. Senza voler tornare troppo indietro nel tempo, il legame contemporaneo fra la Russia e la Bessarabia – l'antico nome della maggior parte dell'attuale Moldavia – risale al 1812 quando fu ceduta dall’Impero ottomano all’Impero russo degli zar in seguito alla guerra russo-turca del 1806.
Da quel momento in poi la regione ha vissuto fasi alterne di sottomissione all'impero russo, di autonomia, di frazionamento interno e di associazione ad altre realtà politico-territoriali. Quel che è certo è che, avendo al suo interno una popolazione di origini non solo russe, ma anche rumene e ucraine (tra le tante), la Moldavia non si è mai sentita del tutto appartenente a un'unica specifica area di influenza.
Dopo la nascita dell'URSS, fu fondata nel 1924 la Repubblica socialista sovietica autonoma di Moldavia. Dopo alterne vicende, con la dissoluzione dell’Unione sovietica iniziata nel 1989 e la conseguente fine della Guerra Fredda, il nazionalismo moldavo emerse con forza. Chisinau dichiarò la propria indipendenza nel 1990 ma la Transnistria, che non faceva parte della regione storica della Bessarabia, reclamò a sua volta la propria autonomia.
L'indipendenza della Transnistria fu prontamente sostenuta dalla Russia: ne derivò uno scontro diplomatico fra Mosca e Chisinau, che non ha portato a nulla se non al mantenimento dello status quo, garantito da forze militari schierate da Mosca. Si tratta di truppe presenti in Transnistria ormai da oltre trent’anni, peraltro a difesa del più grande deposito di munizioni europeo (ex sovietico). Con la situazione geopolitica odierna è un contingente che sicuramente mette pressione a un Paese con risorse limitate come la Moldavia.
Nonostante varie frizioni, inoltre, Mosca rimane il secondo partner economico di Chisinau (il primo è l'UE) e le fornisce la totalità dell'energia (peraltro in questa fase il Paese è in arretrato con i pagamenti del gas). Insomma, anche se con la guerra in Ucraina la Moldavia ha cercato una maggiore indipendenza, al momento è strettamente legata a Mosca.